Shabu shabu, il nome bizzarro per un piatto da urlo

Se noi diciamo “shabu shabu” voi a cosa pensate?

Lo shabu shabu, anche tradotto in fiuu fiuu o swish swish, è il bizzarro nome di un piatto antico mongolo.

In origine nacque come cibo destinato alle truppe ma, una volta arrivato in Giappone (nel 1952), divenne ben presto molto popolare e particolarmente amato, tant’è che giunse anche in Canada e Stati Uniti (dopo gli anni ‘80).
Di questo piatto nulla si spreca! Nello shabu shabu, infatti, il brodo di cottura può essere bevuto e tutti gli ingredienti utilizzati per insaporirlo vanno consumati.

Lo shabu shabu

Maggiormente apprezzabile in inverno, per questa preparazione si utilizza carne di manzo (di cui spesso si preferisce il controfiletto) che andrà immersa e trascinata nel brodo di alghe kombu (dashi) che bolle all’interno di un contenitore (donabe) al centro del tavolo oppure accanto a ogni commensale.

Ed è proprio dal fischiare della pentola durante la cottura a bollore che nasce il suono, e quindi il nome, “shabu shabu”.
Nonostante la tradizione, oggi questa ricetta viene fatta anche con carne di pollo, maiale, oca, granchio, aragosta e molti altri tipi ancora.

Lo shabu shabu a Milano

Così come in tutto il mondo, lo shabu shabu è arrivato anche a Milano ormai.

Al ristorante “Miyako”, ad esempio, viene servito con carne di manzo, funghi shiitake, tofu ed un misto di verdure. Da “Nozomi” invece lo si può trovare con vari tipi di carne e vegetali, cotti nella stessa pentola. Per provarlo si può andare anche da “Osaka” o da “Endo”, il migliore per ora sembra però essere “Wicky’s Wicuisine”.


A cucinare al Wicky’s Wicuisine c’è lo chef srilankese Wicky Priyan che ha riscoperto e reinterpretato la ricetta in diverse varianti. Per questo piatto salutare e saporito, perché sottoposto ad una cottura di massimo 20 secondi, Priyan ha scelto una miscela d’ingredienti asiatici ed italiani, il giusto mix che serve a creare piatti spettacolari. Ecco perché qui potrete trovare la carne bollita con porro, l’insalata mizuna, i funghi shiitake e spinaci italiani. Anche le salse uniscono le due cucine, per questo la colatura di alici, il peperoncino, i capperi ed il miele si fondono con il dashi e successivamente con l’olio di oliva. La cura per gli accostamenti per i dettagli qui si fa notare e come, ed è anche per questo che invece dei 25/30 euro degli altri ristoranti, qui il prezzo si aggira sui 40 euro.

L’unica pecca? Per ora lo shabu shabu viene servito con menù degustazione al bancone, in futuro però sarà servito anche ai tavoli con la possibilità di poter scegliere a piacimento il tempo d’immersione della carne e quindi la sua cottura.

Per il futuro, a dire il vero, noi ci aspettiamo anche altre aperture nel resto d’Italia.

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