Vini di Lanzarote: le cantine più famose dell’isola

Lanzarote non è solo una splendida isola vulcanica dalle vedute mozzafiato, nel cuore dell’Atlantico, a pochi chilometri dalla costa africana: è un luogo intriso di resilienza, di storia millenaria, di profonda connessione tra uomo e terra. Potrebbe sembrare una terra proibitiva, un pezzo di mondo dove la terra nera e il paesaggio lunare dominano l’orizzonte, ma l’ingegno dell’uomo ha saputo sfruttare le peculiarità della natura locale, trasformando la furia del vulcano in un terreno fertile anche per la viticoltura. Viaggiare tra i vini di Lanzarote significa esplorare la storia dell’instancabile lavoro dei contadini, che per secoli hanno domato la furia vulcanica per trasformarla in terreni fertili, e delle tecniche innovative che oggi rendono i vigneti di Lanzarote un esempio di sostenibilità e ingegno. Chiunque abbia il privilegio di degustare un calice di Malvasia Vulcanica o di Listan Negro assapora un vino eccellente e gode di un pezzo dell’anima di Lanzarote, condotto attraverso i sentori minerali, le sfumature sapide e gli aromi intensi che caratterizzano questi nettari di fuoco. Ancor di più, visitare le cantine dell’isola e percorrere gli sconfinati vigneti di pietra è un’opportunità per comprendere in profondità il miracolo che, in un luogo all’apparenza ostile, riesce a trasformarsi in un’oasi di eccellenza vinicola. Partiamo alla scoperta dei vini di Lanzarote, essenza stessa di questa unicità.

L’isola di Lanzarote: le caratteristiche principali

Lanzarote è un luogo in cui ancora oggi la potenza primordiale della terra si mostra in tutta la sua crudele bellezza. Parte dell’arcipelago delle Isole Canarie, Lanzarote si trova a circa 125 chilometri dalle coste del Marocco e si affaccia sull’Oceano Atlantico, a metà strada tra l’Europa e l’Africa: questa posizione geografica privilegiata ne fa un ponte tra continenti e culture, ma è la sua natura selvaggia a esercitare un richiamo irresistibile su chiunque decida di visitarla.

A rendere quest’isola un gioiello unico è il suo clima subdesertico, temperato dall’influenza dell’oceano. Qui la temperatura è mite tutto l’anno, una perpetua primavera dove però l’aspetto desertico si mescola al blu profondo del mare e al nero intenso della terra vulcanica. Lanzarote è, infatti, un’isola modellata dal fuoco: le sue ultime eruzioni, avvenute tra il 1730 e il 1736, hanno plasmato il paesaggio in una distesa di colate laviche, con altopiani che emergono come cicatrici di un passato tumultuoso. Questi elementi combinati creano un’ambientazione quasi extraterrestre, un paesaggio che si scolpisce nella memoria di chiunque metta piede qui.

Partendo da queste caratteristiche speciali, l’isola ha saputo sviluppare un’offerta turistica unica al mondo che spazia dal benessere naturale, alla cultura, all’enogastronomia. Che si tratti di esplorare le incredibili formazioni laviche del Parco Naturale di Timanfaya, fare una tappa rurale nell’incontaminata valle de La Geria, camminare lungo le spiagge dorate di Papagayo o immergersi nei fondali marini cristallini, Lanzarote offre un ventaglio di esperienze che difficilmente trovano paragoni altrove. Questo, unito all’accoglienza calorosa e alla ricchezza della sua tradizione vinicola, rende Lanzarote una destinazione che chiama a sé visitatori da ogni angolo del pianeta.

Le attrazioni gastronomiche di Lanzarote e il boom dei vini

Questa terra straordinaria non smette mai di sorprendere, anche a tavola. Il panorama enogastronomico dell’isola è l’espressione più autentica delle sue radici vulcaniche, del suo isolamento geografico e della sua vicinanza al mare: offre una cucina semplice, ma ricca di sapori intensi e genuini, che raccontano la storia di una popolazione che ha saputo valorizzare al massimo le risorse offerte dalla natura che la circonda. Dalle celebri “papas arrugadas con mojo” a piatti a base di pesce fresco e formaggi di capra, la gastronomia di Lanzarote è un viaggio sensoriale che ci porta alla scoperta dell’essenza profonda dell’isola.

Negli ultimi anni, poi, i vini di Lanzarote vivono un periodo di crescente notorietà, cominciando a figurare accanto ai più grandi nomi del panorama enologico internazionale. La loro ascesa coincide con una rinnovata attenzione verso le tradizioni e le peculiarità locali, un fenomeno che attrae non solo cultori del vino ma anche turisti alla ricerca di esperienze autentiche. Se fino a qualche tempo fa, i vini lanzaroteñi erano considerati quasi una curiosità da intenditori, oggi incarnano a pieno titolo un’eccellenza enogastronomica, assolutamente imprescindibile per chi desidera vivere l’isola al massimo delle sue potenzialità. E proprio in questo contesto va inserito il boom delle cantine, che negli ultimi anni stanno riscoprendo e innovando i metodi di vinificazione tradizionali, creando etichette che raccontano la resilienza e la creatività di una cultura millenaria.

La viticoltura di Lanzarote e i vini che ne derivano

A Lanzarote, fare vino è un atto di pura ingegnosità. La viticoltura qui pratica tecniche uniche al mondo, per necessità più che per scelta. Questo è evidente a prima vista, quando ci si ritrova di fronte al paesaggio spettrale dei vigneti di La Geria, la principale zona vinicola dell’isola. I vigneti non si allineano in ordinati filari; al contrario, ogni vite è piantata in profonde buche scavate manualmente – chiamate “hoyos” – all’interno di queste conche dove la vite può trovare protezione dai venti alisei implacabili che soffiano sull’isola per gran parte dell’anno. Attorno a ogni buca, i contadini costruiscono muretti semicircolari in pietra vulcanica, detti “zocos“, capaci di proteggere ulteriormente le piante e di catturare l’umidità notturna, che rappresenta uno dei rari rifornimenti d’acqua in un contesto climatico siccitante.

Questo terreno, ricoperto di “picón” – piccoli frammenti di cenere vulcanica – opera un piccolo miracolo agricolo: funge sia da isolante termico, prevenendo l’evaporazione dell’umidità, sia da regolatore idrico, trattenendo la poca acqua fornita dalle rare piogge notturne. In sostanza, permette alla vite di sopravvivere e persino prosperare in condizioni che in altri contesti sarebbero ritenute proibitive.

I vini che nascono da questo processo di coltivazione così ardito sono prodotti eroici, autentici portavoce dell’essenza di Lanzarote. Che si tratti di un vino bianco, rosato, rosso o dolce, ogni bottiglia racchiude un connubio di sapori e profumi che riflettono il carattere resiliente delle viti e l’abilità dell’uomo di domare un ambiente apparentemente inospitale.

Vini vulcanici: un fenomeno globale

vini vulcanici rappresentano uno degli aspetti più affascinanti e meno convenzionali del panorama vitivinicolo globale. Si tratta di vini che nascono da terroir difficili, spesso estremi, forgiati dalla potenza primordiale delle eruzioni vulcaniche. Questi vini hanno catturato l’immaginazione non solo degli enologi, ma anche degli appassionati di tutto il mondo, grazie alla loro capacità di raccontare storie antiche di terre plasmate dal fuoco e dalla lava. Lanzarote, ovviamente, detiene un posto d’onore in questa categoria, non solo per le sue particolari condizioni climatiche e geologiche, ma anche per la sua viticoltura eroica, fatta di tenacia e ingegno.

Altri luoghi nel mondo condividono la stessa eredità vulcanica e producono vini che, per caratteristiche organolettiche e storia, fanno parte di una vera e propria élite enologica. In Italia, ad esempio, i vini dell’Etna sono ormai riconosciuti come gemme rare nel paese dei mille vini. Le vigne che crescono sui pendii di uno dei vulcani più attivi del mondo godono di un suolo ricchissimo di minerali, che conferisce ai vini una profondità e una complessità uniche. Anche Pantelleria, con i suoi Passiti ottenuti da uve Zibibbo coltivate su suoli lavici, è un esempio lampante di come il terreno vulcanico possa dare vita a vini che portano nel bicchiere tutto il calore e i profumi del Mediterraneo.

Dall’altra parte del mondo, la Napa Valley, in California, nasconde sotto la sua fama internazionale anche alcune vigne che crescono su suoli vulcanici, un esempio su tutti è il Monte Veeder, dove i vini rossi, in particolare Cabernet Sauvignon, sviluppano sfumature di spezie e mineralità che raccontano la forza della terra da cui provengono. Altrove, come sull’isola greca di Santorini, i vigneti di Assyrtiko resistono ai venti forti e alla scarsità di acqua, producendo vini bianchi con una spiccata acidità e sentori salini, che rimandano anch’essi a una terra generata dall’eruzione vulcanica.

Questi esempi, pur diversi tra loro, condividono un denominatore comune: l’impronta indelebile del vulcano, che trasforma ogni acino d’uva in un concentrato di storia, territorio e identità. E seppur ogni terroir racconti una storia a sé, Lanzarote si distingue per quel suo equilibrio unico tra i venti atlantici e il fuoco sotterraneo, rendendo ogni bottiglia un pezzo di questa terra selvaggia e battuta dal destino.

L’origine dei vini vulcanici e il loro particolare profilo aromatico

I vini vulcanici affondano letteralmente le loro radici direttamente nel cuore della terra, beneficiando di suoli nati dalle eruzioni che, nel corso di millenni, hanno modellato paesaggi ora aspri e selvaggi, ora spettacolari e rigogliosi. Ma cosa rende speciali questi vini? Il segreto sta proprio nei terreni su cui vengono coltivati. I suoli vulcanici, a differenza di altri, non sono solamente ricchi di minerali, ma possiedono una struttura porosa e ben drenante, che costringe le viti a scavare in profondità alla ricerca di nutrienti e acqua. È questo “stress” idrico, unito alla composizione minerale del terreno, a regalare ai vini vulcanici la loro inconfondibile personalità.

Dal punto di vista aromatico, i vini vulcanici offrono una gamma di sensazioni che è difficile riscontrare in altre tipologie di vini. Uno degli elementi caratterizzanti è la mineralità, spesso espressa attraverso note di pietra focaia, grafite e gesso, che donano al vino un profilo austero e profondo. Queste sensazioni minerali possono essere accompagnate da accenni a sentori di zolfo e cenere, eredità diretta del sottosuolo vulcanico. Non di rado, i vini vulcanici presentano anche una sapidità distintiva, quasi salina, che contribuisce a rendere il sorso vivace e particolarmente pulito.

Se guardiamo all’Italia, i vini dell’Etna sono un chiaro esempio di queste caratteristiche: i bianchi, perlopiù ottenuti dal Carricante, hanno una freschezza tagliente e uno spettro aromatico che spazia dagli agrumi alla frutta secca, passando per le erbe mediterranee, il tutto sostenuto da una vibrante mineralità. I rossi, frutto di uve Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, si distinguono per finezza ed eleganza, con note fruttate e speziate che si aprono nel tempo a terziari complessi, sempre sostenuti da una matrice minerale. A Pantelleria, i Passiti ottenuti da uve Zibibbo sono espressioni liquide di un’isola selvaggia: dolci e opulenti, carichi di profumi di albicocca, fichi secchi e miele, che bilanciano alla perfezione la potenza della struttura con una freschezza marina che lascia ricordi di brezza salmastra.

Santorini, con le sue Assyrtiko, produce bianchi di sorprendente acidità e corpo, capaci di sfidare il tempo. Il profilo aromatico è dominato da note agrumate e floreali, ma è la sapidità, quasi salata, il marchio di fabbrica di questi vini, che raccontano a ogni sorso il vento e il sole brucianti delle Cicladi.

Lanzarote, con la sua Malvasia Vulcanica, si inserisce a pieno titolo in questo panorama globale di “vini di fuoco”. I suoi bianchi minerali, secchi e carichi di sapidità, sono figli di un suolo che continua a parlare la lingua antica del vulcano. Ogni vitigno riesce a catturare e restituire la forza e la unicità di una terra estrema, posizionando Lanzarote non solo tra le mete enogastronomiche di eccellenza, ma anche tra quei luoghi che sanno sfidare e vincere le avversità naturali, trasformandole in pura bellezza nel bicchiere.

I vini di Lanzarote: un patrimonio riscoperto

Minerali, sapidi, profumati di oceano e temprati dal vento costante: questi sono alcuni dei “segreti” e degli ingredienti dei vini di Lanzarote, un equilibrio perfetto tra caratteristiche naturali e abilità umana.

Se un tempo i vini di Lanzarote erano considerati una nicchia, una curiosità etnica per intenditori più che per mercato ampio, oggi questa percezione è cambiata radicalmente. Il turismo enogastronomico, sempre più attento e consapevole, ha giocato un ruolo cruciale nell’affermare la qualità e l’identità unica di questi vini, contribuendo a un’autentica rinascita che affonda le sue radici nel territorio stesso e nei suoi metodi di coltivazione.

L’inversione di tendenza si deve anche alla capacità di molte cantine dell’isola di innovare e sperimentare, pur rimanendo fedeli ai metodi antichi. La Malvasia Vulcanica, che abbiamo già citato, non è più “solo” un bianco profumato e minerale da degustare in riva al mare, ma è diventata una vera ambasciatrice del terroir lanzaroteño in tutto il mondo. Anche grazie alla sua versatilità, porta sulla scena internazionale il sapore unico del terreno lavico e dell’incessante influenza marina. Allo stesso modo, varietà meno conosciute come il Listan Negro e il Diego stanno ora guadagnando la loro meritata visibilità, non solo tra gli appassionati, ma anche tra i più esigenti ristoratori e sommelier di città cosmopolite.

Dietro questo successo c’è l’impegno e la passione di né storici produttori come El Grifo e Rubicón, né cantine emergenti come Stratvs o Los Bermejos, tutte determinante a portare Lanzarote al centro della mappa enologica mondiale. Oggi si contano circa un milione e mezzo di bottiglie prodotte annualmente sull’isola, di cui un’elevata percentuale viene esportata, non solo in Europa ma anche in destinazioni ancora più lontane, Asia e America latina incluse.

Non c’è dunque da meravigliarsi se i vini di Lanzarote continuano a ricevere riconoscimenti e premi a livello globale e a diventare protagonisti del turismo enogastronomico, trasformandosi da prodotto locale rispettato a vero e proprio fenomeno da scoprire e apprezzare.

Come sono i vini di Lanzarote: uve, caratteristiche e qualità

Quando si parla dei vini di Lanzarote, non è possibile ignorare il contesto straordinario in cui queste etichette nascono: l’isola, con il suo paesaggio quasi soprannaturale, forgiato dal fuoco e modellato dalla lava, offre un terroir unico al mondo, e la viticoltura assume un carattere eroico, portata avanti in una terra dove le precipitazioni sono scarse e il vento soffia incessante.

Grazie a queste condizioni estreme, i vini di Lanzarote si distinguono per le loro caratteristiche organolettiche marcate. Uno degli elementi più evidenti è la forte mineralità, che conferisce a questi vini una personalità decisa e inconfondibile. La sapidità, un altro tratto distintivo, ricorda in modo quasi palpabile la presenza costante dell’oceano, che impregna l’isola con i suoi venti salmastri. Nei bianchi di Lanzarote, ottenuti in particolare dalla Malvasia Vulcanica, prevalgono note intense di frutta tropicale e fiori bianchi, bilanciate da una freschezza vibrante e da una complessità che evolve passaggio dopo passaggio. Nei rossi e rosati, il frutto rosso, con le sue percezioni più vivaci che mature, emerge con grazia e carattere.

Ma la ricchezza enologica dell’isola non si esaurisce qui. Le cantine producono anche eccellenti vini dolci – vere perle per chi ama abbinare il vino a dessert e formaggi stagionati – e un numero sempre maggiore di etichette di spumanti, che stanno guadagnando apprezzamento per il loro sorprendente equilibrio tra freschezza e intensità aromatica.

La Malvasia Vulcanica e altri vitigni autoctoni

Quando si menziona Lanzarote in un contesto enologico, un nome emerge sopra tutti gli altri, come visto: Malvasia Vulcanica. Questo vitigno emblematico è un vero e proprio tesoro, ed è un simbolo dell’isola. La Malvasia Vulcanica ha una storia antica e affascinante: importata probabilmente dai veneziani durante il Medioevo, ha trovato in questo terreno vulcanico la sua patria ideale. Lasciando che le sue radici affondino profondamente tra i lapilli neri, la vite riesce a sopravvivere a condizioni spesso estreme, garantendo al contempo uve di qualità straordinaria.

L’aspetto più stupefacente della Malvasia Vulcanica è la sua capacità di trasmettere nel vino l’essenza stessa del suolo da cui proviene. Il risultato sono bianchi di una mineralità quasi austera, con note salmastre e sulfuree che ricordano l’odore delle rocce vulcaniche riscaldate dal sole. Ma non è tutto: a queste sfumature si aggiungono profumi di albicocca, pesca bianca e fiori di zagara, che caratterizzano i migliori esemplari di Malvasia secca, rendendoli freschi e intensi allo stesso tempo.

Un altro vitigno autoctono che merita attenzione è il Listan Negro, il re dei vitigni a bacca rossa di Lanzarote. In questo contesto ostile ma fertile, il Listan Negro offre vini tanto delicati quanto intensi, capaci di esalare profumi di frutti rossi freschi, ciliegie, fragoline di bosco, arricchiti da una morbida speziatura di pepe nero e chiodi di garofano. I rosati prodotti da questo vitigno sanno essere vibranti e rinfrescanti, con una vivace vena acida e un finale sapido che invita al sorso successivo. Da non sottovalutare, inoltre, le espressioni dei rossi più strutturati, particolarmente quando affinati o amalgamati con una piccola percentuale di Syrah, il che aggiunge corpo e complessità.

Il Moscato d’Alessandria (localmente noto come Moscatel) è il vitigno che porta l’esuberanza della sua fragranza floreale e fruttata nei vini dolci dell’isola. Questi vini, spesso paragonati ai migliori passiti del Mediterraneo, evocano un affresco aromatico di fiori d’arancio, scorze di agrumi canditi e miele, con una struttura che li rende alleati perfetti per dessert e formaggi stagionati. Eppure, anche se potente nella sua dolcezza, il Moscato d’Alessandria mantiene una piacevole freschezza, caratteristiche essenziali che lo differenziano da altri dolci liquorosi.

Infine, troviamo il Palomino, un altro bianco che, se vinificato con cura, sa regalare vini dalla finezza straordinaria, ideali per essere consumati giovani, con la loro freschezza delicata, e la Diego (anche chiamata Vijariego), un vitigno meno noto ma non meno interessante, che aggiunge un ulteriore tassello al mosaico vinicolo di Lanzarote. Questo vitigno bianco si distingue per la sua robustezza e resistenza al clima avverso dell’isola, e per il carattere fresco e agrumato dei suoi vini, con sottili note erbacee e di erbe aromatiche. Le sue espressioni possono essere vini bianchi giovani, freschi, dal corpo leggero e dal palato snello e vivace. In blend con la Malvasia, regala profondità e cosparge di profumi erbacei i bianchi più complessi.

Le cantine di Lanzarote: un percorso nella tradizione e innovazione

Passeggiando tra i surreali paesaggi di Lanzarote, ogni passo rivela l’interazione millenaria tra l’uomo e un ambiente che sa essere al contempo generoso e implacabile. È in questo contesto che le cantine dell’isola emergono come autentiche custodi di un sapere antico, portato avanti con passione e coraggio in un territorio che è già di per sé una sfida. Le cantine di Lanzarote non sono semplici aziende produttrici di vino: rappresentano un patrimonio storico e culturale, un incontro tra tradizione secolare e innovazione continua. Qui, nel cuore delle isole Canarie, visitare una cantina significa scoprire la storia di una comunità che ha saputo domare il fuoco della terra per trasformarlo in nettare pregiato, e che non smette mai di reinventarsi.

In questo viaggio tra le cantine di Lanzarote, ci imbattiamo in nomi che risuonano come epifanie del tempo: El Grifo, Rubicón, La Geria, Vega de Yuco, Stratvs. Ognuna di queste realtà significa molto più di quello che semplici etichette possano suggerire; che si tratti della cantina più antica dell’isola o di un’azienda giovane e intraprendente, ciascuna ha saputo lasciare il segno nel mondo dell’enologia. Interessanti per la qualità dei vini che producono, le cantine di Lanzarote meritano di essere visitate per l’eccezionalità del paesaggio che le circonda e per il forte legame con le radici territoriali. Molte di esse hanno aperto le porte ai visitatori, offrendo esperienze immersive attraverso degustazioni, percorsi guidati e una costante attenzione al benessere e al piacere degli ospiti.

  • El Grifo

Se le cantine fossero grandi opere letterarie, El Grifo sarebbe il classico intramontabile, quell’opera che non subisce il passare del tempo e che continua a rimanere attuale e affascinante. Fondata nel 1775, El Grifo non è solo la più antica cantina di Lanzarote, ma è anche una delle più antiche della Spagna intera. È un luogo dove ogni pietra e ogni vite raccontano storie di generazioni che hanno lottato per coltivare la terra, e che hanno saputo trarre il meglio da un ambiente tanto ricco quanto difficile. Situata nel cuore di La Geria, El Grifo è molto più di una semplice cantina: è un vero e proprio monumento alla viticoltura eroica dell’isola.

Oltre alla produzione di vino, El Grifo ospita anche un Museo del Vino che attira ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo. Il museo espone attrezzature storiche, fotografie d’epoca e racconta la storia del vino a Lanzarote attraverso le sue collezioni permanenti. Ma El Grifo non è solo tradizione. L’azienda ha saputo abbracciare l’innovazione senza mai tradire le proprie radici. I loro vini più rappresentativi, come la Malvasia secca, sono celebri per la loro eleganza e complessità, esprimendo al massimo le caratteristiche uniche della Malvasia Vulcanica. Inoltre, l’azienda ha iniziato a produrre spumanti metodo classico, che riposano sui lieviti per almeno due anni, dimostrando che anche a Lanzarote è possibile creare bollicine di alta qualità. L’esperienza della degustazione presso El Grifo è arricchita dalla possibilità di esplorare i vigneti, rendendo la visita a questa cantina un viaggio indimenticabile nella cultura e nel sapore dell’isola.

  • Rubicón e La Geria

Sfilando lungo la LZ-30, la famosa strada del vino di Lanzarote, due cantine spiccano nell’affascinante cornice di La Geria: Rubicón e La Geria. Queste due cantine incastonate in una delle aree vinicole più antiche e pittoresche dell’isola incarnano il perfetto connubio tra tradizione e modernità, dimostrando come la dedizione e la passione per il territorio possano dare vita a vini di qualità superiore.

Bodegas Rubicón, con una storia che risale al XVIII secolo, rappresenta una testimonianza vivente della capacità dell’uomo di trasformare le avversità naturali in opportunità. La cantina è immersa in un contesto che toglie il fiato, con i suoi vigneti protetti dai classici zocos di pietra vulcanica. Qui la tradizione si sente ancora viva nei metodi di coltivazione e di vinificazione, ma sempre con uno sguardo attento alle innovazioni che possono migliorare la qualità finale dei vini prodotti. Le degustazioni di Rubicón offrono ai visitatori un’immersione nei sapori più autentici di Lanzarote, dalla Malvasia secca fino al Listan Negro, per finire con il Moscato d’Alessandria, il tutto accompagnato dai panorami indimenticabili dell’eredità lavica dell’isola.

A pochi passi, Bodegas La Geria, fondata sul finire del XIX secolo, è senza dubbio una delle cantine più conosciute e visitate di Lanzarote. Espressione di una vinificazione che valorizza i metodi tradizionali, La Geria è famosa per i suoi vini dalla forte spinta minerale e per la capacità di saper coniugare l’eredità vitivinicola dell’isola con le esigenze del mercato moderno. La cantina offre visite libere o guidate, con possibilità di degustazioni abbinate a prodotti locali, rendendo l’esperienza enogastronomica completa. Il Manto, il vino bianco di punta da uva Malvasia Vulcanica, rappresenta una imprescindibile icona del territorio che conquista per la freschezza e il carattere.

  • Vega de Yuco e Stratvs

Se El Grifo e Rubicón rappresentano il passato e la tradizione, Vega de Yuco e Stratvs incarnano il presente e il futuro della viticoltura sull’isola. Queste cantine più moderne dimostrano come la viticoltura di Lanzarote sia in continua evoluzione, con una maggiore attenzione verso il design architettonico innovativo e un’offerta enoturistica che punta sulla valorizzazione del territorio e sulle esperienze sensoriali.

Vega de Yuco, fondata nel 1997, è una cantina che ha fatto dell’innovazione il suo marchio di fabbrica, con una produzione che riesce a mantenere la qualità a livelli altissimi grazie a un’attenzione scrupolosa posta in ogni fase del processo di vinificazione. La loro linea di vini Yaiza, confezionata in eleganti bottiglie blu, è ormai riconosciuta tanto localmente quanto a livello internazionale, con una punta di eccellenza rappresentata dalla Malvasia Vulcanica, che porta nel bicchiere tutta la potenza e la freschezza mineralizzata dell’isola. La Finca Testeina, una vecchia residenza restaurata e ubicata all’interno di un vigneto, offre agli enoturisti una particolare esperienza immersiva, dove la tradizione agricola e l’innovazione tecnologica si fondono in un equilibrio perfetto.

Bodegas Stratvs, invece, rappresenta il massimo incontro tra design architettonico e vinificazione di alta qualità. Situata nei pressi del Parco Nazionale di Timanfaya, Stratvs si distingue non solo per i suoi vini eccellenti, ma anche per la struttura avveniristica che ospita la cantina, perfettamente integrata nel paesaggio circostante ma al tempo stesso unica e distintiva. I visitatori vi troveranno un’offerta enoturistica tra le più complete e raffinate dell’isola, con la possibilità di degustare vini di alta gamma in un ambiente curato nei minimi dettagli. Stratvs offre una gamma di vini versatili, spaziando dai bianchi di Malvasia, ai rossi corposi con uva Syrah, fino ai dolci di Moscato, la cui complessità e raffinatezza riflettono la dedizione posta nella loro creazione.

Esplorare La Geria, il cuore della viticoltura di Lanzarote

Per chi desidera immergersi completamente nell’universo enologico di Lanzarote, La Geria rappresenta una tappa obbligata. È qui, lungo i 16 chilometri della LZ-30, conosciuta come la “strada del vino” dell’isola, che i visitatori possono perdersi nell’affascinante bellezza delle distese di vigneti incastonati in conche scavate nella lava. Percorrendo questa strada, si attraversa l’anima vinicola di Lanzarote, e ogni curva offre una nuova vista mozzafiato di un paesaggio scolpito dal fuoco e modellato dall’ingegno umano.

Le cantine disseminate lungo La Geria sono luoghi dove il passato e il presente della viticoltura dell’isola si incontrano, offrendo ai visitatori l’opportunità di degustare vini pregiati, godere della bellezza dei vigneti e, soprattutto, capire meglio il legame profondo che unisce questo luogo al suo vino. Le visite guidate permettono di esplorare le peculiari tecniche di coltivazione, come la scavatura manuale delle buche protettive, che rendono unici questi vigneti.

Chi si avventura lungo questa rotta potrà visitare le cantine più famose come El Grifo, La Geria, Rubicón, ma anche scoprire piccole realtà meno conosciute come Bodegas Los Bermejos o Guiguan, dove l’accoglienza è più intima e personalizzata. Ogni cantina lungo La Geria racconta una parte della storia complessa e affascinante di Lanzarote, e offre un’esperienza di degustazione che va ben oltre il semplice atto di assaporare un vino: è un’immersione sensoriale completa, che lega indissolubilmente il sapore del vino al luogo in cui nasce e alla sua ancestrale vocazione enologica. Esplorare La Geria significa quindi vivere Lanzarote in tutta la sua autenticità, in un viaggio tra i suoi straordinari paesaggi, tradizioni e sapori.

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