Latte UHT: cosa significa? Ecco cosa sapere

Sono tre semplici lettere che leggiamo spesso sulle confezioni dei prodotti al supermercato e che genericamente abbiniamo alla “lunga conservazione“, ma soprattutto nel caso del latte è bene fare chiarezza e cercarne di saperne di più: proviamo quindi a capire il significato di UHT e a conoscere meglio il latte UHT, analizzandone le caratteristiche e le peculiarità anche per gli aspetti legati alla nostra salute.

Latte uht significato

Iniziamo subito con le definizioni per scoprire latte uht cosa significa: la sigla fa riferimento al processo di uperizzazione, un metodo di sterilizzazione di alimenti liquidi che per eliminare gli agenti patogeni utilizza temperature ultra elevate, che in inglese si definiscono Ultra High Temperature, da cui appunto l’acronimo UHT.

Rispetto alla classica sterilizzazione, questo processo ha alcuni vantaggi, a cominciare da un profilo organolettico migliore, anche se il prodotto così trattato subisce comunque una certa riduzione del valore nutritivo, perché con il calore si perdono vitamine termolabili e proteine. Inoltre, come noto, il latte UHT e in generale gli altri alimenti così prodotti (yogurt, panna, minestre, vino, omogeneizzati) possono essere conservati più a lungo rispetto alla versione fresca.

bicchiere latte

Che cos’è il latte UHT

Più sicuro, conservabile più a lungo e quindi più facile anche da commerciare e consumare, sicuro e di gusto gradevole nonostante la perdita di alcune caratteristiche originarie: in estrema sintesi, questi sono gli elementi distintivi del latte UHT, realizzato con la tecnica della sterilizzazione rapida “Ultra Heat Treatment” a partire dal 1965.

È dagli albori della storia che l’uomo ha introdotto il latte nella sua alimentazione, dovendo però fare i conti con la sua estrema deperibilità, che ne rende obbligatorio un consumo rapido del prodotto fresco oppure la sua trasformazione in derivati come formaggi, panna, latticini e così via.

Qualche miglioramento sulla durata e sull’eliminazione dei microrganismi nocivi si era già avuto con la pastorizzazione, ma è proprio con il processo UHT che è stato possibile realizzare del latte “a lunga conservazione”, privo di elementi dannosi (che hanno anche la responsabilità di far deperire il latte), non refrigerato e direttamente confezionato in Tetra Pack con sistema asettico.

Latte uht o fresco: le differenze

Il latte UHT viene riscaldato ad altissime temperature, superiori a 135°, per un tempo che varia da uno a quattro secondi, poi viene raffreddato e imbottigliato in contenitori sterili, che impediscono alla luce di penetrare l’imballaggio. È così che si produce una bevanda di conservazione più lunga, che dura fino a 3 mesi, secondo le più recenti norme europee, e che comunque possiede delle differenze dal classico latte fresco pastorizzato.

In particolare, il latte UHT ha un sapore diverso che deriva dal processo di produzione e dal riscaldamento, che al tempo stesso provoca anche la perdita di alcune vitamine e componenti nutrienti.

Il latte fresco pastorizzato, invece, viene sottoposto a cottura a temperature medio alte (in genere nello spettro 75–85°) per un periodo di almeno 15 secondi – che è appunto il processo di pastorizzazione, che elimina le specie patogene in grado di causare pericolose infezioni per l’uomo. Il prodotto così ottenuto, però, ha una conservazione limitata e al massimo cinque giorni di scadenza, anche se il suo gusto è sicuramente più pieno.

latte uht o fresco

Latte uht fa male?

I procedimenti industriali sono spesso mal visti, soprattutto nell’opinione comune, perché rischiano di sacrificare alcuni aspetti legati alla salubrità di un alimento in nome dell’allungamento della shelf life e della migliore commerciabilità del prodotto.

Per fortuna, possiamo sfatare i miti sul latte UHT, che non solo non fa male, ma mantiene anche un livello di sicurezza molto alto grazie al trattamento a cui è sottoposto.

Come accennato, il latte UHT è quindi buono e perfettamente sicuro, ma ha alcune caratteristiche meno pregiate rispetto al latte fresco di alta qualità, in particolare nel quadro vitaminico, che subisce il contraccolpo delle alte temperature.

E quindi, possiamo usare il latte UHT per il consumo fresco quotidiano, oppure impiegarlo nella preparazione di qualunque tipo di ricetta, e ci sono anzi alcune situazioni in cui si rivela più sicuro rispetto al latte fresco: è il caso di creme, besciamella o comunque preparazioni che non prevedono il ricorso ad alte temperature di cottura, che quindi potrebbero non rimuovere completamente i microrganismi eventualmente presenti nel latte fresco.

Latte uht scaduto: possiamo utilizzarlo?

Il latte UHT è effettivamente a lunga conservazione, ma ci sono comunque dei chiarimenti da fare. Innanzitutto, la data di scadenza fa sempre riferimento al prodotto integro e accuratamente conservato, ma ad ogni modo c’è la possibilità di consumare il latte UHT non aperto fino a 2-4 settimane oltre la data stampata (se conservato in una dispensa fresca e asciutta) o addirittura fino a 2 mesi se messo in frigorifero.

Chiaramente, il quadro cambia quando la confezione è aperta, perché il latte UHT deve essere successivamente conservato in frigorifero e consumato entro una settimana o al massimo 10 giorni.

Se dopo tale periodo dovesse avanzare ancora del prodotto o se avessimo comunque del latte scaduto, chiaramente non potremmo più usarlo per il consumo fresco e non sarebbe consigliabile neppure usarlo in preparazioni cotte: ci sono però vari possibili riutilizzi non alimentari del latte UHT scaduto, che si rivela un buon detergente e un alleato per la cosmesi del viso.

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