Veganuary, la sfida è aperta: si può diventare vegani in un mese?

Quanto tempo occorre per abbracciare la filosofia vegana? Secondo i creatori dell’iniziativa Veganuary, basta un mese a regime vegan per superare i pregiudizi e i falsi miti attorno a questo tipo di alimentazione e per convincersi dei vantaggi della cucina vegana, e proprio gennaio è il momento giusto per mettersi alla prova. E i risultati di questa campagna, che nel 2024 festeggia i dieci anni di vita, sembrano confermare questo assunto, così come le testimonianze dei volti noti aderenti all’iniziativa, come Joaquin Phoenix, Billie Eilish e Sir Paul McCartney.

Veganuary, un mese di dieta vegana

È ormai dal 2014 che il mese di gennaio viene ribattezzato Veganuary – termine nato dalla fusione di “Vegan” e “January” – per quella che è l’iniziativa veg più grande al mondo, avviata nel Regno Unito e poi estesi a livello globale.

Oggi Veganuary rappresenta un movimento globale che fa molto di più che “invitare” le persone a seguire una dieta vegana per tutto il mese di gennaio: da un lato, infatti, sensibilizza l’opinione pubblica sui benefici di uno stile di vita vegano per la salute, l’ambiente e il benessere degli animali; dall’altro, offre un’opportunità per esplorare nuovi sapori e ricette, sfatando il mito che una dieta vegana sia monotona o priva di nutrienti.

La scelta di gennaio non è casuale: il primo mese dell’anno è l’occasione giusta per avviare una fase di detox e alleggerimento, per liberarsi da tossine e calorie in eccesso che abbiamo accumulato durante i pasti delle Feste.

Per gli interessati, il riferimento italiano è il sito www.veganuary.it: la novità di quest’anno per chi si iscrive è la ricezione quotidiana di un’e-mail di supporto con consigli pratici su come fare la spesa adatta a una dieta vegana, su come sostituire prodotti animali oppure, più semplicemente, ricette e informazioni nutrizionali.

La storia di Veganuary e i traguardi raggiunti

La sfida di Veganuary è stata lanciata nel Regno Unito da Matthew Glover e Jane Land, due imprenditori vegani che hanno visto in questo progetto un modo per promuovere il cambiamento verso un’alimentazione più consapevole. La prima campagna ha avuto luogo nel gennaio 2014 e vi hanno preso parte circa 3.000 persone: dieci anni dopo, l’iniziativa ha guadagnato una popolarità crescente, con centinaia di migliaia di persone che si sono iscritte e continuano a farlo, accanto ai tantissimi che partecipano senza iscriversi ufficialmente.

Secondo i dati forniti dall’organizzazione, ad esempio, il Veganuary 2021 ha visto più di 500.000 partecipanti provenienti da oltre 200 Paesi e territori, e questo movimento ha anche influenzato l’industria alimentare, con un numero sempre maggiore di ristoranti, supermercati e produttori di alimenti che introducono opzioni vegane per soddisfare la crescente domanda. Inoltre, solo nel mese di gennaio 2023 sono stati lanciati più di 1.610 nuovi prodotti e opzioni di menu vegani nei Paesi coinvolti dalla campagna.

Per celebrare il traguardo del decimo compleanno, Veganuary ha superato i confini terrestri e si è spinta nello spazio, inviando una bandiera con il suo logo alla Stazione Spaziale Internazionale e orbitando per 275 giorni intorno alla Terra (eseguendo ben 4.400 passaggi).

Il tutto con la missione di far percepire che quella del Veganuary non è una tendenza, ma una vera e propria presa di posizione: partendo dalla challenge di diventare vegan per 31 giorni, attraverso ricette deliziose, facili menu settimanali e consigli utili su alimentazione e stili di vita, si potranno scoprire tutti i benefici di uno stile di vita che evita il consumo di tutti gli alimenti derivati da animali, e in particolare di carne, latte, latticini e uova.

Vantaggi che sono di tipo etico, in primo luogo, perché il cibo vegan non fa soffrire gli animali, e poi di ordine ambientale, per la riduzione delle emissioni di gas serra provenienti dagli allevamenti e del relativo consumo di risorse naturali.

Mondo Vegan: diffusione internazionale e in Italia (e VIP vegani)

Il veganesimo è un fenomeno in espansione a livello globale, anche se è difficile ottenere dati certi perché non ci sono statistiche ufficiali definitive. Ad ogni modo, secondo le associazioni di settore i vegani nel mondo sarebbero circa 100 milioni, mentre i vegetariani sarebbero circa 800 milioni, e quindi almeno il 14 per cento della popolazione mondiale avrebbe scelto un’alimentazione a base vegetale.

In Europa, la percentuale varia notevolmente da Paese a Paese, con una presenza significativa in nazioni come il Regno Unito e la Germania. Per quanto riguarda l’Italia, l’ultima indagine Eurispes rivela che si identifica come vegana il 2,4% della popolazione, ovvero 1,4 milioni di individui, mentre i vegetariani (che escludono dalla loro dieta la carne ma non necessariamente altri prodotti di origine animale come latticini e uova) rappresentano il 4,2%, corrispondenti a 2,4 milioni di persone. In totale, quindi, il 6,6% degli italiani ha scelto un regime alimentare che esclude carne e pesce.

Profilando maggiormente questi dati, la scelta di diventare vegani o vegetariani in Italia non è uniforme tra le varie fasce d’età. Tra i giovani, in particolare nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni, l’8,3% segue una dieta vegetariana, una percentuale che supera il dato medio nazionale. Per quanto riguarda il veganismo, i Millennial (ovvero gli individui tra i 25 e i 34 anni) mostrano una maggiore inclinazione verso questa scelta alimentare, con il 3% che si dichiara vegano. Man mano che si sale con l’età, la presenza di vegetariani e vegani tende a diminuire.

Interessante è notare che, tra gli italiani di età compresa tra i 35 e i 64 anni, si registra una percentuale più elevata di ex vegetariani, il 7,4%, che testimonia un approccio sperimentale o una transizione verso altri modelli alimentari dopo aver provato il vegetarianismo. Questo dato potrebbe riflettere sia la ricerca di un equilibrio personale in termini di alimentazione sia l’influenza di fattori sociali e culturali che possono rendere più complessa la piena adozione di uno stile di vita vegetariano o vegano nel lungo termine.

A contribuire alla diffusione di questa filosofia (veganesimo non è solo una scelta alimentare) è anche l’esempio e il modello fornito dalle tantissime personalità di successo che sono vegane e che fanno anche da ambassador per Veganuary. Tra i principali nomi noti possiamo citare l’attore premio Oscar Joaquin Phoenix (già arrestato proprio nel mese di gennaio 2020 a Washington per aver manifestato contro le politiche ecologiche e climatiche degli Stati Uniti di Trump), Paul McCartney, Billie Eilish, le attrici Lily Cole, Evanna Lynch e Alicia Silverstone o il comico Ricky Gervais, che non solo seguono una dieta vegana, ma sono anche attivi nella promozione di questo stile di vita.

paul mc cartney vegano

Diventare vegani: le sfide e gli ostacoli

Ad oggi Veganuary rappresenta il più grande movimento vegano del mondo, capace di ispirare le persone a provare un’alimentazione al 100% vegetale per il mese di gennaio e per tutto il resto dell’anno.

Abbracciare il veganismo può però presentare delle sfide, sia pratiche che culturali. A livello pratico, la transizione richiede una rieducazione alimentare, con la necessità di scoprire nuove fonti di proteine e altri nutrienti essenziali, come ferro e vitamina B12, tipicamente associati a prodotti di origine animale. Culturalmente, il passaggio a una dieta vegana può essere ostacolato da tradizioni e abitudini radicate, così come da una certa resistenza sociale e da pregiudizi ancora diffusi. Tuttavia, con l’aumento delle risorse educative e la disponibilità di alternative vegane sempre più variegate e accessibili, diventare vegani è oggi più facile che mai.

In tal senso, Veganuary può essere l’occasione giusta per stimolare nuove persone a provare un’alimentazione a base vegetale almeno per un mese, così da scoprire concretamente cosa mangiano i vegani e quanto può essere buona la cucina veg.

Inoltre, come riferisce il quotidiano britannico Guardian, mai come prima d’ora le persone stanno riflettendo sull’importanza dell’alimentazione sulla salute umana, sul benessere animale e sul clima, e anche le grandi aziende alimentari si stanno accorgendo di questo trend. Già dal 2021 l’iniziativa beneficia del supporto delle principali catene della grande distribuzione inglese (tra cui i supermercati Marks & Spencer, Domino Pizza e altri ancora) e di diverse multinazionali tra le quali la Nestlé, che spiegano – attraverso i loro siti – perché bisognerebbe mangiare vegano, proponendo anche speciali ricette cruelty free.

Inoltre, in questi ultimi anni Veganuary ha portato anche al lancio di nuovi prodotti “ad hoc” creati dai grandi brand dell’industria alimentare, come il Greggs sausage roll, le crocchette a base vegetale di Burger King e la pizza PepperoNAY di Domino, che hanno superato lo status di proposta “temporanea” e sono diventate offerte fisse nei menu di questi marchi.

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