Le bufale alimentari sul coronavirus: basta stupidaggini e notizie false, diciamo STOP!

Non bastasse il periodo difficile per tutti, ci mancavano solo fake news, articoli inquietanti di pseudo-informazione e tutta una serie di bufale in Rete a complicare le nostre vite, a ingarbugliare i nostri pensieri e farci sorgere nuovi dubbi. Il Coronavirus ha scatenato tantissime notizie false (e spesso tendenziose), ripetute e condivise da catene diffuse a macchia d’olio da smartphone a smartphone e da profilo a profilo, e anche il mondo alimentare non è stato risparmiato.

Le fake news alimentari

Già nelle prime fasi della diffusione del Covid-19 hanno iniziato a circolare in Rete – come sempre, in maniera quasi improvvisa e da fonti incerte – guide e consigli sulle diete adatte a sconfiggere il virus e a rafforzare il nostro organismo in modo praticamente miracoloso. Bere bevande calde, mangiare aglio, assumere un carico di vitamina C e altri rimedi da sperimentare in cucina apparentemente autorevoli, ma che (purtroppo) non hanno base scientifica comprovata in questa situazione.

Le Bufale diffuse in Rete

Forse la prima di queste catene è stata quella che invitava a consumare bevande calde come tè, tisane e brodo – o anche semplicemente acqua calda, in mancanza d’altro – più volte durante il giorno perché “il virus non resiste al calore e muore se esposto a temperature di 26-27 °C”. Mittente, un fantomatico “giovane ricercatore che da Shenzhen si è trasferito a Wuhan per collaborare con la task force che sta combattendo contro l’epidemia da coronavirus”.

Bere bevande calde contro il virus

Come si può non credere a un tale messaggio? E difatti, la notizia si diffonde e viene rilanciata addirittura da alcuni medici, che quindi – per superficialità, distrazione o faciloneria – innescano un meccanismo che porta a una sua espansione ancora più capillare. Peccato, però, che non ci siano conferme scientifiche sugli effetti di questa pratica, perché innanzitutto la nostra temperatura corporea è naturalmente a 36-37 °C (dieci in più della soglia indicata come limite per il virus), e poi perché il virus si annida nei polmoni, e quindi le bevande che assumiamo (che arrivano allo stomaco) non possono certo ucciderlo.

L’aglio protegge dal Covid-19?

Stando a quanto raccontano i giornali, questa bufala ha avuto addirittura un impatto sui prezzi all’ingrosso dell’aglio, saliti improvvisamente alle stelle per un forte incremento della domanda. Il messaggio in effetti suonava convincente (come tutti quelli che promettono una soluzione salvavita a un dramma come quello che stiamo vivendo): se mangi aglio rafforzi il tuo corpo e ti proteggi dal Coronavirus.

Per smentire – o quanto meno ridimensionare – questa affermazione è scesa in campo l’Organizzazione mondiale della Sanità, che ha spiegato che sicuramente l’aglio è un antibiotico naturale e può essere considerato un battericida, vermicida e regolatore della pressione arteriosa, grazie al suo contenuto di allicina, ma che non ci sono prove che possa fornire una difesa concreta contro il Covid-19.

Un carico di vitamina C

Ci ripetono da sempre che assumere tanta vitamina C sia un toccasana per la salute; quindi, perché non dovrebbe aiutare anche contro il virus? Non sorprende troppo che questo pseudo-rimedio abbia facilmente attecchito presso l’opinione pubblica, catturando anche alcuni personaggi famosi che ne hanno velocizzato la diffusione.

Partendo dall’assunto – vero – che la vitamina C rafforza il sistema immunitario, questa bufala consigliava di abbondare con le dosi, perché la stessa terapia era “portata avanti in modo sperimentale per il trattamento delle forme gravi di infezione da coronavirus”. Non ci sono ovviamente prove che la vitamina C o altre vitamine possano avere effetti di contrasto al Covid-19, e in realtà alti dosaggi potrebbero addirittura creare una pericolosa sensazione di sicurezza o provocare altri problemi fisici, come calcoli renali.

Uccidere il virus con l’olio di sesamo

Il virus muore se privato dello strato esterno di lipidi che lo compone, quindi applicare uno strato oleoso è un rimedio perfetto per disinfettare il corpo e stare al sicuri: potrebbe essere questa l’idea alla base di un’altra (bislacca) bufala alimentare partita nei giorni scorsi, che consigliava di spalmarsi di olio di sesamo. In realtà – e l’Oms è ancora la nostra fonte – solo alcuni disinfettanti chimici tra cui candeggina, etanolo al 75%, solventi e soluzioni a base di cloro hanno il potere di distruggere il Covid-19 ma devono essere usati solo per sanificare le superfici e non come crema protettiva sul corpo (avrebbero effetti dannosi e pericolosi).

Altre bufale alimentari sul Coronavirus

A questo elenco si sono aggiunte nel corso delle settimane altre notizie decisamente poco credibili, che però fanno leva sulle emozioni delle persone che, in preda allo spavento (o al panico), sono pronte a cercare ogni strada per proteggere se stessi e i propri cari.

E così, c’è stato chi ha tentato anche di approfittare di questa situazione, promettendo la vendita di rimedi naturali di efficacia antivirale: peccato fossero semplici alimenti come il cioccolato al pistacchio (presentato come un “antivirale naturale”) o alla nocciola (un cibo che “aumenta le difese immunitarie”), uno spray all’aceto da usare come “disinfettante” (ma l’aceto non serve contro il virus), “l’olio essenziale di Manuka antivirale purificante antibatterico” e “l’integratore antivirale Manuka”.

Su questi casi di bufale in Rete è intervenuta l’autorità antitrust italiana con un provvedimento di urgenza per disporre “l’eliminazione di ogni riferimento all’efficacia preventiva contro la COVID – 19 dei prodotti pubblicizzati e commercializzati” su un sito e sulla relativa pagina Instagram (seguita da 250mila follower), a causa di “modalità di promozione ingannevoli e aggressive” e di sfruttamento della “alterata capacità di valutazione del consumatore” di fronte all’epidemia.

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