Foodporn: cosa significa e perché utilizzare questo hashtag?

Potremmo pensarla come una deriva del tutto contemporanea, frutto dell’estrema facilità di catturare un’immagine con lo smartphone e postarla sui social, ma in realtà il foodporn nasce già nel passato, almeno come tendenza a “esagerare” nella rappresentazione degli alimenti. Scopriamo tutto ciò che c’è da sapere su questo tema, con alcune curiosità davvero sorprendenti.

Cosa significa food porn?

Iniziamo dalle definizioni: secondo Wikipedia, il foodporn è “una presentazione visiva spettacolare e glamour di preparazioni alimentari in pubblicità, spot pubblicitari, programmi di cucina o altri media visivi”, che mette al centro soprattutto alimenti che vantano un alto contenuto di grassi e calorie, piatti esotici che suscitano il desiderio di mangiare o la glorificazione di cibo come sostituto del sesso.

Mostrare quel che mangiamo, un prodotto di una determinata marca, un tipo di cibo o il luogo in cui stiamo mangiando è un modo per mettere in scena e descrivere noi stessi: questo fenomeno non è nuovo (pensiamo alle rappresentazioni degli alimenti nella storia dell’arte), ma si è intensificato con l’avvento delle piattaforme social media come Facebook, Instagram o Pinterest (dove l’immagine domina), insieme all’arrivo di tecnologie sempre più potenti, che consentono di fotografare in ogni instante e di ottenere anche immagini sempre più luminose, dettagliate e colorate.

Anche il termine “food porn” o foodporn non è esattamente nuovo: originariamente coniato dalla critica femminista Rosalind Coward nel suo libro del 1984 Female Desire, attinge in realtà ad altre espressioni simili (come vedremo) ed è esploso e diventato virale a metà degli anni 2000.

food porn

Che cos’è davvero il food porn?

Un piacere per gli occhi che diventa importante tanto quanto il piacere per le papille gustative: è questa l’essenza del food porn, la tendenza estremamente social che trasforma l’esperienza gastronomica in un momento da condividere con gli altri, suscitando eccitazione, desiderio o invidia. Come per la pornografia, è l’immagine che eccita: più la foto fa venire l’acquolina in bocca, più sarà condivisa e farà incetta di “like” sui social network. Allo stesso modo, è anche un riferimento al fatto che il cibo fotografato è irrealistico quanto le immagini pornografiche, spesso trasformato, esagerato, ingigantito e reso irraggiungibile utilizzando filtri come quelli disponibili su Instagram.

I profili su Twitter, Pinterest, Tumblr e Instagram sono stati interamente dedicati al food porn: solo su Instagram l’hashtag #foodporn vanta oltre 300 milioni di foto, mentre su twitter #foodporn è identificato oltre 100 milioni di volte. Pertanto, più che una semplice tendenza culinaria, il food porn è un vero fenomeno sociale.

Come nasce il termine foodporn?

Il food porn è un fenomeno in costante crescita e sui social fanno capolino tantissime immagini e video legati a una rappresentazione “estetica” degli alimenti, condivisi con amici, fan e follower. Il termine è memorabile ed evocativo e, come detto, ha un’origine ben precedente alla comparsa dei social network.

A creare l’espressione food porn è stata l’autrice e giornalista Rosalind Coward, che nel suo libro “Desideri di donna – Female desires: how they are sought, bought, and packaged” del 1984 usò per la prima volta il termine “pornografia alimentare“. In quel contesto, il riferimento era alle foto di cibo estremamente glamour, che presentavano i piatti in modo magnifico rappresentando un “atto di servitù”, ovvero un “simbolo di una partecipazione volontaria e piacevole nel servire gli altri”; tali immagini, spesso ritoccate, non raccontano mai il processo di produzione di un pasto ma suscitano sensazioni di piacere fisico nello stesso modo in cui la pornografia suscita sensazioni di piacere sessuale.

In realtà, già qualche anno prima, nel 1977, la NY Review of Books aveva pubblicato un rapporto su un libro di cucina di Paul Bocuse coniando il termine “gastroporn”, che designava “un libro o una rivista con immagini di cibo così buone da farti desiderare di averne di più e poi da farti sentire in colpa solo per averlo guardato”.

Sempre in epoca pre-social, poi, negli anni Novanta anche la Tv e in particolare gli spot commerciali avevano puntato alla spettacolarizzazione del cibo presentando scene di alimenti in un modo altamente estetico, dove ogni ingrediente veniva filmato in dettaglio rivelando curve, forme e trame in modo quasi erotico.

Ma possiamo andare ancora più indietro nel tempo e, seguendo lo studio condotto dagli scienziati del Food and Brand Lab della Cornell University, ritrovare tracce di “food porn” anche nella storia dell’arte: esaminando 140 dipinti di cibo realizzati tra il 1500 e il 2000, gli studiosi hanno infatti scoperto che le pietanze maggiormente raffigurate non sono rappresentative dei cibi più comunemente consumati, ma (anche in questo caso) gli artisti hanno reso i piatti e i prodotti più speciali, desiderabili o esteticamente gradevoli. Come nell’attuale tendenza social, anche con i quadri e le opere d’arte bisogna fornire allo spettatore un’esperienza visiva esteticamente gradevole (ad esempio, si trovano molti più dipinti di frutta e molluschi esotici che di verdure o ortaggi locali, meno “scenografici”), che rappresenti la magnificenza del committente e stupisca le persone “normali”.-

Allo stesso modo, anche oggi – in un modo dove comunque la cattura visiva del cibo funziona con il minimo sforzo – l’intenzione che muove lo scatto è immortalare e presentare artisticamente cibi deliziosi, che però spesso non somigliano per niente al pasto che consumiamo nella vita quotidiana.

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Come e quando utilizzare l’hashtag foodporn

Da quanto scritto dovrebbe essere chiaro che foodporn è un concetto ben preciso, un hashtag che va applicato a immagini specifiche e non genericamente a ogni foto che rappresenta un piatto o un alimento.

Per la precisione, possiamo etichettare con #foodporn delle foto che esaltino l‘aspetto estetico dell’alimento nella sua interezza (estetizzazione del cibo), ma soprattutto che raffigurino qualcosa che si fa quasi letteralmente mangiare con gli occhi, scatenando i sensi degli spettatori.

Soprattutto, non dobbiamo confondere il food porn con il junk food, letteralmente “cibo spazzatura”, l’insieme di alimenti poco salutari anche se veloci e golosi: food porn sono piatti belli da vedere e buoni da gustare, curati in ogni dettaglio.

Dal punto di vista pratico, quindi, il primo passo per scattare una foto perfetta per l’hashtag foodporn è scegliere il soggetto, badando a tutti i dettagli (anche, ad esempio, alla pulizia del piatto, al contrasto cromatico e alla composizione nel suo complesso).

E se siamo colti dall’ispirazione fotografica mentre siamo a cena al ristorante, c’è poi un altro consiglio da non dimenticare mai: godiamoci (anche e soprattutto) il piatto. Non possiamo passare 15 minuti a scattare la foto perfetta e poi mangiare il cibo freddo, quindi anche la tempestività è importante – a volte è meglio mettere giù il telefono e prendere invece la forchetta!

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