Cosa mangiare a Capodanno: le tradizioni gastronomiche da nord a sud

È una delle feste più attese e più celebrate, perché celebra il momento del passaggio al nuovo anno, ricco di aspettative e di buoni propositi. Ma è anche l’esaltazione dei piaceri del gusto, con una serie quasi infinita di piatti tipici e preparazioni che vengono presentate in tavola e rendono davvero speciale la serata trascorsa con parenti o amici, sia a casa che nei ristoranti, in attesa poi di ammirare i fuochi d’artificio che accompagnano la mezzanotte, di scatenarsi nel tradizionale veglione e magari di veder spuntare l’alba del primo giorno del nuovo anno.

Il Capodanno in Italia: le tradizioni regionali

L’Italia è bella perché è varia, potremmo dire: ogni regione dello Stivale, infatti, presenta tradizioni specifiche e a volte molto differenti, legate a vecchi usi e consuetudini che affondano le radici nel tempo. Se c’è però un’usanza che accomuna tutta Italia è quella di mangiare le lenticchie allo scoccar della mezzanotte, in genere accompagnando questo legume a cotechino o zampone: secondo la tradizione, infatti, le lenticchie sono uno dei piatti portafortuna per il nuovo anno (la loro forma ricorda quella delle monete), mentre la carne grassa viene associata all’abbondanza e alla prosperità. Simile la motivazione per la quale si consuma del melograno, che con la sua ricchezza dei chicchi è un simbolo di fedeltà e fecondità, mentre il colore rosso che ritorna di frequente (anche nella biancheria intima) dovrebbe garantire amore e fortuna per i successivi 365 giorni (ma, e forse pochi lo sanno, l’intimo rosso indossato a Capodanno va buttato all’indomani).

capodanno

Cosa si mangia a Capodanno al nord: le tradizioni

Come detto, però, è in tutta Italia che la sera del 31 dicembre diventa l’occasione per riunirsi e lasciarsi andare a festeggiamenti anche per il palato! In Valle d’Aosta, ad esempio, il menù tipico prevede tra l’altro la fonduta, la carbonade con polenta e come dolce le pere condite con cioccolato e panna montata; nel vicino Piemonte si mangiano i classici agnolotti in brodo, e poi ancora il cappone al forno (o la bagna cauda), mentre per dessert sono immancabili le mele, come torta o mousse. Se ci troviamo in Liguria, molto probabilmente gusteremo ravioli alla genovese come primo, un secondo a base di carne (spiedini di pollo e funghi o salsiccia, oppure pesce) e in ultimo un mix di uvetta, canditi, fichi secchi; tortellini, cappone e spiedini di pollo sono le ricette tipiche della Lombardia, con il panettone che ovviamente trionfa, mentre in Trentino si preferiscono gli “strongolpreti”, le polpette di pane con speck e spinaci, e poi il tipico strudel. Anche in Veneto si punta sui prodotti locali, come il radicchio e il baccalà (con dessert a base di Pandoro di Verona), e in Friuli Venezia Giulia si mangia infine la “cubana”, ovvero un dolce con sfoglia ripiena di noci, mandorle, miele, vino e rum.

Le tradizioni al Centro Italia

In Emilia Romagna trionfa il culatello come antipasto, mentre come primo piatto ci si “divide” tra tortellini in brodo o lasagna al ragù; in Toscana prevale il brodo di cappone, con secondo a base di faraona o anatra e i “cavallucci” per dolce; anche in Abruzzo ci si orienta sulla carne, sia tra gli antipasti che come secondo, da accompagnare con una semplice minestra di cardi e una vera e propria “abbuffata” di dolci, come i panzerotti. In Umbria si presentano in tavola i cappelletti di cappone o di piccione, mentre il dessert prevede la “pinoccata”, un dolce che prevede l’impiego di due soli ingredienti, zucchero e pinoli; in Lazio, invece, si va sul classico del cotechino con le lenticchie, ma non mancano i cappelletti in brodo, il timballo di manzo e la chiusura con panpepato; è una pizza a base di uova, parmigiano e prezzemolo invece che si fa largo in Molise, seguita da baccalà, verdure e a fine pasto da castagne lessate condite con cioccolato e miele.

Cosa si mangia a Capodanno al Sud

Completiamo il giro d’Italia a Capodanno con le ricette tipiche del Meridione. Cominciamo dalla Basilicata, dove la tradizione consiglia un mix di carne e pesce: tra i primi più gettonati ci sono cavatelli al salmone, minestra con brodo di tacchino e le pettole fatte in casa, seguita da baccalà con peperoni dai dolci panzerotti ripieni di crema di ceci e castagne. Detto della Campania, in Puglia invece si scelgono formaggi e cime di rapa, con contorno sfizioso di panzerotti con mozzarella o ricotta e un’ampia scelta di secondi (su tutti, baccalà e agnello), con le tipiche “cartellate” che completano la cena. In Calabria il menù è più semplice, a scelta tra carne (ragù di maiale e capretto al forno) e pesce (accompagnato a un contorno di broccoli), con fichi al cioccolato a lasciare il gusto finale. In Sicilia si mangia la pasta con le sarde, pesce che torna anche come secondo (sarde a beccafico), mentre il dolce tipico siciliano di Capodanno sono i mustazzola (con mandorle e cannella) o il torrone; in Sardegna, invece, si comincia con un antipasto con pecorino e olive, si prosegue con i ravioli ripieni di pecorino o gnocchi conditi con un sugo corposo a base di salsiccia, e poi ancora agnello per secondo e, infine, la ricotta con miele come dolce tipico della tradizione sarda del Capodanno.

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Cosa si mangia al cenone di Capodanno a Napoli?

Una delle città che vanta la più “sostanziosa” tradizione gastronomica di Capodanno è probabilmente Napoli (in realtà, tutta la Campania!), dove i momenti del cenone sono quasi rigorosamente stabiliti e ripetuti, anno dopo anno. Tra i piatti che non possono mai mancare ci sono quelli tipici del Natale, come la insalata di rinforzo, mentre tra i primi è consuetudine preparare gli spaghetti con le vongole, cui si accompagnano come secondi capitone e baccalà (principalmente da friggere), con un abbondante e vario insieme di contorni. Ancor più ricco è poi il menù dei dolci tipici del Capodanno a Napoli, che anche in questo caso ritornano dal Natale: perciò, largo agli struffoli, ai roccocò, ai mustacciuoli e ai susamielli, senza tralasciare i più moderni panettone e pandoro, magari da farcire a piacimento.

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