Melograno: proprietà e benefici dell’albero della melagrana

È l’albero verde “dai bei vermigli fior”, come poeticamente (e mestamente) scriveva Carducci nel famoso componimento Pianto antico, e i suoi frutti sono buoni, salutari e simbolici: parliamo del melograno e della melagrana, che da secoli fanno parte della nostra tradizione gastronomica e della nostra cultura.

Melograno o melagrana, come si dice? Qual è la differenza?

Prima di addentrarci nelle questioni più prettamente legate al food, è bene chiarire da subito quale è la differenza tra melograno e melagrana: semplicemente, con il primo termine si fa riferimento all’albero, mentre il secondo è il nome del frutto (banalmente, come avviene con melo e pero per mela e pera).

E quindi: melograno è la pianta, melagrana (a volte mela granata o granata) è il suo frutto.

In entrambi i casi si tratta di una derivazione dal latino, per la precisione dalle parole malum (“mela”) e granatum (“con semi”), e sia la pianta che i suoi frutti sono noti sin dall’antichità, legandosi anche a simbolismi religiosi e culturali.

melograno o melagrana

Le caratteristiche della melagrana

Per sua natura, infatti, la melagrana è un frutto speciale e molto diverso da quelli che siamo abituati a consumare, soprattutto nella tradizione occidentale: si presenta infatti come bacca (detta Balausta) di consistenza molto dura e forma rotonda con un leggero allungamento all’estremità; è però l’interno a riservare la sorpresa maggiore, perché ricco di semi, detti chicchi o arilli, dal caratteristico colore rosso e gusto dolce e profumato.

Questo frutto è caratteristico del periodo autunnale e la sua maturazione inizia da ottobre, durando fino a dopo Natale.

Le tante proprietà benefiche della melagrana

Oltre al sapore delicato, il frutto del melograno è un piccolo scrigno di proprietà benefiche e salutari; innanzitutto, è poco calorico e una porzione da 100 grammi di alimento apporta 63 Calorie, ed è composto in larga parte da carboidrati (oltre il 90%, per lo più zuccheri), proteine e lipidi.

Dal punto di vista nutrizionale, è un frutto ricco di vitamine A e C, ma anche di acqua, fibre, potassio, fruttosio, sali minerali, polifenoli antiossidanti come l’acido punicico e la punicalagina: queste caratteristiche lo rendono un potente alleato per la nostra salute, in quanto capace di esercitare un’azione antinfiammatoria e antibatterica, di migliorare la pressione arteriosa, di favorire la salute cardiovascolare, supportare la memoria e, secondo alcuni studi, contribuire a contrastare lo sviluppo del cancro alla mammella e alla prostata.

melagrana

Gli utilizzi del frutto di melograno in cucina

La melagrana è un frutto complicato da aprire, ma basta solo un po’ di pratica per poterne gustare i semi: possiamo ad esempio servirci di un cucchiaino per raccogliere gli arilli rossi e consumarli freschi, oppure usarli per tante ricette o, ancora, per preparare un saporito succo.

Il modo più semplice di mangiare la melagrana è sgranare i suoi chicchi e consumarli al naturale oppure conditi con un po’ di succo di limone; in alternativa, possiamo usare gli agrilli a delle macedonie con altra frutta di stagione, aggiungendo un tocco di sapore e di colore.

Ma i semi del frutto del melograno sono adatti anche alla preparazione di piatti salati, ad esempio per fare delle insalate di cavolo rosso e delle insalate di cereali, ma sono anche un tocco sfizioso da abbinare alla frutta secca per preparare il cous cous o al farro e all’uva per preparare un’insalata di frutta e cereali.

In Puglia, e in particolare nella Daunia, la melagrana è insieme a grano, cioccolato e noci uno degli ingredienti principali del grano cotto, un dolce che si prepara per la Commemorazione dei defunti.

Molto diffuse sono anche le preparazioni con il succo di melagrana, ottenuto dalla spremitura dei semi, che può servire a insaporire salse, dolci o piccanti, a guarnire la carne o il riso oppure a preparare per cibi tradizionali. Di solito, il sapore del succo è intermedio, con un mix tra dolce e acidulo e un retrogusto vagamente amaro e astringente (causato dalla componente tannica dell’arillo); nella versione più dolce si chiama granatina, un nome che però viene dato a livello industriale anche a miscele di succhi di frutti misti (ad esempio agrumi, lamponi, ribes e aromi naturali).

Il simbolismo della melagrana

Abbondanza, fertilità, prosperità: la caratteristica composizione delle melagrane ha fatto sviluppare sin dall’antichità un forte simbolismo intorno a questo frutto, con tantissimi miti e leggende che si incentrano sul suo consumo.

A livello generale, la presenza di tanti semi all’interno del frutto è stata interpretata come un segno di abbondanza e fertilità, e infatti in tante zone anche in Italia c’è la tradizione di consumare per buon augurio un frutto di melograno nella notte di Capodanno, un po’ come si fa con le lenticchie.

Questo alimento torna anche in molte religioni come elemento positivo: in particolare, secondo la tradizione ebraica la melagrana ha esattamente 613 semi, ovvero lo stesso numero dei comandamenti della Torah, ed è per questo che viene servita come auspicio di prosperità in festività particolari come il Capodanno ebraico.

Anche nella Bibbia ci sono riferimenti al frutto del Melograno, spesso associato alla fertilità della terra e alla ricchezza dei doni di Dio, e difatti il frutto ritorna anche nei dipinti religiosi di Sandro Botticelli e Leonardo Da Vinci.

Molto particolare, infine, una tradizione che arriva dall’Oriente e, in particolare, dalla Turchia, dove la melagrana è protagonista di un rito propiziatorio legato al matrimonio: le spose devono prendere un frutto e lanciarlo a terra di fronte a quella che sarà la loro nuova casa. Maggiore sarà il numero di arilli schizzati fuori dalla melagrana, più ricca e fortunata sarà la famiglia che si sta formando.

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