Tutto è iniziato da una torta, cui poi hanno fatto seguito una pizza, un panino, un uovo di Pasqua, una zeppola di San Giuseppe e persino un caffè e, in occasione dell’8 Marzo, un bouquet di mimose: questo insieme apparentemente sconclusionato di cose ha un solo tratto in comune, ovvero un rimando all’attuale capocannoniere del campionato di calcio di serie A e leader carismatico del Napoli, il centravanti nigeriano Victor Osimhen, con una rappresentazione (più o meno riuscita, a seconda dei casi) del suo iconico look. Ecco quindi tutti gli omaggi alimentari che i tifosi del Napoli e praticamente tutta la città ha voluto rendere a uno dei calciatori che sta contribuendo a suon di gol e prestazioni ai risultati della squadra che sta dominando il campionato.
Chi è Victor Osimhen e perché è amato a Napoli
Breve nota introduttiva per quanti non seguono il calcio (e non hanno visto i social nelle ultime settimane).
La squadra del Napoli è largamente in testa alla serie A e si sta avvicinando al tanto agognato scudetto, che sarebbe (condizionale ancora d’obbligo) il terzo della sua storia, a distanza di ben 33 anni dal precedente, che fu un po’ il canto del cigno dell’esperienza di Diego Armando Maradona con il Napoli e l’Italia. Simbolo di questa cavalcata è soprattutto il numero 9 della squadra partenopea, per l’appunto Victor Osimhen, attaccante nigeriano al suo terzo anno in città, in particolare stato di grazia: ha già segnato 19 reti nella sola serie A (guidando la classifica dei capocannonieri, anche qui con ampio margine rispetto agli avversari), ma soprattutto sembra sempre fare la differenza, in termini di pericolosità offensiva e anche di carica per tifosi e compagni.
Inoltre, Osimhen spicca in campo anche per il suo aspetto: alle doti prettamente fisiche, infatti, abbina un look caratteristico e unico, che lo hanno reso una vera e propria icona. Il giovane calciatore (24 anni compiuti lo scorso dicembre) ha infatti un taglio di capelli eccentrico, che prevede praticamente la rasatura delle zone di nuca e tempie e la colorazione in biondo platino dei ricci al centro della testa. A completare lo stile c’è poi la maschera nera che l’attaccante deve indossare come protezione dal 2021 (causa brutta frattura allo zigomo causata da uno scontro di gioco), che è diventata parte della sua iconografia.
Ma cosa c’entra tutto questo con il food?
La torta Osimhen, primo segno della Osimhen-mania
C’entra, perché l’affetto, la passione e la creatività dei napoletani ha attinto a piene mani a questi segnali – in particolare, alla combinazione di capelli biondi e maschera – per ricreare l’aspetto del loro idolo sportivo in una serie di alimenti e prodotti che rappresentano una sorta di ringraziamento (e, al tempo stesso, una fonte di business non indifferente).
Ad aprire le danze è stata probabilmente la torta Osimhen inventata dai fratelli Giuseppe e Salvatore Mellone della pasticceria Fresco Forno di Chiaiano, quartiere della periferia Nord di Napoli: si tratta di un pan di Spagna ricoperto di cioccolato con caramello salato, che ricorda l’attaccante grazie a una granella di cioccolato bianco colorato di giallo (richiamo ai capelli crespi ossigenati) e a un’ostia per torte modellata a forma di maschera. I due pasticceri sono anche riusciti a consegnare una torta allo stesso calciatore, testimoniando l’omaggio in un video divenuto rapidamente virale.
Tutte le ricette napoletane in onore di Osimhen
Dopo il successo della torta è partita la corsa all’emulazione, e abbiamo così assistito a una proliferazione (molto spesso eccessiva) di ricette e prodotti in onore di Osimhen, non sempre con risultati effettivamente validi e, soprattutto, senza la spinta di originalità e creatività che inevitabilmente si è progressivamente persa in questa “corsa” alla realizzazione di un prodotto per seguire il trend (senza offesa o polemica per chi ha realizzato queste creazioni).
Tra i vari esperimenti alimentari legati alla Osimhenmania possiamo ricordare l’uovo di Pasqua, vari tipi di babà, una zeppola di San Giuseppe, caffè e, passando al salato, anche un panino e una pizza a tema Osimhen.
In particolare, l’uovo è una creazione di Theobroma Cioccolateria, laboratorio artigianale del comune vesuviano di Sant’Anastasia, che ha riprodotto la forma della testa di Victor, con capelli biondi e mascherina, grazie all’utilizzo di cioccolato a latte, crumble al limone (per i ricci) e mascherina protettiva fondente.
Le zeppole sono state avvistate in diverse parti della provincia napoletana – la primogenitura è contesa tra Nocera Cafè di Casagiove, nel casertano, e Bar Franco a Napoli – e sfruttano semplicemente l’aggiunta di cacao all’impasto tradizionale del dolce e sbuffi di crema gialla per ricreare l’effetto dei capelli, completando il look con una mascherina di carta. Al Bar Alba di Casoria, invece, è nato il caffè Osimhen, una composizione golosa fatta con crema di caffè e cioccolato sormontato in cima da cioccolato colorato di giallo.
A tema salato, come detto, possiamo citare due esempi di pizze e un panino dedicati all’attaccante del Napoli. Una prima pizza è stata realizzata dalla pizzeria Ammaccamm’ di Pozzuoli, che ha preparato un impasto a più strati per differenziare il colore del viso del calciatore da quello della mascherina, più scura, aggiungendo poi del pomodoro per la bocca e capelli fatti con impasto di tinta giallognola. Ha invece scelto dei pomodorini gialli per ricordare i capelli e un impasto al nero di seppia il pizzaiolo Errico Porzio, che pure ha sfornato una pizza Osimhen.
L’ultimo – almeno per ora – omaggio a tema alimentare arriva dallo Sturgis Beerhouse a Brusciano, che ha inserito in menu un mega panino dedicato a Victor Osimhen, con patatine fritte a rappresentare i capelli.
Per chiudere questa panoramica usciamo dal topic alimentare: la palma di prodotto più “assurdo” in omaggio a Osimhen va di sicuro alla composizione di mimose messa in vendita in occasione della Giornata Internazionale della Donna lo scorso 8 marzo. Il fioraio napoletano LBF Flower ha infatti inventato la Mimosimhen, ovvero un semplice bouquet di mimose gialle (a mo’ di capelli) rinchiuse in un cono di carta azzurra su cui campeggiano il numero 9 e l’iconica mascherina nera.