Cracco cucina per operai: un gesto di solidarietà che non dimenticheremo

Il mondo della ristorazione sta pagando a caro prezzo il lockdown causato dal Coronavirus, con attività ferme ormai da un mese e più, ma sta dando anche dimostrazione di cuore e sensibilità: sono sempre di più gli chef che decidono di dedicare il proprio tempo e professionalità al servizio di iniziative benefiche, come nel caso di Carlo Cracco.

La solidarietà di Carlo Cracco

Il notissimo chef, amato/odiato personaggio televisivo di tanti show, insieme ai ragazzi della sua brigata si è presentato “armato” di mascherina, guanti e casacca da chef nelle vicinanze dell’ospedale da campo alla Fiera di Milano, preparando un pasto speciale ai cento operai impegnati nella costruzione di questo presidio, misura d’emergenza che si è resa necessaria per aumentare la dotazione di posti di terapia intensiva da destinare ai malati di Covid-19.

“Un piccolo contributo per aiutare gli addetti che lavorano giorno e notte: nella struttura non c’è la mensa e noi tutti siamo a casa con il ristorante chiuso, così abbiamo dato la nostra disponibilità”, ha spiegato lo chef, facendo riferimento al suo ristorante milanese stellato Michelin, il Ristorante Cracco in Galleria Vittorio Emanuele, chiuso dallo scorso 10 marzo in seguito alle note ordinanze legate al contrasto della diffusione del Coronavirus.

Ristorante Cracco chiuso, ma attività a sostegno degli operai

In quella occasione, attraverso i social Cracco scrisse che “la priorità nostra e di tutti in questo momento è quella di salvaguardare la nostra salute e quella degli altri”, aggiungendo che “il Ristorante Cracco resterà chiuso al pubblico e riaprirà non appena le nuove disposizioni lo consentiranno e l’emergenza sarà rientrata”.

Ristorante chiuso non significa assenza di lavoro, e quindi Cracco ha deciso di candidarsi come volontario d’eccezione e di cucinare per gli operai in servizio alla Fiera di Milano che sono in prima linea per far fronte all’emergenza coronavirus, con Fiera e Regione che hanno subito accolto l’offerta. Il primo menu, preparato lo scorso 15 marzo, prevedeva un’insalata di riso con verdure, una frittata con accanto verza, zucca e castagne. Inoltre, Cracco ha manifestato l’intenzione di continuare il servizio anche quando la struttura sarà funzionante.

I fratelli Cerea cucinano all’ospedale da campo di Bergamo

La Lombardia come sappiamo è la regione più colpita dal Coronavirus, e l’area di Bergamo è in enorme difficoltà: proprio qui, presso la mensa dell’ospedale da campo allestito alla Fiera di Bergamo, sta prestando opera di volontariato un altro gruppo di super chef, i fratelli Chicco e Bobo Cerea del ristorante “Da Vittorio” a Brusaporto, tre stelle Michelin.

Si tratta di 230 posti letto e la famiglia Cerea ha “deciso di contribuire attivamente all’organizzazione delle attività, offrendoci volontari per la preparazione pasti”, come scritto su Facebook: insieme ai ragazzi del team “ci siamo offerti di cucinare per il personale sanitario, i pazienti, gli ausiliari, ma abbiamo bisogno di materie prime. Chiediamo sostegno e solidarietà a tutti coloro che hanno la possibilità di fornirne: vi prego, aiutateci.  Solo insieme possiamo farcela”, concludono gli chef, invitando “tutti coloro che ne hanno la possibilità, dai ristoratori, ai titolari di negozi o aziende di generi alimentari o affini, ad offrire degli approvvigionamenti” per fare fronte comune all’emergenza.

Le iniziative di solidarietà a Roma

Le iniziative di solidarietà si sono moltiplicate anche al Centro e al Sud Italia: all’ospedale Spallanzani di Roma, ad esempio, alcuni grandi nomi della cucina si sono resi disponibili a cucinare per medici, infermieri e personale sanitario: Alessandro Roscioli e Nabil Hadj Hassen del ristorante Roscioli, Walter Regolanti di Romolo al Porto, Arcangelo Dandini de L’Arcangelo, Mario Sansone di Marzapane, Giuseppe Lo Iudice di Retrobottega, in collaborazione con Luigi Cremona, si sono dati da fare preparando più di 400 porzioni al giorno.

Il menu rispecchiava la romanità: al primo giorno, infatti, sono state servite pasta all’amatriciana e cacio e pepe, e poi ancora mezze maniche al ragù di mare, carciofi e pecorino, ragù di carne e funghi.

Nei giorni scorsi, poi, un altro chef di fama internazionale ha provato a dare un contributo: il tedesco Oliver Glowig, cinque stelle Michelin collezionate in carriera e attualmente al comando del ristorante Barrique a Monte Porzio Catone, ha prestato i suoi servizi presso la Caritas di Roma in zona stazione Termini, preparando i pasti per tutti gli indigenti accorsi.

Anche in Campania si attivano gli chef

Scendendo in Campania, il noto pizzaiolo Franco Pepe – uno dei maestri più acclamati di Italia – ha sfornato pizza senza sosta per i clochard, mentre la chef stellata Rosanna Marziale ha avviato una raccolta fondi per aiutare il reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Civile di Caserta (contribuendo a donare un ventilatore polmonare e una serie di maschere per ventilazione).

E non ha dimenticato la terra di origine lo chef Rino De Feo, famoso e apprezzato in Cina, che ha deciso di devolvere gli introiti del suo ultimo libro all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, in gravi difficoltà nel fronteggiare i numerosi contagiati dal coronavirus.

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