Torte vintage: alcuni le chiamano brutte o ugly, ecco il trend del momento

Ha scelto la strada della provocazione sin dal nome – ugly cakes, letteralmente torte brutte – e la segue anche nella composizione di queste creazioni, che riportano in superficie una scritta ironica e spiazzante: la rivoluzione di Veronica Boienti, alias @UglyCakes su Instagram, e delle sue “torte brutte per belle persone” non è più soltanto una tendenza, ma una realtà che ha superato i confini social.

Chi è Veronica di uglycakes

Torte non belle – o, almeno, belle in modo differente e lontano da quella che è l’estetica dominante, che vuole una ricerca quasi maniacale della perfezione – e, soprattutto personalizzate, piene di sostanza e significato. È questa la filosofia alla base del progetto di Veronica Boienti, la food creator che nel 2020 ha deciso di dedicarsi completamente alla passione della pasticceria (mettendo da parte gli studi e le esperienze lavorative nel settore della comunicazione, che comunque le sono tornati utili in vari aspetti, come vedremo) adottando un approccio completamente diverso alla creazione delle torte.

Ugly Cakes, infatti, si fonda sull’unione tra torte “brutte”, decorate in maniera vintage e sicuramente lontana da quelle che sono le attuali tendenze, e una frase sarcastica e pungente che campeggia sulla superficie e che descrive “la sensazione di un attimo”.

Più precisamente, quindi, Ugly Cakes è la one-girl bakery in cui Veronica Boienti prepara dolci imperfetti, ma autentici, realizzati nel laboratorio di famiglia (il papà ha infatti un panificio, eredità del nonno che produceva pane seguendo tutte le fasi della panificazione), capaci di conquistare un largo consenso sui social (131mila follower solo su Instagram) e di diventare il dolce preferito per le feste di tantissimi influencer.

Una nuova estetica in pasticceria

La filosofia di Ugly Cakes è una “forma di protesta“, una piccola scintilla di rivoluzione “in un mondo in cui l’apparenza e la perfezione hanno spesso la meglio”: parole di Veronica Boienti, che spiega così la sua missionebaking the world a better place una torta brutta alla volta“, stanca dei canoni di perfezione e bellezza proposti dalla società e dai social media.

In effetti, oggi anche in pasticceria si ricerca la perfezione assoluta – è la tendenza delle torte moderne, ad esempio – mentre Veronica ci invita a riconsiderare i concetti di “brutto” e di “leggerezza“. Da questo punto di vista, infatti, questi dolci sono veicolo del messaggio a “prendersi meno sul serio”: le torte vanno distrutte a morsi, non contemplate, ci ricorda Ugly Cakes, e allo stesso modo “le persone vanno vissute, non giudicate”. E così, in ogni torta che nasce nel laboratorio di Arese, in provincia di Milano (che al momento è anche l’unico riferimento per ritirare le creazioni ordinate, perché non è ancora attivo un servizio di delivery), “c’è un po’ del cliente che la commissiona”, che traspare attraverso le frasi scritte sopra la torta. A volte, i messaggi possono sembrare irriverenti, sopra le righe, ma sono sempre ironici e appunto leggeri, e queste caratteristiche “non fanno dei miei clienti delle persone scorrette ma persone autentiche“, pionieri di una “dolce protesta verso le apparenze, nei dolci come nelle persone”.

L’altro caposaldo del progetto è appunto il lato “ugly” delle torte: in realtà, spiega sempre Veronica, ciò che chiamiamo comunemente brutto è “ciò che si discosta dai canoni estetici stabiliti dalla collettività, ciò che viene percepito come imperfetto” rispetto a quello che la società ha costruito negli anni. Nella nuova ottica, allora, brutto diventa “l’autentica bellezza, l’imperfetta perfezione“, un “qualcosa che rende diversi, unici e speciali”.

Tradotto in altri termini, Veronica prepara dolci imperfetti in segno di protesta, puntando a rendere disarmonia, imperfezione e unicità dei valori da perseguire per andare oltre all’apparenza e imparare ad apprezzare la sostanza nei dolci e nelle persone.

Le torte brutte di Veronica

Ma, in concreto, come sono queste torte brutte?

A prima vista, le creazioni di Veronica si potrebbero definire vintage cakes, ovvero quelle torte romantiche e un po’ pompose che si ispirano ai dolci del passato, decorati a suon di panna, crema al burro, sbuffi e colori. In realtà, dietro ogni preparazione c’è un grande studio delle materie prime, e quindi le ugly cakes non sono stucchevoli (come ai nostri palati possono sembrare le originali vintage cake), ma sorprendentemente semplici e leggere; inoltre, ogni torta è fatta su misura e racconta la ricerca della semplicità dei sapori di casa e delle torte di nonna, “non la simmetria e la precisione estetica”.

Le basi variano dalla carrot cake all’impasto più semplice alla vaniglia, mentre tra le farciture ci sono ad esempio i gusti di caramello salato o crema diplomatica, e come decorazione frutta fresca e copertura a piacere: il lavoro iniziale è stato quello di adattare la ricetta originale al palato italiano, e il risultato è effettivamente vicino alle nostre “abitudini” – e non mancano opzioni vegane e senza lattosio, per venire incontro a ogni esigenza.

Il tocco finale è rappresentato da una scritta divertente o tagliente, che racconta qualcosa del committente, una verità che forse la persona non voleva ammettere o non riusciva a (non poteva) farlo: ad esempio, “C’ho l’ansia a tempo indeterminato”, “Fight like a 3310” (in riferimento al mitico modello di telefonino Nokia), “Porto rancore a tutte le ore” o “Never too old to be capricciosa”.

Insomma, le Ugly Cakes sono ironiche, pungenti, molto contemporanee e dallo slancio internazionale, ma soprattutto sono buone e trasmettono un messaggio: il concetto di base è mantenere un prodotto genuino e comunque imperfetto, a differenza della precisione che si ritrova nella pasticceria moderna, puntando sui valori positivi di una produzione più onesta, sincera, semplice. Non è una foto instagrammabile a rendere una torta bella, conclude Veronica, ma “è il processo, è la sostanza, sono le emozioni che suscita in chi la commissiona e chi la riceve”.

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