Cosa mangiare a Oslo: la guida definitiva di cosa assaggiare assolutamente

Non è una delle mete più note per i viaggiatori alla ricerca di esperienze gastronomiche, né la cucina tipica ha particolare fama o tradizione: eppure, la città di Oslo abbraccia i turisti con la sua modernità e con le sue proposte innovative, in grado di sorprendere ogni tipo di palato, soprattutto i più esigenti. A patto di non avere particolari limiti al budget perché, premettiamolo, la vita in Norvegia costa decisamente più cara che da noi!

La cucina tipica di Oslo

Come in ogni altra occasione, quando sono all’estero cerco di evitare il più possibile di mangiare pasta o pizza: non (solo) per mancanza di fiducia nei ristoranti italiani fuori dallo Stivale, ma (anche) per poter sperimentare le migliori pietanze della tradizione locale, scoprire sapori per me nuovi e magari anche ingredienti a cui non avevo mai pensato, da riutilizzare per qualche mia ricetta!

Quanto costa mangiare e bere a Oslo

In Norvegia, la cucina tipica si basa soprattutto su alcune tipologie di prodotti – renna, agnello, salmone e balena – che sono declinati in tanti piatti gustosi e sorprendenti. Come dicevamo, la vita a Oslo è piuttosto cara, quindi la soluzione più pratica per chi non ha budget illimitati è di provare a consumare dei piatti unici, dal costo medio di 350 corone norvegesi (all’incirca 35 euro), che permette di uscire dal ristorante con fame soddisfatta!

Discorso diverso per il vino e gli alcolici in generale, sottoposti a una tassazione specifica e molto più cari: una bottiglia di vino senza pretese può costare anche 800 corone (quasi 80 euro) senza una motivazione seria di etichetta!

I piatti tipici da provare a Oslo

Il primo piatto che ha compito la mia attenzione è il GravetIaks, una porzione abbondante di salmone marinato che viene servito accompagnato da una sorprendente mostarda, che crea un delicato contrasto tra i gusti che stuzzica il palato.

Parlando sempre di salmone, come non menzionare i røkt laks , ovvero i filetti di salmone affumicato, possono essere mangiati nel modo preferito, anche semplicemente con del pane, oppure con uova, aneto e mostarda per rispettare la versione più diffusa a Oslo.

Anche se vi consiglio di assaggiare il classico filetto o i simpatici waffle salati. Io ho mangiato m otto bene in un locale sito sul molo, si chiama The Salmon, beh già il nome è tutto un programma 😉

Si chiama invece finnbiff un particolare piatto a base di renna: la carne viene tagliata a fette sottili, saltata in padella (storicamente nel grasso di renna, oggi invece in olio o burro) e poi condita con pepe, sale e altre spezie, con un tocco finale di panna o birra per ammorbidire la carne. Nella versione che ho provato, il piatto è stato servito con un contorno di patate e di mirtilli rossi, sempre per creare un delizioso mix di sapori.

Dalla carne torniamo al pesce con il lutefisk, che sono filetti di stoccafisso marinati in liscivia e poi reidratati in acqua fredda per quasi una settimana: l’ho provato servito al piatto con patate, purea di piselli e pancetta, ma ho visto anche che questi filetti di merluzzo sono venduti anche al mercato per le preparazioni casalinghe.

Un’altra pietanza tipica dei menu dei ristoranti di Oslo è il rakfisk: sono fettine di carne di trota fermentata servite su pane tagliato sottilmente, con accompagnamento di patate e birra scura (o Aquavit, la bevanda tipica norvegese). Per i più coraggiosi, sulla carta dei locali è presente anche la bistecca di balena (hvalkjott): insieme a Faer Oer e Giappone, la Norvegia è uno dei Paesi al mondo dove la caccia a questo mammifero è ancora legale e il consumo di carne di balena è ancora diffuso (io ovviamente non ho provato il piatto!).

Il piatto tipico nazionale è però il Fårikål, agnello stufato con cavolo cappuccio, e l’agnello è protagonista anche del Pinnekjøtt: è una ricetta che fino a qualche decennio fa era segreta e ben conservata in poche aree del Paese, e che poi è divenuta di dominio pubblico. Si tratta di costolette di agnello salate e essiccate, accompagnate da un semplice purè di patate per mitigare il gusto intenso delle ossa e (soprattutto) del grassi dell’animale.

Lo street food a Oslo

Anche se non c’è la storica tradizione italiana e mediterranea dello street food, anche per evidenti motivi climatici, anche nella capitale norvegese ho scoperto qualche sfizio che si può mangiare passeggiando.

Si comincia ovviamente dalle classiche polpettine di carne (un patrimonio di tutti i Paesi Scandinavi), chiamate kjøttboller: dalla consistenza granulosa e dal gusto speziato, sono declinate in versioni quasi infinite.

E anche il salmone ha le sue varianti “veloci”: i filetti di salmone affumicato si chiamano røkt laks e possono essere mangiati nel modo preferito, anche semplicemente con del pane, oppure con uova, aneto e mostarda per rispettare la versione più diffusa a Oslo.

Non è propriamente uno street food, ma un antipasto da consumare velocemente (e anche uno degli ingredienti della tipica colazione locale o dello smorgasbord, il buffet freddo) il Gammeldags sursild, aringhe marinate secondo la vecchia maniera norvegese, bagnate in una soluzione di acqua e aceto e poi cosparse di zucchero e condite con spezie e anelli di cipolla.

I dolci tipici di Oslo

Chiudiamo il nostro tour gastronomico delle specialità tipiche di Oslo con alcuni consigli sui dolci: ammettiamolo, rispetto ad altre località la capitale norvegese non brilla per varietà e disponibilità, ma comunque assicura qualche momento di piacere agli amanti dei dessert.

I krumkakes sono delle cialde dalla forma simile a quella del cannolo siciliano, che possono essere farcite con panna, crema o addirittura gelato, come fossero i nostri coni. La tilslorte bondepiker è un dolce semplice e fresco a base di mele, panna e biscotti frammentati in piccoli pezzi, che ha una origine curiosa: il suo nome in norvegese significa “contadine velate” e si racconta che sia stato creato da un poeta locale per conquistare la sua amata, appunto una contadina.

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