Food Challenge: quanto bisogna stare attenti a queste sfide sui social? Scopriamolo!

Non è un fenomeno nuovo, ma attraverso internet e soprattutto i social si sta diffondendo in tempi e su scale impensabili prima: parliamo delle food challenge, vere e proprie sfide o gare che coinvolgono il consumo di cibo in modi insoliti o estremi e che, attraverso piattaforme come YouTube, TikTok e Instagram, attira l’attenzione di milioni di utenti. Le food challenge odierne spesso prevedono che i partecipanti mangiano grandi quantità di cibo in un tempo limitato, consumino alimenti estremamente piccanti o amari, o seguano ricette bizzarre e inusuali, e negli ultimi tempi si sono segnalati vari casi di situazioni degenerate in pericolo o addirittura tragedia: è quindi il momento di capire cosa sono queste food challenge online, che rischi comportano e che cosa possiamo fare, soprattutto per preservare i più piccoli da messaggi sbagliati.

Le origini delle Food Challenge

Sebbene le food challenge siano diventate popolari con l’avvento dei social media, la loro storia ha radici ben più profonde; già in passato, competizioni legate al cibo erano comuni in festival e fiere locali, dove le gare di mangiatori di torte o hot dog attiravano folle entusiaste e avevano spesso lo scopo di celebrare un prodotto locale o di creare coesione comunitaria attraverso eventi divertenti e partecipativi. Ne sono esempio anche format televisivi del recente passato, come il celebre “Man vs Food“, dove il protagonista si cimentava in sfide alimentari estreme (e lo stesso storico presentatore dello show, Adam Richman, ha iniziato a soffrire di problemi di salute causati proprio dalla scorretta alimentazione tenuta durante la conduzione del programma, il che lo ha spinto a cambiare vita, perdere peso e rimettersi in salute)

La transizione da eventi fisici e show televisivi ai social media ha amplificato la portata e la visibilità delle food challenge, rendendole accessibili a un pubblico globale e trasformandole in un fenomeno culturale di massa.

Le food challenge sui social

Le food challenge rappresentano oggi una tendenza in forte ascesa sui social media, dove centinaia di video vengono caricati quotidianamente e catturano l’attenzione di un vasto pubblico online. Queste sfide alimentari si sono evolute nella loro forma digitale 2.0 e offrono uno spettacolo variegato e accattivante, capace di generare engagement e di stimolare la curiosità dei follower, grazie non solo all’immediatezza del contenuto video, ma anche a scelte strategiche per quanto riguarda la musica e il montaggio, solitamente dinamici e coinvolgenti.

Le food challenge sui social si articolano in una serie di formati che spaziano dall’intrattenimento puro alla condivisione di esperienze personali legate al cibo; questi formati si sono evoluti nel tempo, adattandosi alle tendenze del momento e alle piattaforme disponibili, e hanno acquisito caratteristiche distintive che li rendono unici nel loro genere.

Alcuni esempi recenti includono la “Fear Food Challenge“, dove i partecipanti affrontano il consumo di cibi che normalmente eviterebbero per paura o ansia legata al loro contenuto calorico o alla percezione di “cibo proibito”; la “Mukbang Challenge“, originaria della Corea del Sud, vede invece creator ingurgitare enormi quantità di cibo mentre interagiscono con il loro pubblico, spesso sotto la lente dell’ASMR, ovvero la risposta sensoriale autonoma meridiana che induce rilassamento. Infine, la “Fast Eating Challenge” sfida i partecipanti a consumare grandi quantità di cibo in tempi record.

Gli effetti collaterali delle sfide

Al di là del mero aspetto di intrattenimento, gli esperti hanno più volte espresso preoccupazione e perplessità circa i possibili effetti negativi derivanti da tali challenge, soprattutto riguardo un pubblico molto giovane o particolarmente sensibile.

Ad esempio, è vero che i video del Mukbang (che letteralmente significa “trasmissione di mangiare”) enfatizzano i suoni della masticazione e della deglutizione per stimolare l’ASMR (Autonomous Sensory Meridian Response), generando una sensazione di piacere e rilassamento come risposta a determinati stimoli uditivi o visivi. Ma questi video sono stati oggetto di critiche per la loro potenziale tossicità, in quanto possono normalizzare il sovralimentazione e influenzare negativamente le abitudini alimentari degli spettatori. Anche il format Fear Food Jar non è esente da problematiche: questi video sono spesso creati da individui che stanno cercando di superare un disturbo del comportamento alimentare (DCA) e desiderano documentare il loro percorso di recupero, ma se per alcuni possono essere fonte di ispirazione positiva, per alcuni analisti la condivisione di questi momenti intimi rischia di trasformarsi in una forma di spettacolarizzazione della malattia, distogliendo l’attenzione dal serio lavoro di recupero che comporta un DCA.

Infine, su TikTok ha preso piede il trend dei “Girl Dinner“, video in cui prevalentemente ragazze condividono i loro pasti, spesso caratterizzati da un basso contenuto calorico: questa tendenza ha generato una sorta di competizione implicita tra gli utenti, che cercano di superarsi a vicenda nella creazione di pasti sempre più minimalisti e “perfetti” dal punto di vista calorico. Questi contenuti possono avere un impatto significativo sulla percezione del cibo e sull’autostima degli spettatori, specialmente se questi ultimi sono giovani donne in una fase critica dello sviluppo della propria immagine corporea, e la viralità di questi video può portare a una normalizzazione di diete restrittive e a un’idealizzazione di stili di vita che non tengono conto delle esigenze nutrizionali individuali, potenzialmente incoraggiando comportamenti alimentari disordinati e una percezione distorta di cosa significhi mangiare in modo sano.

food challenge panino

I rischi delle food challenge virtuali

Più in generale, le food challenge presentano anche altri tipi di rischi: la pressione di guadagnare visibilità e approvazione online può spingere gli individui a superare i propri limiti fisici, portando a conseguenze potenzialmente pericolose per la salute, che vanno dall’indigestione e malnutrizione fino a gravi problemi gastrointestinali o, nei casi estremi, a rischi di soffocamento o avvelenamento alimentare. Inoltre, la glorificazione del consumo eccessivo di cibo può avere ripercussioni negative sulle percezioni culturali dell’alimentazione e sulla promozione di stili di vita sani.

L’attenzione degli esperti si è focalizzata sulle possibili ripercussioni che queste sfide possono avere sulla salute mentale e fisica degli individui, in particolare sul legame tra l’esposizione a questi video e lo sviluppo o l’aggravamento di disturbi alimentari. Professionisti del settore, come psicoterapeuti e nutrizionisti, esprimono preoccupazione per l’influenza che tali contenuti possono avere, soprattutto sui più giovani, che sono i principali consumatori di questi media. La loro preoccupazione si basa su dati e ricerche che evidenziano un aumento dei casi di disturbi del comportamento alimentare correlati all’uso dei social media. Gli esperti sottolineano come la costante esposizione a queste sfide possa distorcere la percezione normale dell’alimentazione e incoraggiare comportamenti alimentari malsani o pericolosi. Inoltre, la glorificazione di abitudini alimentari estreme può contribuire a normalizzare l’eccesso e la restrizione alimentare, influenzando negativamente le abitudini dei giovani utenti che possono essere particolarmente suscettibili a tali messaggi.

Food Challenge e Disturbi Alimentari: un rapporto da investigare

Inevitabilmente, gli stessi social media sono finiti sotto al lente di ingrandimento in quanto potenziale veicolo amplificatore di disinformazione e influenze negative, soprattutto quando si tratta di contenuti legati all’alimentazione e all’immagine corporea. I cosiddetti contenuti di thin- e fit- inspiration, che promuovono ideali di magrezza e stili di vita estremamente controllati, possono avere effetti dannosi sulla salute mentale degli utenti. Prendiamo il format “What I eat in a day“: spesso realizzati da influencer con corpi magri, questi contenuti mostrano pasti giornalieri che possono essere irrealistici o non rappresentativi di una dieta equilibrata, accompagnati da commenti sulle porzioni, sulle calorie o sulla tipologia dei cibi scelti. Questi video possono costituire un trigger pericoloso per chi soffre di disturbi alimentari o per chi è a rischio, in quanto possono indurre a emulare comportamenti alimentari disordinati nella ricerca di un ideale di corpo irraggiungibile.

L’analisi dei dati relativi ai disturbi alimentari in Italia sono allarmanti: secondo l’ultima indagine nazionale del ministero della Salute (2019-2023), i casi di disturbi alimentari sono più che raddoppiati in tre anni. Oltre 3 milioni di persone, circa il 5% della popolazione italiana, sono affette da disturbi come bulimia, anoressia e binge eating. La fascia d’età più colpita è quella tra i 13 e i 25 anni, con una maggiore incidenza tra le ragazze. Questi dati evidenziano una forte correlazione tra la percezione dell’immagine corporea e l’insorgenza di disturbi alimentari, una relazione che può essere influenzata negativamente dalle food challenge sui social.

Le 5 food challenge più pericolose

Al di là dei problemi comportamentali, poi, ci sono anche dei casi in cui la sfida è terminata molto male o ha avuto conseguenze nefaste sui partecipanti; in particolare, negli ultimi anni ci sono state almeno 5 food challenge virali su internet che si sono rivelate letteralmente pericolose.

  1. Paqui One Chip challenge

È probabilmente il caso più recente e drammatico, e a settembre 2023 potrebbe aver provocato la morte di un adolescente del Massachusetts. Questa challenge, diventata popolare su TikTok, consiste nel testare la resistenza al piccante di una persona, che deve mangiare una patatina Paqui One condita con due dei peperoncini più piccanti al mondo, il Carolina Reaper e il Naga Viper, con l’obiettivo di resistere il più a lungo possibile senza mangiare altro cibo o bere acqua.

Il cibo piccante può essere pericoloso, poiché il corpo lo scambia per un aumento della temperatura corporea, causando “abbondante sudorazione e dilatazione dei vasi sanguigni per permettere al calore corporeo di dissiparsi attraverso la pelle”, come scritto su Forbes. Il corpo cerca anche di espellere la capsaicina, il composto che rende il cibo piccante, provocando naso che cola e lacrimazione, e in alcune persone può causare anche nausea e vomito. Inoltre, le conseguenze possono essere addirittura letali per chi ha condizioni mediche preesistenti o una maggiore sensibilità.

  1. Cinnamon challenge

Diventata famosa una decina di anni, la “sfida della cannella” potrebbe aver portato a numerosi ricoveri ospedalieri. La prova consisteva nel tentare di ingoiare un cucchiaio di cannella in polvere senza acqua in un minuto, con potenziali rischi di soffocamento e insufficienza respiratoria, secondo gli esperti. Quando viene ingerita, la polvere può infatti entrare nell’esofago e nei polmoni, causando potenzialmente soffocamento, tessuto polmonare cicatrizzato e persino collasso polmonare nei casi più gravi.

  1. Sprite and Banana Challenge

È una challenge che sta facendo il giro su TikTok dall’ottobre 2022 uno streamer popolare aveva accettato la sfida, e ha creato scompiglio tra gli stomaci, e consiste nel mangiare due banane e poi bere una bottiglia di Sprite il più velocemente possibile” il risultato è solitamente il vomito, causato dalla reazione chimica che avviene nello stomaco dopo aver consumato entrambi gli alimenti consecutivamente.

Le banane contengono proteine e lo Sprite ha anidride carbonica, dicono gli esperti: la miscela dei due cibi con l’acido dello stomaco provoca reflusso.

  1. Salt and Ice Challenge

Non prevede tecnicamente consumo di cibo, ma comunque afferisce alla sfera “food” la sfida del sale e ghiaccio, che pure ha causato numerose complicazioni sanitarie. In questa challenge, i partecipanti devono mettere sale da tavola sulla pelle esposta, aggiungere un cubetto di ghiaccio e tenerlo premuto fino a quando riescono a tollerare il dolore..

Siamo in realtà di fronte a un vero esperimento chimico sulla propria pelle, perché la combinazione di ghiaccio e sale può causare ustioni di secondo e terzo grado e persino congelamenti.

  1. Tide Pod Challenge

È ancora più estrema la sfida delle “capsule da lavastoviglie”, nata da uno scherzo che si è trasformato in tragedia, portando molti bambini a mangiare le capsule di detersivo Tide, presentate come “appetitose”. La diffusione della tendenza ha spinto la Commissione per la Sicurezza dei Prodotti di Consumo degli Stati Uniti (USCPSC) e la stessa azienda Tide a pubblicare avvertimenti contro il consumo delle capsule.

food-challenge sfide social

Food challenge e noi: cosa possiamo fare per evitare i rischi

Il fenomeno delle food challenge (e il più ampio tema dell’accesso immediato e spesso incontrollato dei giovani ai social media) impone anche di considerare l’importanza del nostro ruolo in qualità di genitori, educatori o comunque “adulti” che possono offrire un modello comportamentale per i più piccoli ed esposti a questi messaggi.

Vietare semplicisticamente l’utilizzo delle piattaforme è complesso e forse vano, quindi potrebbe essere più utile adottare un approccio proattivo e dialogativo: discutere insieme i pericoli potenziali e le conseguenze sulla salute può aiutare i giovani a sviluppare un pensiero critico e a prendere decisioni più consapevoli. I genitori possono anche stabilire regole chiare sull’uso dei dispositivi digitali e monitorare l’attività online dei figli, senza tuttavia trascurare l’importanza di rispettare la loro privacy e autonomia. Ancora più importante, è importante offrire modelli positivi nella vita “fisica”, adottando comportamenti alimentari sani e un approccio equilibrato al cibo.

Secondo gli esperti, poi, si dovrebbero implementare strategie di prevenzione ed educazione efficaci a contrastare gli effetti negativi delle food challenge, che vanno da programmi scolastici mirati a promouovere l’importanza di una dieta equilibrata e di uno stile di vita sano alla creazione di campagne di sensibilizzazione che mettano in luce i pericoli di queste sfide, fino all’individuazione ove necessario di un supporto psicologico adeguato per i giovani che rischiano di essere influenzati negativamente dai contenuti online, offrendo loro uno spazio sicuro per discutere delle loro preoccupazioni.

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