Marisa, la spatola da cucina: perché si chiama così?

All’apparenza può sembrare un semplice utensile da cucina, ma è conosciuta con un nome particolare e assolve a una funzione indispensabile: parliamo della Marisa, ovvero della classica spatola in gomma dal lungo manico e testa rettangolare morbida e flessibile, che permette di amalgamare con efficienza e soprattutto pulire bene le ciotole quando movimentiamo gli impasti. Ma qual è la storia della Marisa e perché si chiama così?

Che cos’è la Marisa spatola da cucina?

La Marisa è una spatola da cucina che si caratterizza per due elementi: il manico è piuttosto lungo ed è fatto di materiale rigido (silicone, plastica, legno o acciaio), mentre la testa o paletta è generalmente rettangolare, di materiale morbido e flessibile (solitamente silicone o gomma, a differenza delle spatole di legno), con un angolo retto e l’altro arrotondato per permettere sia di amalgamare efficacemente qualsiasi preparazione sia di raschiare bene le ciotole, così da non perdere una goccia della nostra preparazione.

A cosa serve la Marisa?

Nella sua semplicità, questa spatola rivela una grandissima attenzione progettuale: la lunghezza del manico, ad esempio, ne agevola l’impugnatura e consente di non dover infilare la mano nei contenitori per recuperare gli impasti, mentre la flessibilità della testina è ideale per raccogliere e “leccare” creme o impasti morbidi da recipienti con pareti curve come ciotole o robot da cucina. La composizione in silicone la rende inoltre resistente al freddo e al calore, e quindi ci permette anche di usarla durante le cotture.

Per questo motivo, la leccapentole o Marisa è un accessorio indispensabile in cucina, che dovrebbe essere sempre presente nelle nostre dotazioni: di facile manutenzione e disponibile in diversi colori, ha infatti il vantaggio di adattarsi a tutti i tipi di preparazione e serve tra l’altro per incorporare gli ingredienti, per amalgamare le salse, per spostare gli impasti, per mescolare, ed è utile anche per cucinare, ad esempio per girare una crepe o piegare una omelette.

marisa

La Marisa è usata soprattutto in pasticceria, perché rende facile le operazioni per impastare e incorporare le preparazioni, anche quelle più delicate come albumi d’uovo, panna montata o mousse al cioccolato (che rischiano di “rompersi”), ed è una valida alleata anche per spalmare creme, glasse e salse.

Inoltre, è considerato “LO” strumento per fare i macaron, perché la Marisa serve a macaronner la preparazione, ovvero mescolare la meringa e il tant-pour-tant (la miscela di zucchero a velo e mandorle) fino a quando l’impasto dei macaron non diventa compatto e lucido.

Tutti i nomi della spatola da cucina

Il nome ufficiale di questo strumento è spatola da cucina, ma per distinguerlo dalle altre tipologie di utensile si usano anche altri termini più colloquiali, come leccapentole, lecca o appunto Marisa (o Maryse, per la precisione).

Nel caso di leccapentole e lecca, il nome è di facile comprensione e deriva dalla conformazione e dalla funzione dell’utensile, che può appunto “leccare” completamente le pareti e il fondo di ciotole, tegami e scodelle grazie alla paletta flessibile, pulendo le superfici come una lingua e raccogliendo anche impasti morbidi e creme senza lasciar nessuno residuo. Storicamente, la parte finale della lecca era fatta di caucciù, mentre oggi si preferisce un’estremità composta di silicone o gomma.

Più misteriosa è l’altra denominazione, Marisa, che deriva dal francese Maryse e sembra avere una storia piuttosto curiosa di riferimento a una donna così chiamata.

Perché si chiama Marisa?

Per la verità, sono tre le leggende dietro il nome Marisa per la leccapentole, ed entrambe fanno riferimento alla Francia, che sarebbe quindi il luogo di origine di questo utensile – che difatti si chiama originariamente Maryse, tradotto in italiano appunto con Marisa.

La prima versione chiama in causa Maryse de Monpetit (1512-1578), una pasticciera della Corte Reale di Francesco I che, nel corso della preparazione di biscotti d’avena per il Re, si rese conto di aver bisogno di una spatola apposita per riuscire a recuperare l’impasto: inventò così la leccapentole e Francesco I fu talmente soddisfatto dalla pietanza che le conferì il titolo di baronessa, mentre l’utensile fu chiamato Maryse in suo nome.

L’altra teoria è invece forse più affidabile e si collega a un dato storico: Maryse è un marchio di fabbrica depositato che appartiene alla società francese De Buyer, fabbrica di pentole e accessori fondata nel 1867, che ha iniziato a commercializzare su larga scala questo utensile alla fine dell’Ottocento, proponendo una versione con manico in legno e paletta in caucciù, la gomma morbida introdotta in Europa nel secolo precedente.

A battezzare la spatola con il nome di donna Maryse sarebbe stato Léonard De Buyer, figlio del fondatore dell’azienda, come omaggio alla cuoca in servizio presso la sua famiglia quando lui era piccolo, che si chiamava appunto Maryse e fu protagonista involontaria di un episodio rimasto impresso nella memoria del futuro imprenditore.

Stando a questa storia, quando aveva una decina di anni Léonard era una domenica in giardino in attesa dell’inizio della messa, vestito di tutto punto con i suoi abiti domenicali; annoiato, iniziò a giocare intagliando una canna per fare una spada, ma il suo abbigliamento da combattimento era incompleto senza un elmo, e quindi corse in cucina. Qui trovò un contenitore di rame che brillava al sole e che gli parve un elmo perfetto per un cavaliere. Il piccolo Léonard non sapeva, però, che quella pentola conteneva un residuo dell’impasto della torta rimasto sul fondo che, non appena il ragazzo indossò l’estemporaneo copricapo, si riversò completamente addosso a lui, macchiando irrimediabilmente i suoi vestiti.

Sentendo il rumore, accorsero tutti i familiari e la cuoca: il povero Léonard rimediò una punizione per il pasticcio, mentre Maryse si rammaricò ad alta voce di non essere riuscita a pulire meglio la ciotola e aver indirettamente provocato una sculacciata al padroncino. Anni dopo, quando Léonard ormai adulto prese la guida dell’azienda di famiglia, si ricordò dell’incidente e decise di creare un utensile perfetto per raschiare i contenitori senza lasciarne neppure una goccia, chiamandolo appunto Maryse in memoria dell’amorevole cuoca.

In realtà, sul Web francese gira anche una terza ipotesi legata all’origine del nome Marisa per la spatola da cucina, ma che sembra essere meno plausibile (o quanto meno è più recente): secondo questa tesi, la terminologia risale solo alla fine degli anni Ottanta e, per la precisione, al periodo in cui Pierre Bellemare conduceva TV shopping su TF1 (la Rai1 francese, per così dire) insieme a Maryse Corson. Nel corso di un episodio di questa seguitissima serie di televendite, il noto conduttore avrebbe erroneamente invertito il nome dell’accessorio da cucina con quello della compagna, chiamando appunto per la prima volta la spatola da cucina Maryse o Marisa in italiano. Questo infortunio divertì talmente il pubblico che poi il nome sarebbe rimasto in uso comunemente.

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