Ne parlavamo poche settimane fa, commentando i rincari per i prezzi della farina e dei prodotti derivati: negli ultimi mesi, il costo di varie materie prime è salito alle stelle e basta guardare una bolletta energetica per toccare con mano le conseguenze di tale situazione. Proprio l’energia è uno dei punti dolenti per le spese familiari, visto che nell’ultimo anno le bollette domestiche sono diventate decisamente più salate, e la cucina con tutti i suoi elettrodomestici è tra i principali “responsabili” del volume dei consumi, su cui però abbiamo qualche arma per intervenire.
L’aumento dei prezzi dell’energia
Prima di tuffarci nei consigli su come risparmiare, forse è bene analizzare l’andamento e le variazioni del costo della materia prima energia elettrica, così da inquadrare meglio il problema delle “bollette pazze”.
Nel corso del 2021, il prezzo medio dell’energia elettrica è stato di 0,959 €/kWh (meno di 10 centesimi per kilowattora, aumento di oltre un centesimo rispetto alla media degli ultimi cinque anni, che è stata di 0,829 €/kWh) e ha pesato circa il 48% sul totale della bolletta (su stime per famiglia con contatore da 3 kW e 2.700 kWh di consumo annuo, che rappresenta la media nazionale): in soldoni, letteralmente, ciò ha comportato una spesa media annua per l’utenza elettrica di 564 euro.
A pesare è stato proprio il costo all’ingrosso l’energia elettrica (calcolato sempre alla fine di un anno per il successivo): a fine 2020 la quotazione era di 51 euro per megawattora per l’elettricità e 16 centesimi per metrocubo di gas, mentre per il 2022 le soglie sono schizzate a 170 euro/MWh e il gas 0,64 €/mc ( 64 centesimi di euro al metrocubo). In pratica, le stesse società dovranno acquistare l’energia per il 2022 a un costo più di tre volte maggiore di quello dello scorso anno, e questi incrementi inevitabilmente avranno un impatto sulle bollette.
Quanto pesano gli elettrodomestici della cucina sui consumi e sulle bollette
In questo quadro così fosco e così preoccupante per i bilanci familiari, è bene conoscere almeno superficialmente quali margini abbiamo per ridurre i consumi e, almeno in parte, le spese energetiche, concentrandoci in particolare sulla cucina. In questo ambiente, infatti, si concentrano moltissimi elettrodomestici energivori, dal frigorifero ad altri più impensabili, come il miniper o le griglie, e alcune considerazioni sia in fase di acquisto che di utilizzo possono effettivamente aiutarci a contenere i consumi.
In linea di massima, in questo caso le dimensioni contano e gli elettrodomestici grandi consumano (e costano in bolletta) più di quelli piccoli, com’è facile intuire.
Il parametro per ottimizzare e rendere più efficienti i consumi domestici è innanzitutto quello della classe energetica di appartenenza dell’elettrodomestico, un’indicazione obbligatoria per legge su ogni prodotto, riportata con un’etichetta colorata con lettere e fasce: giusto come esempio, un forno elettrico di classe A+++ (la massima per efficienza) comporta un risparmio pari ad almeno il 30% dei consumi rispetto a un omologo di classe G, la peggiore. Allo stesso modo, un frigorifero di classe A +++ consuma il 25% in meno di un frigorifero di classe A: per la precisione, un frigorifero classe A di capacità 220 litri con un congelatore da 50 litri consuma all’incirca 300 kWh/anno e costa 63 euro all’anno in bolletta, mentre la classe superiore abbatte i costi di circa 15 euro.
Gli elettrodomestici che consumano di più
E andiamo quindi a scoprire quanto impattano effettivamente i nostri comuni elettrodomestici da cucina sui consumi di energia della famiglia e, quindi, sulla bolletta, calcolando una tariffa monoraria al prezzo medio di 0,30 euro/kwh.
Partiamo da quelli “a basso impatto” energetico, come il minipimer: se ha una potenza da 700w, significa che un’ora di utilizzo di costa 0,70w, pari a circa 20 centesimi di euro. Saliamo con il mixer, il cui wattaggio medio è di 1000w e, pertanto, ci costa 30 centesimi per ogni ora di impiego; potenza simile la possiedono le friggitrici ad aria, che però riescono a completare la cottura in poco tempo (in genere in 30 minuti al massimo) e quindi riducono la spesa a circa 15 centesimi.
Ben più impattante è il Bimby – o comunque un altro robot da cucina che cuoce, frulla, prepara in diverse modalità e temperature; il consumo effettivo varia in base alla funzione scelta, alla ricetta, al tempo di preparazione e alla modalità di utilizzo, e in genere si può stimare un costo medio di almeno 15 centesimi all’ora.
Anche il forno a microonde ha consumi variabili in base alla funzione e al tipo di utilizzo (cottura, grill e stand-by, da non trascurare), ma in media costa circa 40 centesimi di euro per ogni ora. La lavastoviglie è ormai un elettrodomestico irrinunciabile per tantissimi di noi, ma ha un peso notevole sulla spesa energetica: anche nella classe energetica superiore, quella A+++, consuma circa 0,84kwh per ciclo di lavaggio – quindi, se il ciclo dura due ore ci costa ogni volta all’incirca 50 centesimi di euro.
Saliamo sul podio degli elettrodomestici che consumano di più con il frigorifero (dove, come detto, il discorso classe energetica è cruciale): secondo le stime, un frigorifero A+++ consuma circa 166kwh all’anno e ci costa circa 50 euro. Ma, in realtà, il consumo effettivo dipende da tanti fattori, tra cui dimensioni, capacità reale di congelamento, posizione e stabilità della temperatura.
Medaglia d’argento tra gli elettrodomestici energivori per il forno elettrico: un’ora di accensione alla temperatura di 180° consuma circa 1kwh e quindi circa 30 centesimi in bolletta, mentre alzando la temperatura a 200° i consumi arrivano a 1,5 kwh. Anche in questo caso, l’utilizzo prolungato per completare la cottura fa schizzare in alto i costi.
Ma l’elettrodomestico che consuma più energia è la griglia elettrica, la cui potenza oscilla tra gli 800 e i 2400w e quindi può arrivare a consumare circa 75 centesimi di euro l’ora.
Consigli per ottimizzare i consumi energetici in casa
Considerare la classe energetica dell’elettrodomestico al momento dell’acquisto è solo una delle possibilità a nostra disposizione per ridurre i consumi di energia – anche perché dovremmo cercare di fare qualcosa con gli apparecchi che abbiamo già in casa.
Per fortuna, qualche piccola arma c’è: si tratta di semplici buone abitudini che possono avere un impatto magari non clamoroso, ma comunque sensibile sul totale della spesa in bolletta. Ad esempio, il ciclo del frigorifero (l’elettrodomestico che consuma di più perché sempre in funzione) può essere ottimizzato, riducendo al massimo le volte in cui apriamo lo sportello per prendere un alimento ed evitando di tenere la porta aperta troppo a lungo, perché l’ingresso di aria calda fa aumentare il carico di lavoro per ripristinare la temperatura ottimale. Inoltre, in inverno possiamo alzare la temperatura a 5 gradi e dobbiamo ricordarci di non inserire mai all’interno cibi ancora caldi.
La lavastoviglie, invece, dovrebbe funzionare sempre a pieno carico, e la pulizia dei filtri assicura l’efficienza di ogni ciclo di lavaggio; nel posizionamento delle stoviglie, poi, dobbiamo evitare la sovrapposizione, mentre per quanto riguarda i programmi possiamo affidarci al classico “eco” oppure puntare su un lavaggio “rapido” (che nelle lavastoviglie di nuova generazione porta a consumare 1 kWh) senza asciugatura con aria calda, aprendo semplicemente lo sportello quando i piatti sono caldi per farli asciugare.
La pulizia è importante anche per il forno elettrico, che va svuotato e ripulito dopo ogni utilizzo perché i residui di grasso sulle resistenze, sulle superfici e nei filtri possono peggiorare il funzionamento ottimale.