“Della mia cucina si dice spesso che è semplice. È verissimo, nel senso che manca di complicazione, eppure sottintende una notevole complessità. La complessità in cucina può essere vantaggiosa, la complicazione mai”.
Dice così Niko Romito quando spiega la sua amata cucina.
Il noto chef abruzzese è infatti particolarmente seguito ed apprezzato proprio per l’umiltà dei suoi piatti, tutti nati da una profonda cura del dettaglio. Chi già lo conosce sa bene che non stiamo parlando di uno chef qualsiasi, Romito infatti non lascia indifferente proprio nessuno.
Quello che è diventato oggi è il frutto di scelte davvero coraggiose.
Sapevate che diversi anni fa, ad esempio, gli fu proposto di dirigere un ristorante in Oriente (con un buonissimo contratto) e che rifiutò per puntare sulla sua regione Abruzzo?
E’ proprio grazie a questa caparbietà che è riuscito ad ottenere 3 stelle Michelin, il premio “Performance dell’Anno” della guida dell’Espresso 2015 (con punteggio 19,5/20), l’84 esimo posto nell’importante classifica deiWorld’s 50 Best Restaurants 2016 ed il premioper il “Piatto dell’Anno” della guida dell’Espresso 2017 ”, con il punteggio massimo di 5 Cappelli.
I suoi piatti
Il successo dei suoi piatti non è quindi un caso!
Con l’obiettivo di tener fuori dalla cucina il maggior numero di zuccheri aggiunti e grassi, Niko Romito prova e riprova, con numerose tecniche e tentativi, il modo migliore per estrapolare il vero sapore di ogni ingrediente. Sono processi lunghi e mai scontati che puntano ad arrivare a preparazioni leggere ma sempre ricche di sapore. Non stupitevi quindi se, provando uno dei suoi tanti piatti, scoprirete che è stato fatto con soltanto due o tre ingredienti (e molto più di rado con qualcuno in più).
Tra le sue ricette più note di sicuro potreste innamorarvi di verza e patate, l’assoluto di cipolle, parmigiano e zafferano tostato oppure del piccione fondente e pistacchio.
I ristoranti
Il ristorante che lega Niko Romito alla sua terra è il ristorante “Reale”, che gestisce assieme alla sorella da quando decise di spostare il suo lavoro dall’ex pasticceria di famiglia (mutata in trattoria) nel 2000. Giusto un anno dopo ha investito in un importante e massiccio rinnovo di un ex monastero del ‘500, “Casadonna”, trasferendo il tutto quindi a Castel di Sangro. Quello che prima era un convento di 6 ettari e ad un’altitudine di 860 metri, oggi è un bellissimo ristorante a 3 stelle con frutteto, giardino di erbe aromatiche e spontanee ed un vigneto sperimentale. Intorno ci sono bellissime montagne ed il fiume Sangro. Se vi sta sfiorando l’idea di raggiungerlo, sappiate che c’è la possibilità di fermarsi anche per la notte in una delle 9 camere di charme a disposizione.
I fornelli di Romito per fortuna non sono accesi soltanto al “Reale”.
“Spazio” ad esempio è il ristorante che dopo Rivisondoli, Milano e Roma, guarda anche alla città di New York e Londra. In collaborazione con Bulgari Hotel si sono invece quelli di Pechino, Shangai, Dubai ed il prossimo a Milano (ne avevamo già parlato qui, ricordate?), mentre “Bomba” raggiungerà diversi posti del mondo per portare una sintesi della gastronomia dello chef.
I progetti
Oltre alla vita che gira intorno ai ristoranti c’è però anche quella di altri progetti.
Il più importante è sicuramente legato alla scuola di cucina professionale “Niko Romito Formazione”, un posto in cui 15 studenti all’anno hanno la possibilità di poter seguire un percorso didattico di altissimo livello. La soddisfazione qui però non è a senso unico, anche lo chef ne trae immensa gioia potendo insegnare tutto ciò che lui, da autodidatta, ha imparato in lunghi anni di esperienza.
Tutt’altro progetto è invece quello dell’IN-Intelligenza Nutrizionale, grazie al quale cibi più completi (dal punto di vista nutrizionale), con processi produttivi ottimizzati e riduzione degli sprechi, sono arrivati anche negli ospedali. Più che un progetto alimentare potremmo definirlo culturale, in grado di migliorare la qualità della vita di molti.
In ultimo ci fa piacere dirvi anche di Unforkettable, l’enciclopedia digitale della cucina italiana che è stata progettata e registrata presso “Casadonna”, ma che è stata tradotta persino in giapponese.
Diciamoci la verità, come potremmo non amare un uomo ed uno chef che parlando del suo lusso dice: “Il mio lusso è vivere e lavorare qui.”!?