È uno degli agrumi più antichi del mondo, una sorta di antenato delle specie che coltiviamo e consumiamo oggi, e dopo alcuni anni di declino oggi è tornato “di moda”: scopriamo tutte le caratteristiche del pomelo, il più grande tra gli agrumi esistenti, per capire come si mangia e quali sono le sue proprietà.
Che cos’è il pomelo
Il nome scientifico del pomelo è Citrus Maxima: questa pianta è nativa del sud dell’Asia ed è nota e coltivata da oltre quattromila anni; in particolare, si ritiene che sia stata introdotta in Cina attorno al 100 d.C. ed è qui che si è particolarmente diffusa, crescendo anche spontaneamente in riva ai fiumi.
Dal punto di vista estetico, il pomelo è un frutto simile al limone (quindi non è sferico o leggermente schiacciato, come i più comuni agrumi), ma ricorda anche una pera perché è allungato sul vertice superiore: le dimensioni, però, fanno pensare piuttosto a un melone, perché cresce fino ad avere un diametro di 30 centimetri e può pesare fino a 1–2 kg, che lo rendono appunto il più grande tra i frutti del genere Citrus.
Com’è fatto un pomelo
La buccia del pomelo è liscia, ricca di oli essenziali, dalla colorazione esterna che è verdina ma con sfumature che possono andare dal rosa al giallino durante la maturazione; la polpa è traslucida e ha tinte che invece sono solitamente giallo paglierino, ma anche rosa e rosso in una particolare varietà. Molto caratteristica è la colonna centrale dell’albedo, bianca e spugnosa, molto spessa e alta.
Il gusto e l’aroma del pomelo sono tipici degli altri agrumi, e si avvicina a quello di pompelmo dolce e arancia (che sono due ibridi generati da questa pianta); l’endocarpo di questo frutto è comunque più zuccherino rispetto a quello del pompelmo comune, e come in altri agrumi simili l’albedo della buccia risulta di sapore sgradevole e gusto amaro.
Le origini degli agrumi
Oltre che in Asia, la coltivazione del pomelo si è estesa anche in altre parti del mondo, come ad esempio California, Israele, Italia (in particolare in Sicilia) e soprattutto Giamaica, per merito del capitano inglese Shaddock, ricordato ancora oggi nella denominazione locale (e non solo). In lingua inglese, infatti, il pomelo si chiama shaddock o shaddok, e anche in Liguria il frutto è noto come sciaddocco; altri nomi del pomelo sono pummelo, pompaleone, pommelo e pamplemousse.
Il pomelo è ritenuto una specie originale di agrume, ovvero frutto di una pianta spontaneamente presente in natura e mai ibridizzata, così come lo sono il cedro e il mandarino; dall’unione tra queste piante sono nati tutti gli agrumi successivi, coltivati in Asia e in tutto il mondo.
Nello specifico, dall’incrocio tra pomelo e mandarino sono nati gli ibridi naturali di arancia comune e pompelmo – e il pomelo ha “contribuito” regolando la dimensione e la consistenza compatta dei frutti così generati; a loro volta, anche queste nuove piante sono state combinate ulteriormente, come nel caso del mapo, che è un incrocio tra mandarino e pompelmo, o i mandaranci, che invece rappresentano il risultato dell’unione di mandarino e arancio.
Più nello specifico, il pomelo è ritenuto responsabile della genesi di numerose specie di agrumi, tra quelli più antichi e quelli coltivati più di recente:
- Arancia dolce comune (Citrus sinensis), un ibrido tra pomelo e mandarino.
- Arancia amara (Citrus aurantium), altro incrocio tra pomelo e mandarino.
- Il pompelmo è l’incrocio tra un pomelo e un arancio dolce.
- Il mapo (Citrus tangelo) può essere anche prodotto come incrocio tra pomelo e mandarino, rivelandosi meno dolce e con buccia più spessa di un mandarino.
Le proprietà nutrizionali del pomelo
La polpa naturale di pomelo è composta per l’89% da acqua, per il 10% da carboidrati, per l’1% da proteine e una quota di grassi trascurabile; una porzione da 100 grammi fornisce 38 calorie circa, provenienti principalmente dai glucidi semplici e, in particolare, dal fruttosio.
Come altri agrumi, ha un elevato contenuto di vitamina C, attorno ai 60 mg, e presenta anche un buon contenuto di vitamina A e tracce di B1, B2, B3 e B6; tra gli altri micronutrienti si segnalano potassio, acido folico e betacarotene.
Queste caratteristiche rendono la polpa del pomelo adatta a gran parte dei regimi alimentari e, dato l’apporto energetico molto contenuto, questo frutto acidulo può essere consumato anche in diete contro l’obesità e le patologie metaboliche, oltre a essere idoneo anche per regimi alimentari di contrasto a diabete mellito tipo 2 e ipertrigliceridemia. Inoltre, essendo ricco in acqua e fibre solubili, mangiare pomelo accresce la sensazione di pienezza e influisce positivamente sul metabolismo.
Utilizzi gastronomici del pomelo
Di solito il pomelo si consuma crudo e in purezza, dopo averlo accuratamente sbucciato: la polpa si separa con poca fatica e si divide in una quindicina di spicchi; la polpa, inoltre, può servire a preparare marmellata (da usare anche come condimento di torte e crostate), gelatine e succo di frutta.
Se siamo alla ricerca di un ingrediente per dare un tocco di sapore originale a macedonie o pasticcini, il pomelo è l’ideale perché ha un gusto meno aspro e amaro del pompelmo; il succo di pomelo è inoltre aromatico e rinfrescante e può diventare la base per saporite granite e sorbetti rigeneranti.
Nelle cucine orientali il pomelo diventa un ingrediente di ricette salate: in Thailandia e nelle Filippine il frutto si mangia accompagnato con una miscela di peperoncino, sale, zucchero e pepe nero, mentre in Cina è spesso abbinato a carni di maiale oppure a pesce e crostacei.
In modo simile a ciò che avviene con altri agrumi – anche la buccia del pomelo ha alcuni impieghi in cucina e diventa, ad esempio, l’ingrediente per golosi canditi, ricoperti di zucchero o di cioccolato, oppure per fare una conserva dolce, priva di polpa, tipica del Brasile, o ancora per condire e aromatizzare zuppe oppure dessert, come nella cucina cinese.
È importante scegliere un pomelo ben maturo per gustarlo al meglio e avvantaggiarsi dei suoi grandi valori nutrizionali: per riconoscere il grado di maturazione, dobbiamo controllare che la buccia abbia colore verde-giallo o giallo rosa, sia completamente uniforme e liscia e, soprattutto, assenza di segni e ammaccature, segnali di un cattivo stato di conservazione e di eventuale presenza di muffe, che farebbero degradare molto velocemente il frutto.
Come si taglia il pomelo
Per consumare un pomelo, però, prima dobbiamo imparare come tagliarlo: la scorza di questo frutto è piuttosto dura e spessa, e necessita quindi di una tecnica speciale.
Niente di particolarmente complesso, in realtà: è infatti sufficiente incidere la buccia con un coltello e, sempre usando questo utensile, rimuovere tutto lo strato esterno, come si fa in genere con una mela. Quando sarà completamente pelato, possiamo passare a eliminare la parte bianca e amara e suddividere la polpa in parti uguali.