Meno birra e a prezzi più cari a causa del riscaldamento globale: ecco cosa sta succedendo

Che il riscaldamento globale si stia traducendo in un capovolgimento delle temperature e nello sconvolgimento dei fenomeni atmosferici è sotto gli occhi di tutti. Quello che non tutti sanno, però, è che presto questo fenomeno potrà avere un impatto devastante su una delle bevande più amate di sempre: la birra.

Il riscaldamento globale mette a rischio la birra

E’ proprio così. Il riscaldamento globale, infatti, sta avendo ripercussioni negative sulla produzione di birra, riducendola e aumentandone in modo inevitabile i prezzi. Cosa sta succedendo? Proviamo a scoprirlo insieme.

Meno birra con il riscaldamento globale

A subire un danno dalle temperature sempre più elevati e dagli sconvolgimenti del clima è la produzione di orzo, elemento indispensabile per la produzione di birra. A rischio sono proprio le scorte di orzo necessarie per i produttori di birra, con la conseguenza diretta di un rincaro dei prezzi della bevanda alcolica più bevuta a livello mondiale. A dirlo è uno studio pubblicato pochi giorni fa sulla rivista Nature Plants che fa luce su un aspetto poco noto del riscaldamento globale. Certo, non parliamo della principale conseguenza negativa di questo fenomeno ma è un ulteriore tassello capace di darci la misura della gravità del fenomeno destinato a trasformare per sempre il mondo come conosciuto fino a oggi. Un segnale d’allarme in più che dovrebbe aiutarci a riflettere sulle conseguenze di un fenomeno troppo a lungo sottovalutato, con la conseguente assunzione di atteggiamenti e comportamenti responsabili e sostenibili.

Cosa dice lo studio dei ricercatori dell’East Anglia

A condurre lo studio sulla produzione di orzo e sulle conseguenze del riscaldamento globale sono stati i ricercatori dell’Università dell’East Anglia. Dallo studio emerge che il rischio di una siccità estrema e di ondate anomale di calore, un rischio non troppo lontano nel tempo, potrebbe tradursi in una riduzione fino al 16 per cento del consumo di birra a livello mondiale. In litri? Il dato fa ancora più impressione: parliamo di 29 miliardi di litri di birra consumata in meno. Per avere un’idea precisa basti pensare che è proprio il volume della bevanda alcolica più amata del mondo consumato ogni anno nei soli Stati Uniti d’America. Diretta conseguenza della contrazione, come facile immaginare, è il raddoppio del costo delle birre medie. I ricercatori tracciano scenari anche meno apocalittici dove, però, restano costanti sia la riduzione dei volumi consumati sia l’aumento dei prezzi. Nell’ipotesi migliore, infatti, si registra una contrazione dei volumi di birra bevuti del 4 per cento con un aumento dei prezzi del 15 per cento per la pinta media. Mica poco.

Chi ne verrebbe colpito

A subire di più le conseguenze negative di questi cambiamenti del mercato sarebbero i principali Paesi produttori, oltre che principali consumatori. E’ il caso, ad esempio, della Germania e del piccolo Belgio, qui si è disposti a pagare di più prima di diminuire i consumi.

Sai come viene utilizzato l’orzo?

Tra le cose che non tutti sanno proprio in merito all’orzo c’è la sua destinazione. Non tutta la produzione vien destinata alla realizzazione delle birre. Solo il 17 per cento dell’orzo mondiale viene selezionato per questo scopo, si tratta dell’orzo della qualità migliore. Il resto, invece, viene utilizzato per la produzione dei mangimi utilizzati per l’alimentazione degli animali. In caso di necessità, secondo gli studiosi, sarà proprio l’orzo destinato alla birra a scarseggiare perché verrebbe sacrificato in quanto destinata a un bene considerato di lusso in un contesto di emergenza.

A rischio il consumo in Cina e Regno Unito

Ragionando sul tema del bene di lusso, i ricercatori evidenziano che in realtà quello della birra si tradurrà in un problema “da ricchi”. A far registrare i cali più sostanziosi nei consumi saranno soprattutto Cina e Regno Unito, i Paesi dove si registra il consumo più elevato. Le simulazioni interessano ben 34 Paesi del mondo, dove sono stati appunto simulati gli effetti di potenziali eventi climatici estremi legati proprio al riscaldamento globale. Da qui, l’analisi degli effetti di questi fenomeni sulla produzione internazionale di orzo e sulla produzione di birra. A cascata: sui consumi e sui prezzi.

Attenzione

Ma se nei Paesi industrializzati si dovrà rinunciare a qualche boccale di birra in più e iniziare a considerare la birra al pari dello champagne, la situazione è ben più complessa e grave nei Paesi più poveri dove i cereali rappresentano la principale fonte di alimentazione. Il problema dell’orzo, infatti, è comune a tutta la famiglia dei cereali e questo implica una riduzione delle scorte alimentari delle popolazioni più povere. A dirlo sono proprio gli studi più recenti relativi agli effetti del clima che cambia sugli “alimenti base” come i cereali. Di cosa parliamo? Basti pensare che per gli studiosi la conseguenza del riscaldamento globale, al 2050, è la morte per malnutrizione estrema di mezzo milione di persone nel mondo. Un dato che fa paura e che deve far riflettere con urgenza e serietà.

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