Home restaurant ed il suo successo: mi casa es tu casa

Si chiama “Home Restaurant” e ci permette di mangiare a casa di persone, mai viste prima, a prezzi davvero stracciati!

Dopo l’approvazione della Camera con 326 voti a favore (23 erano contrari e 27 quelli astenuti) ora si aspetta il Senato per l’ok definitivo che permetta di regolamentare questo settore con una legge.

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Ma cos’è di preciso l’home restaurant?

Un home restaurant è un nuovo concetto di ospitalità che potrebbe essere paragonato (a larghe linee) ad una trattoria casareccia. Funziona così: c’è chi mette a disposizione la propria abitazione preparando una cena (o magari un pranzo) da condividere con coloro che si prenoteranno attraverso una delle tante piattaforme social eating, oppure direttamente sulla pagina facebook della location. Perfetti sconosciuti allo stesso tavolo che condividono una squisita cena fatta in casa quindi, ma anche una vera e propria opportunità per conoscere nuove persone con cui instaurare una relazione. Per i turisti è sicuramente una grande opportunità da non perdere, un modo particolarissimo per provare il meglio dei cibi e delle abitudini degli abitanti della città visitata.

Home Restaurant in Italia

In Italia sono diversi i portali dell’home restaurant, tra questi c’è anche il noto Gammo che nasce nel 2012, tra Torino e Bari, e che ad oggi ha oltre 54 mila utenti sparsi in 287 città. L’idea nasce quando Cristiano Rigon, Gianluca Ranno e Walter Dabbicco uniscono la loro passione per condividerla con tutti coloro che amano la buona cucina e lo stare assieme a tavola.

Come funziona un home restaurant è facilissimo:

Per prima cosa bisogna iscriversi al sito, o accedere con il proprio profilo social, stabilendo il proprio ruolo. Potreste essere o il cuoco o il cliente. Il cuoco, oltre a stare in cucina, dovrà creare l’evento con le foto della location, stabilendo menù, prezzo e numero dei partecipanti (generalmente da 4 a 12 persone).  Il cliente decide a che tipo di evento partecipare e manda la propria richiesta che dovrà essere accettata dal cuoco. Se la richiesta è andata a buon fine il cliente potrà procedere con il pagamento, attraverso PayPal, che gli consentirà di ricevere l’indirizzo esatto della location. Dopo l’evento ognuno farà il proprio resoconto finale, direttamente sul sito, in base a diversi aspetti. Tra questi c’è quello della location in cui si viene ospitati, l’accoglienza, la pulizia e non per ultimo la qualità del cibo.

Per chi stesse pensando di aprirne uno a casa propria c’è qualche regola da seguire:

Bisogna essere in possesso dei requisiti igienico sanitari per tutelare gli ospiti.

Dare priorità all’acquisto di ingredienti a Km 0, per valorizzare le tradizioni culinarie locali e favorire un’alimentazione sostenibile.

Stipulare un’assicurazione che copra i rischi derivati dall’attività.

Utilizzare unicamente piattaforme digitali e sistemi elettronici che permettano la tracciabilità per l’organizzazione, la prenotazione ed il pagamento.

Ospitare in un anno un massimo di 500 persone e non superare il guadagno di 5 mila euro, sempre annui.

In verità non finisce qui perché è assolutamente vietato organizzare questi incontri culinari in appartamenti privati che vengono utilizzati per brevi affitti (tipo nel caso dei B&B) mentre è necessario inoltrare al Comune una dichiarazione di inizio attività commerciale, la cosiddetta “Scia”.

Insomma un po’ di cavilli burocratici che potrete superare lasciandovi aiutare da HomeRestaurantItalia, un’associazione, senza scopo di lucro, che lavora in tutta Italia per contribuire allo sviluppo di questo settore.

Cosa avete deciso quindi, preferite essere cook (cuoco) oppure gnammer (cliente)?

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