E’ ufficiale: il prosecco è diventato patrimonio Unesco, trionfano le colline di Valdobbiadene

Finalmente l’Italia e il Veneto hanno la possibilità di vivere il loro anno fortunato: arriva così il marchio Unesco per le Colline del Prosecco Superiore, dove a Baku in Azerbaijan, l’Assemblea Mondiale Unesco ha finalmente assegnato alle nostre colline di Valdobbiadene, l’ambito riconoscimento, che determina ora il 55° sito italiano da proteggere e tutelare in virtù dell’unicità del paesaggio culturale che lo contraddistingue. Un obiettivo raggiunto dopo due tentativi precedenti, rivelatisi tuttavia fallimentari, che rappresentano un punto di partenza, la tappa di un percorso volto alla valorizzazione del territorio patrimonio culturale, artistico e agricolo, noto per il suo prodotto principenonché punto di forza, il famoso Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Conservazione e manutenzione sono dunque le “parole chiave” lanciate dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, in coerenza con l’obiettivo di uno sviluppo economico e sociale sempre armonico e quanto più equilibrato possibile.

Prosecco Valdobbiadine Patrimonio Unesco: un iter durato oltre 10 anni

L’iter per la candidatura del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, era iniziato nel lontano 2008 per volontà dello stesso Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg il quale aveva avviato l’iscrizione del sito, in quella che era la Lista propositiva del Ministero dei Beni culturali. Nel 2014 si era poi costituita l’Associazione temporanea di scopo mentre nel 2017 era stata finalmente ufficializzata la candidatura presso il Centro per il Patrimonio mondiale dell’Unesco di Parigi.

Nel 2018 il triste epilogo: il rinvio, definito dal termine “referral”, indetto dalla stessa Commissione Unesco. Una parola amara sinonimo tuttavia non di una lapidaria bocciatura, come chiarito dal Consorzio, ma una sorta di giudizio provvisorio che ha consentito un’ulteriore opportunità proprio nel 2019, l’anno decisivo, quello della svolta. D’altronde il successo del noto prosecco, è sempre stato innegabile: 464 milioni di bottiglie DOC vendute solo lo scorso anno, di cui 2 su 3 all’estero.Tuttavia per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco, non è stato facile questo tortuoso percorso, diviso tra polemiche e attacchi mediatici focalizzati sull’utilizzo di pesticidi che lo hanno condotto più e più volte sulle prime pagine di cronaca nazionale. Allo stesso modo ha giocato a sfavore anche la perplessità rivolta all’impatto della vitivinicoltura che inevitabilmente ha mutato l’ecosistema di moltissime province condannandole alla monocultura. Non sono poi mancate nemmeno le polemiche circa le ingenti somme spese e aspramente criticate: oltre 760 mila euro tra fondi regionali, provinciali, comunali e consortili.

Tutti intoppi hanno influito negativamente e in maniera significativa sui ritardi di tale riconoscimento, per il quale in molti hanno comunque creduto fermamente fin dall’inizio. Due anni poi, veniva quindi esibito il logo ufficiale relativo alla candidatura: diverse sfumature di verde poste tra quelle che sono le due anime del territorio, le colline alte e la parte collinare più dolce e sinuosa. Un emblema che ora più che mai, è destinato a rimanere ben impresso nella memoria di molti.

Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene: le caratteristiche

Nonostante il processo di candidatura in questi dieci anni abbia implicato una revisione dei confini proposti inizialmente, ad oggi il sito dichiarato patrimonio Unesco comprende la fascia collinare della provincia di Treviso, che si estende dal Comune di Valdobbiadene fino a quello di Vittorio Veneto rappresentando la porzione più significativa del paesaggio viticolo del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, nonché di maggior pregio complici le caratteristiche pendenze. 

Tale zona è infatti costituita dai cosiddetti hogback, particolari rilievi irti e scoscesi, intervallati da piccole valli poste parallelamente tra loro. Qui trova massima espressione l’intervento dell’uomo che è stato in grado di adattarsi e modellare queste colline così ripide, utilizzando i ciglioni, una particolare tecnica di terrazzamento, che sfrutta la terra inerbita sostituendo la pietra. Ulteriore elemento caratterizzante è il mosaico, creato grazie all’intervallarsi dei molteplici piccoli appezzamenti vitati agli elementi boschivi e improduttivi, che fungono da rete ecologica efficiente e in grado di fornire servizi ecosistemici di qualità. Compaiono poi, la buffer zonecostituita da Conegliano, Susegana e San Vendemiano e la commitment zone con i Comuni di Cappella Maggiore, Colle Umberto, Codognè, Cordignano, Fregona, Godega di Sant’Urbano, Mareno di Piave, Moriago della Battaglia, Sarmede, San Fior, Sernaglia della Battaglia, Segusino, Santa Lucia di Piave e Vazzola, tutti territori in grado di esibire alla perfezione quelli che sono i caratteri dominanti della candidatura, tuttavia con occhio attento allo sviluppo dell’urbanizzazione.

Il riconoscimento per le colline del prosecco

Il Comitato Unesco ha così finalmente riconosciuto quello che è l’inestimabile valore universale che contraddistingue le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene evidenziando come la tutela del paesaggio rurale sia da sempre garantita grazie all’attenzione volta alle regole di produzione imposte dal Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, le quali da sempre promuovono la cura e il mantenimento dei vigneti, dei ciglioni e di tutte quelle peculiarità volte alla perfetta conservazione delle tradizioni locali e alla tutela della biodiversità così come di tutti gli ecosistemi associati.

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