È la massima espressione del lusso, l’unione tra due livelli altissimi di qualità nell’accoglienza: è da tempo che gli hotel più prestigiosi e rinomati completano la loro offerta ricettiva con un ristorante di grado altrettanto elevato, e la guida Michelin non manca di sottolineare quali sono questi casi di eccellenza, che offrono ai clienti la possibilità di vivere un’esperienza davvero unica e completa all’insegna della qualità.
Hotel con ristoranti stellati, un trend in crescita
Il meglio dell’ospitalità: possiamo definire così i ristoranti che vantano stelle Michelin e sono presenti all’interno di alberghi di gran lusso (da quattro stelle in su, in genere), completando come dicevano l’offerta di servizi di altissimo livello agli ospiti.
A usufruire di questi spazi non sono soltanto i clienti dell’albergo, comunque, perché il ristorante è aperto anche alle classiche prenotazioni “senza alloggio”: il vantaggio è trascorrere alcune ore all’interno di una cornice ispirata alla perfezione, spesso in location raffinate ed eleganti, a volte con viste mozzafiato e irripetibili.
Oggi, infatti, il ristorante localizzato all’interno di un albergo non è più una semplice parte accessoria del “pacchetto” del pernottamento, ma è un elemento imprescindibile e fondamentale per rendere memorabile l’esperienza emozionale che caratterizza un soggiorno. Di più, il ristorante in hotel rappresenta un biglietto da visita per la struttura ricettiva, che può farsi conoscere da un’altra tipologia di utenti e, potenzialmente, ampliare la propria base di clienti.
Guardando anche l’ultima edizione della Guida Michelin non è ormai raro imbattersi in queste esperienze culinarie che non solo ci portano in un viaggio sensoriale completo, tra sapori e abbinamenti sorprendenti e stimolanti, ma anche in posti semplicemente belli da vedere e scoprire, hotel e alberghi sparsi in tutta Italia che offrono un valore aggiunto alla cucina.
I più famosi alberghi gourmet in Italia
Per capire quanto sia diffuso questo “fenomeno” – che alcuni definiscono turismo enogastronomico ed esperienziale, basato sulla soddisfazione di fattori quali esclusività, personalizzazione e attenzione al dettaglio – basta guardare al ristretto gotha dei tristellati italiani. Tra gli 11 nomi del firmamento dell’alta ristorazione nel Belpaese, infatti, ci sono ben 5 insegne che si trovano all’interno di strutture ricettive, ovvero:
- Hubertus di Norbert Niederkofler presso l’Hotel Rosa Alpina
- Reale di Niko Romito presso Casadonna
- Enoteca Pinchiorri, integrata nel circuito Relais Santa Croce
- La Pergola di Heinz Beck, all’interno del Rome Cavalieri Hilton
- Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo, nell’omonimo hotel 5 stelle lusso
Tutti gli hotel italiani che hanno ristoranti con stelle Michelin
Anche tra i 38 ristoranti due stelle Michelin in Italia (dati aggiornati alla Rossa 2023) ci sono vari esempi di perfetto connubio tra “alloggio e vitto”, sale che si trovano all’interno di splendidi hotel e offrono a tutti l’opportunità di vivere un’esperienza gastronomica d’elite.
In particolare, citiamo:
- Acquolina dello chef Daniele Lippi, all’interno dell’hotel The First Roma
- George by Heinz Beck, guidata dallo chef Salvatore Iuliano, all’interno di The Ashbee Hotel Taormina
- Locanda Sant’Uffizio Enrico Bartolini, guidata dallo chef Gabriele Boffa
- Quattro Passi di Antonio Mellino, nell’omonimo relais a Nerano
- L’Olivo di Andrea Migliaccio, nel Capri Palace
- Krèsios di Giuseppe Iannotti
- Tre Olivi di Giovanni Solofra nel Savoy Beach Hotel
- Enoteca La Torre di Domenico Stile, nell’Hotel Villa Laetitia
- Caino di Valeria Piccini, con la Locanda omonima
- Il Piccolo Principe di Giuseppe Mancino, nel Grand Hotel Principe di Piemonte
- GLAM Enrico Bartolini, guidato da Donato Ascani, all’interno di Palazzo Venart
- Villa Feltrinelli di Stefano Baiocco, nell’omonimo Grand Hotel a Gargnano
- Seta by Antonio Guida all’interno del Mandarin Oriental
- Terra The Magic Place a Sarentino
- Castel finedining di Gerhard Wieser, all’interno dell’omonimo albergo
- Gourmetstube Einhorn di Peter Girtler, nell’hotel Stafler
In pratica, ben 16 referenze su un totale di 38 bistellati, pari quindi a quasi la metà dei ristoranti presenti nella guida.
Un quadro simile lo ritroviamo anche tra i 335 ristoranti monostellati del Belpaese: vista la difficoltà nel citare tutti i posti che combinano cucina di eccellenza a un’offerta di accoglienza di livello altrettanto elevato, possiamo concentrarci solo sulle new entry per renderci conto di quanto sia in evoluzione questo trend. Tra gli ultimi ingressi della Guida Michelin ci sono infatti 11 alberghi gourmet, strutture ricettive che puntano anche sull’offerta gastronomica di qualità, come ad esempio:
- Anima by Enrico Bartolini, all’interno dell’hotel Milano Verticale
- Il Sereno al lago, integrato nel Sereno Hotel sul Lago di Como
- Il Fuoco Sacro by Enrico Bartolini, all’interno di Petra Segreta Resort a San Pantaleo
- I Tenerumi, all’interno di Therasia Resort sull’isola di Vulcano
- Principe Cerami, nel San Domenico Palace (Four Seasons Hotel) a Taormina
- Campo Del Drago, all’interno del Rosewood Hotels a Montalcino
- Cannavacciuolo Vineyard, all’interno di Laqua Vineyard a Casanova
- Chic Nonna di Vito Mollica, all’interno di Palazzo Portinari Salviati a Firenze
- La Stüa de Michil, all’interno dell’hotel La Perla a Corvara in Badia
- Luisl Stube, all’interno di Schlosswirt Forst a Lagundo
- Suinsom, all’interno dell’Hotel Tyrol a Selva di Val Gardena.