The World’s 50 Best Restaurants 2023: ecco la lista delle meraviglie del mondo

Il bicchiere della ristorazione italiana è mezzo pieno o mezzo vuoto? È questa la riflessione che sorge dopo la pubblicazione della classifica The World’s 50 Best Restaurants 2023, che come al solito ci spinge ad alcune valutazioni sulla salute dell’alta ristorazione a livello globale e appunto nazionale, incoronando in particolare un nuovo locale come “miglior ristorante al mondo“. Quest’anno la scelta è ricaduta su Central di Lima, in Perù, che quindi subentra al danese Geranium, vincitore nel 2022, che per le regole della graduatoria è stato inserito nella Hall of Fame di The World’s 50 Best.

The World’s 50 Best Restaurants 2023, la Top Ten e le posizioni degli italiani

Prima di andare a investigare i temi più “caldi” di questa edizione della classifica – rivelata nel corso di una presentazione svoltasi presso la Ciudad de las Artes y las Ciencias, nella città spagnola di Valencia – è il caso di ricapitolare la top ten che emerge dal lavoro dei giudici e degli ispettori.

  1. Central – Lima, Perù
  2. Disfrutar – Barcellona, Spagna
  3. Diverxo – Madrid, Spagna
  4. Asador Extebarri – Axpe, Spagna
  5. Alchemist- Copenhagen, Danimarca
  6. Maido- Lima, Perù
  7. Lido 84- Gardone Riviera, Italia
  8. Atomix- New York City, USA
  9. Quintonil – Città del Messico, Messico
  10. Table by Bruno Verjus – Parigi, Francia

Come dicevamo, quindi, il ristorante Central di Lima, in Perù, si è aggiudicato il primo posto nella classifica del 2023, diventando il miglior ristorante al mondo. Central, guidato dallo chef Virgilio Martínez e dalla sua partner Pía León, si distingue per la sua cucina innovativa basata sulla biodiversità e le tradizioni del Perù.

La classifica “The World’s 50 Best Restaurants” continua a essere uno dei principali riferimenti nel panorama della ristorazione mondiale, con la sua lista che presenta una varietà di ristoranti provenienti da diversi continenti e culture culinarie. La vittoria del Central di Lima, in particolare, sottolinea l’importanza della cucina sudamericana nel panorama gastronomico globalizzato, confermata anche dalle numerose new entry (nelle posizioni della top 100) che interessano quest’area geografica: ad esempio, Mérito, sempre a Lima, è stato premiato in posizione 59; i ristoranti Lasai e Oteque di Rio de Janeiro in Brasile salgono rispettivamente al numero 58 e 76; il Nuema a Quito si posiziona al numero 79, mentre il Maito a Panama City è proprio il numero 100.

La classifica dei premi speciali conferma le aspettative degli esperti del settore, con poche sorprese. Il premio per il ristorante più sostenibile è stato assegnato a Fyn di Cape Town. Elena Reygadas del ristorante Roseta a Città del Messico è stata nuovamente premiata come “Migliore chef donna dell’anno”. L’Iconic Award, destinato al cuoco più influente e fonte d’ispirazione per gli altri chef, è stato vinto da Andoni Luis Aduriz del Mugaritz di San Sebastián. Aduriz è noto per le sue innovative ricerche su muffe e fermentazioni, che spesso suscitano riflessioni e domande tra clienti ed esperti, e ha ricevuto il premio direttamente dalle mani di Massimo Bottura, a cui lo lega un rapporto di stima e di amicizia.

Il premio “One to Watch” è stato assegnato a Tatiana di Kwame Onwuachi a New York, mentre il premio “Champions of Change”, dedicato alle iniziative che generano un impatto positivo sulla società attraverso il cibo, è stato attribuito a Nora Fitzgerald Belahcen. Originaria della California e cresciuta in Marocco, Belahcen è stata premiata per il suo progetto a sostegno delle donne in situazioni difficili e disagiate.

Il paradosso di Lido84: migliore in Italia, snobbato da Michelin

La top ten del 2023 mette in luce anche un altro aspetto “curioso”, che riguarda da vicino il nostro Paese. Anche quest’anno, infatti, il miglior ristorante italiano secondo The World’s 50 Best Restaurants è Lido 84, situato a Gardone Riviera sul Lago di Garda e guidato dallo chef Riccardo Camanini, che sale al settimo posto assoluto nella classifica mondiale e si fa apprezzare per la sua cucina ispirata alla tradizione, ma arricchita da tecniche innovative e unicità.

Il paradosso è che, a fronte di questo riconoscimento internazionale, questo ristorante risulta ancora un po’ “snobbato” su scala nazionale, quanto meno per ciò che concerne la Guida Michelin: da anni, infatti, Lido84 non si smuove dalla sola stella attribuita dalla Rossa, e questa situazione ha suscitato dibattiti e riflessioni sull’approccio delle diverse guide gastronomiche e sulle motivazioni dietro tale discrepanza tra i riconoscimenti ricevuti dal ristorante. Per quanto sia chiaro che esistono differenze nei criteri di valutazione tra “The World’s 50 Best Restaurants” e la Guida Michelin, è comunque bizzarro che una cucina valutata come la migliore d’Italia dal voto di un’ampia giuria internazionale composta da critici, chef, ristoratori e appassionati di gastronomia (i criteri di The World’s 50 Best Restaurants) sia invece giudicata di qualità, ma forse non di eccellenza dagli ispettori anonimi che animano la Michelin.

Le notizie per l’Italia: poche luci, varie ombre sulla ristorazione tricolore

La posizione guadagnata da Lido84 (che, peraltro, va letta anche ricordando come funziona la classifica di The World’s 50 Best Restaurants, con lo “slittamento” del numero 1 dell’anno precedente nell’elenco della Hall of Fame) è a ben vedere l’unica nota realmente positiva che arriva dalla serata di Valencia per i nostri colori.

Non è stato infatti un grande anno per la ristorazione italiana, che ha mediamente perso posizioni in classifica e non ha ottenuto performance particolarmente meritorie.

Piccola eccezione è quella di Enrico Bartolini, che per la prima volta compare nella classifica “The World’s 50 Best Restaurants”, posizionandosi all’85esimo posto con il suo ristorante Mudec, che è l’unica new entry italiana presente nella lista delle posizioni 1-100 per il 2023 (e in posizione piuttosto bassa).

Complessivamente, l’Italia ha ottenuto sette ristoranti nella classifica dei 100 migliori al mondo, un dato che da un lato dimostra il valore e la qualità della nostra offerta food ma che, dall’altro, sembra anche sintomo di un declino, dal momento che nella maggior parte i nostri ristoranti hanno perso posizioni rispetto agli anni precedenti.

In particolare, Niko Romito con Reale si è posizionato al 16° posto, una posizione in meno rispetto alla classifica precedente; Uliassi di Mauro Uliassi a Senigallia si piazza al 34esimo posto (era 12esimo); Le Calandre della famiglia Alajmo a Sarmeola di Rubano scivola alla numero 41 (era al numero 10); Piazza Duomo di Enrico Crippa ad Alba, precipita alla posizione numero 42 (dalla 19esima). In tutti e quattro i casi, parliamo di ristoranti che compongono il ristrettissimo gotha dei tre stelle Michelin in Italia, che a quanto pare però non convincono del tutto (o convincono meno) i giudici di The World’s 50 Best Restaurants.

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