Amarena Fabbri: una storia che dura da 120 anni

Dietro ogni grande uomo, c’è spesso una grande donna. Rachele Buriani è un esempio perfetto di questa verità, essendo la madrina di una delle più longeve e importanti aziende italiane: Amarena Fabbri. Nel 1915, ispirata da un’antica ricetta contadina, Rachele inventò la “Marena con frutto.” Ma la storia di quest’azienda inizia un decennio prima, quando lei e il marito Gennaro rilevarono una vecchia drogheria a Portomaggiore, vicino Ferrara.

Gli inizi

Nel 1905, Rachele e Gennaro acquistarono una vecchia drogheria chiamata Premiata Distilleria G. Fabbri. Iniziarono producendo vari liquori, tra cui Virow, Primo Maggio, l’Amaro Carducci e il Gran Senior Fabbri. Grazie all’astuzia e al fiuto per gli affari di Gennaro, la piccola attività crebbe rapidamente, diventando un’azienda internazionale con 300 dipendenti, 1300 prodotti, 17 linee di produzione e 11 sedi nel mondo.

La svolta delle amarene

Nel 1915, Rachele Buriani creò la ricetta segreta delle amarene al liquore, che è rimasta invariata e segreta fino ad oggi. “Ci sono zucchero, aromi e spezie,” risponde vagamente Nicola Fabbri, bisnipote del fondatore, quando interrogato sugli ingredienti della ricetta.

Per celebrare questa innovazione, Gennaro commissionò al ceramista faentino Riccardo Gatti un vaso speciale decorato con motivi floreali blu su sfondo bianco, ispirato all’arte dell’estremo oriente. Questo vaso non solo custodiva la creazione di Rachele, ma divenne anche un simbolo distintivo dell’azienda.

Espansione e innovazione

Nonostante gli anni difficili, Gennaro era convinto che le amarene potessero avere un futuro brillante. Negli anni ’20, l’azienda iniziò a produrre sciroppi alla menta e alla granatina. Negli anni ’30, acquistò due lussuose auto per i figli, utilizzandole come strumenti di marketing per promuovere gli sciroppi. Nel 1933, la gestione dell’azienda passò alla seconda generazione: i figli Aldo e Romeo. Introdussero nuovi prodotti come sciroppi Inventabibite, Ciliegia al Liquore e confetture e rinominarono l’azienda in Ditta G. Fabbri di Aldo e Romeo Fabbri.

La svolta industriale

Romeo Fabbri diede una svolta industriale all’azienda acquistando il Centrale, il bar più importante di Bologna, situato nel cuore della città. Trasformò il locale in un elegante punto di ritrovo aperto 24 ore su 24, dove si potevano gustare i prodotti Fabbri.

In parallelo, la famiglia iniziò a sperimentare con i gelati, creando i Cremolati, semilavorati che diventavano gelati se mescolati con latte o acqua. Questo segnò l’ingresso di Fabbri nel mercato della gelateria artigianale, un settore di cui è leader ancora oggi.

Formazione e pubblicità

Nel 1954, nacquero i laboratori scuola itineranti per insegnare ai gelatieri e pasticceri come usare i semilavorati Fabbri. Nel 1957, l’azienda divenne protagonista del Carosello con Salomone il pirata pacioccone, rendendo Fabbri un nome familiare in Italia.

Negli anni ’60 e ’70, con la terza generazione alla guida, Fabbri inaugurò un nuovo stabilimento ad Anzola Emilia e lanciò la prima linea di topping per gelati e dessert. Negli anni ’70, rafforzò la distribuzione internazionale e nel 1990, con la quarta generazione, divenne Fabbri 1905.

Innovazione continua

Nel 1995, Fabbri introdusse Mixybar e MixyFruit, seguiti dai prodotti per aromatizzare caffè e té. Nel 1996, fondò la Scuola Internazionale di Gelateria e Pasticceria Artigianale, evolutasi nella Fabbri Master Class.

Nel 2005, l’azienda festeggiò il centenario con il Premio Fabbri per l’Arte, premiando artisti internazionali per opere di grande impatto visivo. Oggi, guidata dalla quinta generazione, la produzione è suddivisa in pasticceria, gelateria artigianale e settore HoReCa, con un’enfasi sulle problematiche alimentari e la certificazione Kosher, Halal e vegane.

Curiosità

Fabbri è entrata nel Guinness dei Primati nel 2011 per il gelato più grande del mondo e nel 2012 per la pralina di cioccolato gigante con cuore di amarene. La provenienza delle amarene è per la maggior parte italiana, un unicum nel nostro paese. I frutti vengono utilizzati a seconda delle dimensioni, con i calibro 20/22 per le decorazioni e i calibri più piccoli per farciture.

Amarena Fabbri è considerata un simbolo del Made in Italy, come riconosciuto da Luca Pollini nel suo libro “Immortali. Storia e gloria di oggetti leggendari”. Recentemente, l’azienda ha concluso la quarta edizione di Lady Amarena, un concorso internazionale per le barlady, vinto da Andriani Vladimirou di Cipro con il cocktail Rumarena.

Conclusione

Amarena Fabbri è una storia di successo, fondata sull’innovazione, l’amore per l’arte e un segreto ben custodito. Da oltre un secolo, questa azienda continua a deliziare i palati di tutto il mondo, rimanendo fedele alle sue radici e adattandosi costantemente ai tempi che cambiano.

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