Il caffè più costoso al mondo viene dalle isole indonesiane di Sumatra, Giava, Bali e Sulawesi e si chiama Kopi Luwak.
Conosciuto ed acquistato soprattutto in Corea del Sud, Giappone, Europa e Stati Uniti, di questo caffè si producono soltanto 230 kg all’anno. Con il suo aroma speciale che ricorda il sapore del cioccolato, il Kopi Luwak viene fatto con bacche di caffè ingerite, non del tutto digerite e defecate, da parte dello zibetto comune delle palme, anche noto come musang.
Strano ma vero, si tratta di un caffè particolarmente ricercato che nel 2008 veniva venduto a 324 sterline al chilo e, miscelato con il caffè Jamaican Blue Mountain, a 50 sterline a tazza. Qualche anno dopo, esattamente nel 2012, lo stesso caffè era in vendita a 130 dollari all’etto.
Come si produce esattamente
Come abbiamo detto prima, le bacche di caffè vengono innanzitutto ingerite dall’animale. Ovviamente quest’ultimo non si nutre soltanto di esse, nella sua alimentazione rientrano anche piccoli mammiferi e piccoli rettili, insetti e uova di uccelli, ma arrampicandosi sugli alberi alla fine finisce per mangiare anche le bacche.
In principio i proprietari delle piantagioni di caffè temevano che la sua presenza potesse danneggiarli economicamente, in seguito ne hanno invece scoperti i vantaggi. La parte interna della bacca di caffè, i semi in pratica, non digerita, viene espulsa nel terreno senza subire grandi trasformazioni. Si dice infatti che il passaggio nell’intestino dell’animale renda il caffè meno amaro e che gli doni anche un retrogusto di cioccolato, questo grazie alla presenza di alcuni enzimi che distruggono una parte di proteine e sostanze contenute nel chicco di caffè.
I chicchi vengono raccolti a mano e fatti asciugare per 15 giorni.
Poi vengono tostati per 45 minuti ogni chilo
E infine vengono macinati a pietra
Trattamento dello zibetto comune delle palme
Vista la richiesta sempre maggiore di questo caffè, le bacche ingerite ormai non vengono più raccolte da animali selvatici. Catturati, costretti a vivere in gabbia (in batterie) e alimentati forzatamente, gli animali vivono ormai in orribili condizioni ed il loro tasso di mortalità è altissimo. Nel sud-est asiatico sono tantissimi, purtroppo, gli allevamenti dello zibetto sorti negli ultimi tempi e proprio per questo motivo si inizia anche a parlare di rischio estinzione dell’animale.
La situazione è grave e, per rendersi conto, basta pensare che Tony Wild (il commerciante che ha fatto conoscere il Kopi Luwak all’occidente) ha dichiarato di non sostenere affatto questo tipo di produzione e, per fermarne l’utilizzo, ha creato la campagna “Cut the Crap”.
Come evitare tutto questo senza rinunciare al Kopi Luwak
Molti ricercatori stanno studiando un modo alternativo per produrre in laboratorio la biofermentazione.
Una valida alternativa potrebbe essere il latte che, con i suoi batteri, viene già impiegato nella produzione di alcune varietà di caffè. Così facendo ci sarebbero molti vantaggi, si eviterebbe infatti lo sfruttamento dello zibetto comune delle palme, si riuscirebbe a produrre un quantitativo maggiore di caffè ed il su prezzo finale sarebbe decisamente più basso.
Insomma, le alternative sembrerebbero esserci ma in caso contrario potremmo iniziare a rinunciare al Kopi Luwak. Se è vero che si tratta del caffè più costoso al mondo è anche vero che molti, dopo averlo provato, lo hanno definito “un caffè insapore come del cartone bagnato”.
Io durante il mio viaggio in Indonesia, sono stata in una piantagione di caffè e cacao e, dopo essermi fatta spiegare tutto il processo di lavorazione del caffè, l’ ho assaggiato. Chiaramente mi hanno servito un caffè lungo, e non un espresso, quindi non posso fare paragoni al momento, ho però comprato una bustina di caffè da portare a casa ( dove c’era apposta l’etichetta “wild-source” dove viene specificato il metodo selvatico di produzione e raccolta del caffè) così da provarlo e vedere se davvero c’è differenza dalla classica miscela arabica che sono abituata a bere.