Pasquetta a Napoli: sapori antichi ed un pizzico di novità

L’ultima novità del brunch all’aperto sta conquistando sempre più consensi, e il prossimo 17 aprile ci sarà un nuovo appuntamento da segnare in calendario, con l’iniziativa organizzata al parco di Capodimonte. Ma la Pasquetta a Napoli resta un momento legato anche alla tradizione, ovvero alla gita fuori porta con gli amici, all’insegna del divertimento e del consumo degli “avanzi” del pranzo di Pasqua!
Il brunch di Pasquetta a Napoli

L’esperimento dell’anno scorso ha avuto ottimi riscontri in termini di partecipazioni e consensi, e quest’anno è stato già annunciato un grande evento, che coinvolgerà un’ampia platea di appassionati di questa modalità di festeggiare la il lunedì in albis. Parliamo del brunch per Pasquetta organizzato da Aperipark con il patrocinio della III Municipalità per il 17 aprile presso il meraviglioso parco di Capodimonte: un pic-nic sul prato verde, con vari punti ristoro, animazione e intrattenimento per oltre dodici ore. Tra i nomi annunciati, si attende l’esibizione di Andrew Faber, Alma Sonida e Fugama, mentre dalle 18 inizia il dj set con Gianni Cuomo, Nill Papa, Dave Mass, Ernesto Raccone e Lello Marzano.

L’innovativo brunch napoletano

In realtà, il brunch come noto sarebbe piuttosto una commistione di prima colazione e pranzo, un’alternativa trendy che però, nel giorno di Pasquetta, viene declinata come l’occasione per trascorrere una giornata all’aria aperta senza “appesantirsi” troppo con un pasto classico (dopo i bagordi della domenica di Pasqua, per giunta). Già negli anni passati a Napoli si erano moltiplicate le organizzazioni in tal senso, cominciando dal brunch di Pasquetta all’Arenile di Bagnoli.

Gli appuntamenti napoletani

Sul lungomare flegreo si ripete ormai da tempo questa iniziativa, che unisce una location mozzafiato, buona musica, compagnia e piatti sfiziosi per una giornata all’insegna dell’allegria; il format era stato ripreso lo scorso anno anche alle Terme di Agnano, con centinaia di persone che avevano deciso di rilassarsi sul tappeto verde della struttura, e in altri locali privati sparpagliati per la provincia partenopea.

La tradizione della Pasquetta a Napoli

Quello di trascorrere il giorno successivo alla domenica di Pasqua in gita fuori è un rito consolidato nella storia stessa della città, e quello del brunch è solo l’ultima variazione sul tema. Ad esempio, nel Settecento i nobili erano soliti passare il Lunedì in Albis con una scampagnata nelle riserve di caccia di Licola e Varcaturo, ricche di selvaggina e di squarci panoramici suggestivi e unici, come la spiaggia di sabbia bianca che arrivava fino all’attuale Lago Patria o la pineta rinfrescante. Anche i sovrani erano protagonisti di queste giornate di festa, con battute di caccia nell’area flegrea o nelle altre tenute nel napoletano, come il Bosco reale di Portici o la Villa Favorita di Ercolano e il Parco della Reggia di Capodimonte.

capodimonte

Come si festeggia la Pasquetta a Napoli

Differente ovviamente la routine delle persone del popolo, che si accontentavano di partire a piedi o in calesse (più frequentemente con gli sciaraballi, grossi carrozzoni coperti), verso zone di campagna, nelle aree verdi che all’epoca insistevano a Miano, allo Scutio di Capodimonte o al Pascone. Altre mete preferite erano i luoghi della fede, e soprattutto il Santuario di Montevergine nell’avellinese o il Santuario della Madonna dell’Arco che si trova sull’antica strada che collega Napoli e Sant’Anastasia.

La tradizione della Madonna dell’Arco

Proprio nel giorno della Pasquetta, i fedeli della Vergine (chiamati battienti e fujenti, vestiti rigorosamente con abiti bianchi e con una fascia azzurra e rossa a cingere il corpo, che ancora oggi simboleggiano l’ardente devozione alla figura sacra) partivano all’alba utilizzando qualsiasi mezzo di locomozione, che veniva agghindato e infiorettato, così come pure i cavalli trainanti (spesso bardati con pennacchi). Durante il percorso erano accompagnati da carri, vessilli, statue e soprattutto musica, grazie a tammorre, chitarre o mandolini, portando sempre a braccia e a piedi nudi i simulacri della Vergine dell’Arco. Quelle gite, dopo la visita al Santuario e le preghiere di rito alla Madonna, si concludevano con grandi scorpacciate durante le quali si consumava innanzitutto il cibo rimasto dal pranzo di Pasqua, accompagnato da carne alla brace e da altri alimenti.

La Pasquetta alla Reggia di Caserta

Dal 1752 cambiano le tradizioni: in quella data viene inaugurata la splendida Reggia di Caserta, che inizierà a diventare punto di riferimento (e meta privilegiata) delle scampagnate dei napoletani più intraprendenti nel giorno di Pasquetta, ovviamente meteo permettendo. Facendo un salto al presente, quelle descritte finora sono praticamente le stesse destinazioni frequentate ancora oggi, a riprova di un forte legame tra la Napoli del passato e quella odierna.

reggia di caserta

Cosa fare a Pasquetta

Oggi, infatti, i napoletani a Pasquetta organizzano delle brevi gite fuori porta alla reggia di Caserta, al Bosco di Capodimonte, al Vesuvio o, quando il cielo è particolarmente clemente (e la Pasqua spostata verso la fine di aprile), affollano litorali e lidi della costa per il primo tuffo in mare dell’anno. Altra caratteristica rimasta immutata è il menù della giornata di Pasquetta: gli avanzi di Pasqua, tortani e casatielli in testa, restano infatti al primo posto delle voci del pranzo, insieme alle frittate di maccheroni, alle uova (sia sode che di cioccolato) e alle altre tipicità del pranzo domenicale.

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