Vendemmia 2017: mai così scarsa dal 1947

Quest’anno la vendemmia, purtroppo, non è stata poi così buona.

Quella appena conclusa, a quanto pare, ha portato un calo della produzione del 26% rispetto all’anno precedente, il 2016. Possiamo dire quindi che è stata la più scarsa che si sia mai vista dal dopoguerra, quella che ci porterà a salutare in pratica più di 1 bottiglia su 4.

Cerchiamo di capire meglio però che cosa è accaduto:

La siccità

Alla base di tutto questo ci sono le pessime condizioni climatiche. Se ricordate, in primavera ci sono state delle improvvise gelate e proprio queste hanno danneggiato i vari germogli. Come se non bastasse però è arrivata poi anche una grande siccità estiva che, assieme alle temperature oltre i 40 °C, ha messo a dura prova i vigneti di tutta Italia a partire dal mese di maggio fino alla fine di agosto. Proprio sul finire di questa stagione è arrivata poi anche la grandine, responsabile di ulteriori danneggiamenti.

La qualità

Come abbiamo appena detto, le varie condizioni climatiche hanno condizionato decisamente la vendemmia che è stata inoltre la più anticipata degli ultimi 10 anni. Si è parlato quindi di un quantitativo scarso è vero, ma a causa delle alte temperature i grappoli poco succosi e disidratati hanno presentato comunque una grande acidità. Ovviamente questo non è avvenuto ovunque, in base ai territori in cui la siccità è stata più o meno intensa infatti l’uva è molto differente.

I numeri

Secondo i dati rilevati, si parla di circa 15 milioni di ettolitri di vino in meno rispetto a quelli dell’anno scorso. A livello quantitativo questa vendemmia è stata quindi considerata la seconda più scarsa che ci sia mai stata, ovviamente dopo quella del 1947. Tra le regioni maggiormente colpite troviamo la Sardegna, il Lazio, l’Umbria e la Toscana, con addirittura il 45% in meno.

Ecco nel dettaglio i dati delle varie regioni:

Resta comunque il primato mondiale

Per fortuna non tutto è andato perduto però!

Nonostante il quantitativo così basso siamo riusciti a mantenere il primato mondiale di produzione, ovviamente perché la scarsità c’è stata ovunque e non solo da noi. In Spagna, ad esempio, c’è stato un 20% in meno di produzione, mentre in Francia si è raggiunto il minimo storico con il 18%. L’unico Paese in positivo quest’anno è stato il Portogallo, con il 10%. Guardando fuori dall’Unione europea possiamo vedere che anche gli Stati Uniti hanno fatto un passo indietro, con l’1% in meno, a causa soprattutto degli incendi della Napa (la contea rinomata per la sua produzione di vino). Altro discorso invece per l’Australia che ha fatto invece un 6% in più.

Le esportazioni

Qualcosa di positivo però c’è.

Il consumo di vino a persona, stimato con 33 litri all’anno, sembrerebbe destinato a salire. L’aumento riguarda anche le vendite estere che segnano un incremento dell’8%, un dato che a quanto pare ci farà raggiungere un nuovo record storico di esportazioni. Questo successo però lo si deve principalmente alla vendita dello spumante, sempre più in crescita e quest’anno pari al 15% in più, come ci fa sapere Coldiretti.

 

La vendemmia di quest’anno ormai è andata com’è andata, non ci resta che provare i frutti di questo lavoro e sperare in un futuro maggiormente positivo per tutte le produzioni di vino.

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