Sale rosa dell’Himalaya: Tutta la verità sui benefici e le proprietà

Secondo i suoi fautori, avrebbe proprietà straordinarie per il nostro organismo, a cominciare da 84 oligoelementi benefici per il corpo umano, e inoltre sarebbe puro e privo di inquinamento, arrivando dalla montagna più alta del mondo. In realtà, le analisi scientifiche hanno smontato molte di queste tesi e rivelato che il sale rosa dell’Himalaya è semplicemente un tipo di sale comune e che, addirittura, spesso non proviene neppure dal monte da cui prende il nome!

Sale rosa dell’Himalaya proprietà

Diffusosi in Occidente agli inizi del Duemila e supportato da una vera e propria campagna promozionale, il sale rosa dell’Himalaya sarebbe a dir poco un tesoro di proprietà ed effetti benefici per l’essere umano – ma in realtà, lo premettiamo, è appunto il frutto di un’operazione commerciale, innocuo per la salute e sostanzialmente simile al classico sale da cucina, ma non certamente miracoloso, come ben svelato dalle analisi scientifiche.

Ad ogni modo, il lunghissimo elenco delle proprietà del sale rosa contiene: riduzione di crampi e dei segni dell’invecchiamento, promozione dell’equilibrio del pH all’interno delle cellule, rafforzamento delle ossa, riduzione della pressione sanguigna e dell’ipertensione, miglioramento del sonno, limitazione dei rischi di ritenzione idrica, miglioramento della capacità di assorbimento degli elementi nutritivi presenti nell’intestino, miglioramento della salute dei reni.

I meriti sarebbero da ascrivere alle caratteristiche naturali del prodotto, che secondo quanto descritto dai promotori sarebbe estratto a mano dalle saliere dell’Himalaya, senza adulterazioni chimiche, e sarebbe puro, incontaminato e salutare, privo di tossine e di sostanze inquinanti che caratterizzano le tipologie di sale che provengono da mari e oceani.

sale rosa

La vera storia del sale rosa

In realtà, praticamente nessuna di queste affermazioni è vera, perché in definitiva il sale rosa dell’Himalaya è semplicemente una tipologia di salgemma che ha caratteristiche non troppo dissimili a quelle del sale bianco, e pertanto non fa bene alla salute né fa male (a patto di non esagerare con il consumo), ma a differenza di quello classico costa di più e, elemento forse più sorprendente, non arriva davvero dall’Himalaya.

Come rivelato da vari esperti e, in particolare, da Dario Bressanini (che ha dedicato molta attenzione al debunking delle teorie su questo prodotto), il sale dell’Himalaya o sale rosa si estrae dalle miniere di Kewra in Pakistan, che si trovano nel complesso montuoso del Salt Range (distante circa 300 chilometri dall’Himalaya, che politicamente ricadono inoltre nel territorio del Nepal) e sono la seconda miniera di sale più grande al mondo.

Oltre alla falsa “denominazione di origine” (sulle confezioni è comunque riportato il luogo di estrazione vero), è da smentire anche che in queste miniere il sale sia raccolto a mano come raccontato, perché in realtà servono macchinari vari e, soprattutto, la fatica di operai e operaie, che trasportano pesanti sacchi di sale per vari chilometri a paghe bassissime.

Non meno grave sono poi le questioni salutari: le analisi scientifiche non hanno mai confermato le proprietà del sale rosa né sull’equilibrio del pH cellulare, né sulla riduzione dei processi di invecchiamento, né sul rafforzamento delle ossa, e i famosi 84 microelementi contenuti sono in proporzioni così minime che la loro assunzione non comporta alcun beneficio concreto.

E anzi, almeno in due circostanze delle istituzioni si sono mosse contro il sale himalayano: nel 2002 una commissione dell’Accademia Svizzera di Scienze Mediche ha lanciato un avvertimento sul consumo di questo sale, che è non iodato e non fluorurato, mentre l’anno successivo l’Ufficio Bavarese per la salute e la sicurezza alimentare ha analizzato 15 campioni e concluso che “non vi è traccia dei mitologici 84 elementi, e che alla fine è solo sale, per il 98% cloruro di sodio, con qualche impurità di nessun interesse, nonostante il battage del marketing salutistico”, come chiarisce Bressanini.

sale rosa himalayano

Sale rosa dell’Himalaya composizione

Andando allora a guardare la reale composizione del sale rosa dell’Himalaya scopriamo che predomina il cloruro di sodio, che rappresenta circa il 95-98% del totale, mentre la rimanente quota è formata da quelle che sono in realtà delle impurità, composte da piccole quantità di metalli come rame, zinco, cadmio, nichel, manganese, piombo, cobalto, tellurio, bario, alluminio. Presente anche il ferro, in particolare come ossido, che è l’elemento che conferisce a questo salgemma il colore rosa.

Rispetto al comune sale da cucina, quindi, ci sono effettivamente alcuni minerali in più, ma in quote così basse da non rappresentare una possibile fonte di assunzione di microelementi per l’organismo. Da chiarire anche le altre affermazioni sulle miracolose proprietà di questo sale rosa: ad esempio, effettivamente non è raffinato ed è privo di contaminazioni ambientali, ma non sono caratteristiche così tanto uniche e speciali, visto che valgono ad esempio anche per alcuni sali italiani.

sale rosa dell'himalaya

Sale rosa dell’Himalaya in cucina

E quindi, il sale rosa dell’Himalaya è di fatto un sale qualsiasi o quasi, il cui contenuto di sodio leggermente inferiore rispetto al classico sale da cucina non fa comunque cambiare le raccomandazioni solite, che invitano a non superare un quantitativo complessivo di 4 o al massimo 5 grammi di sale al giorno.

In definitiva, il sale rosa può essere sfruttato come vezzo culinario, per guarnire e dare un tocco cromatico originale a preparazioni di carne o di pesce. Se vogliamo invece usarlo come condimento, possiamo aggiungere i suoi grani grossi a verdure, carni, pesce o anche salse, ma si sconsiglia l’impiego in pietanze come brodi e zuppe, perché tende a sciogliersi più lentamente rispetto al sale marino bianco.

Molto diffusi sono poi usi alternativi del sale rosa dell’Himalaya, differenti dal classico ambito alimentare, come la declinazione beauty in uno scrub per la pelle o le famose lampade di sale himalayano, che illuminano casa e offrono anche un tocco decorativo all’ambiente.

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