È la conserva ittica preferita dagli italiani, uno degli alimenti immancabili in dispensa e, difatti, presente nel 94 per cento delle case e portata in tavola ogni settimana da quasi 1 italiano su 2. Parliamo del tonno in scatola, un alimento che “nasconde” molte più proprietà di quelle che potremmo inizialmente pensare, a patto però di scegliere quelli di migliore qualità.
Il successo del tonno in scatola
Questo alimento piace a tutti perché è pratico, versatile, economico e soprattutto gustoso, e possiede anche molti effetti salutari. Il suo consumo si incrementa soprattutto d’estate, quando il tonno sott’olio diventa un ingrediente immancabile per insalate, panini o altri piatti freschi, veloci e sfiziosi da consumare a casa o sulla spiaggia, ma può essere anche un salva pasto per studenti o per chi ha meno esperienza ai fornelli (pensiamo alla semplicissima pasta al tonno).
È quindi diventato una specie di simbolo di spensieratezza e di libertà, e mangiarlo ci fa pensare alle vacanze, alle gite fuori porta, al mare, alla spiaggia o ai pranzi all’aperto, anche se poi in effetti è una presenza costante per tutto l’anno sulle nostre tavole. Tanto che l’italiano medio ne consuma in media 4 chili all’anno, contribuendo a un mercato dal valore di 1,1 miliardi di euro, dove domina la versione di tonno sott’olio (l’88 per cento delle scelte d’acquisto), mentre quello “al naturale” è ancora una minoranza, anche se aumenta l’interesse e l’attenzione verso alimenti leggeri e dietetici.
Il tonno in scatola non fa male
Contrariamente a quanto a volte si legge online, il tonno in scatola non fa male e non è nocivo alla salute: di sicuro è meno nutriente e salutare della carne di tonno fresca, ma ciò non significa che il consumo di questo alimento confezionato sia nocivo o pericoloso per il nostro organismo.
Anzi, possiamo tranquillamente prevedere una scatoletta di tonno nel nostro menu settimanale – una volta a settimana – all’interno di una delle tante ricette possibili: costituisce infatti un ingrediente valido per portare avanti un regime dietetico ispirato alla dieta mediterranea.
Le caratteristiche nutrizionali del tonno in scatola
In linea generale, il tonno confezionato è composto principalmente da proteine nobili e di alto valore biologico (circa 22-25 grammi ogni 100 di prodotto); inoltre, ha un potere calorico piuttosto basso – pari a circa 100 Kcal per una confezione di tonno al naturale e circa 190 per il tonno sott’olio – contiene pochi grassi (e di tipo “buono” Omega 3) ed è un’ottima fonte di sali minerali, tra cui iodio, fosforo, potassio, e di vitamine A e B.
Ciò che è importante è scegliere prodotti di buona qualità: i vari tipi di tonno in scatola non sono uguali per caratteristiche e apporto nutrizionale, e conoscere queste informazioni è un fattore che può fare la differenza.
Tonno sott’olio e al naturale, le differenze
Il primo passaggio importante è sapere bene ciò che andiamo a comprare e consumare: di base, con tonno in scatola si definisce un prodotto ottenuto dal taglio del muscolo del pesce tonno, poi cotto in acqua con aggiunta di sale e aromi, e in seguito sottoposto a un processo di sgocciolamento e sterilizzazione.
Il trattamento successivo determina la differenza tra tonno all’olio d’oliva e tonno al naturale in salamoia: nel primo caso, il pesce viene inscatolato per immersione in olio (solitamente d’oliva, più raro l’extravergine di oliva, o di girasole) mentre nel secondo caso viene confezionato in liquido di governo acquoso.
Il tipo più utilizzato e più pregiato è il tonno pinna gialla (Thunnus albacares), che ha carni chiare e rosate e il gusto delicato. Altre varianti sono il tonnetto striato (o skipjack thuna), che ha dimensioni più piccole, con carni scure e sapore intenso, o il tonno rosso del Mediterraneo, più raro perché a rischio di estinzione e protetto.
Solitamente, il processo di produzione prevede che il pesce sia congelato a bordo appena pescato e poi trasportato negli stabilimenti, dove viene dapprima scongelato e poi cotto a vapore, pulito, diviso in porzioni e inscatolato.
Come scegliere un tonno in scatola di qualità
A fare la differenza tra un prodotto di alta qualità e uno di livello inferiore sono una serie di variabili: ingredienti utilizzati, tecniche applicate durante la lavorazione e, ovviamente, la qualità della materia prima e dell’olio utilizzato per la conserva. L’insieme di questi fattori ci permette di essere sicuri nel consumare del tonno in scatola senza problemi per la nostra salute, anzi con tanti vantaggi.
È importante saper leggere bene l’etichetta della confezione per evitare errori o brutte sorprese: le diciture obbligatorie sono il nome (generico “tonno” o “conserva di tonno”), gli ingredienti e il tipo di olio, il peso sgocciolato, lo stabilimento di lavorazione, a cui si aggiungono altre informazioni facoltative (luogo di pesca e, in casi rari, anche le tecniche di pesca).
Un consiglio pratico per scegliere tonni di qualità è quello di preferire formati più grandi, che meglio ci permettono di godere delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali del pesce, che risulta più compatto e meno sminuzzato. In genere, infatti, il contenuto delle confezioni piccole non è un vero e proprio blocco di muscolo, ma dei resti di un trancio inscatolato in quelle grandi, di qualità quindi inferiore.
Oltre alla classica confezione di latta, poi, è molto pratica e utile la variante dei vasetti in vetro, che ci permettono di valutare e apprezzare l’aspetto del pesce: idealmente, le carni devono essere di colore rosato, indice di freschezza, senza sfumature rosa grigio o rosa giallognolo né verdi (che derivano dall’aggiunta di clorofilla).
Ad ogni modo, il tonno ha carni buone quando sono chiare, sode e compatte.
I migliori tonno in scatola
Come si può quindi andare sul sicuro e scegliere un tonno in scatola di ottima qualità? In nostro supporto arriva la rivista Altroconsumo, che da poco ha messo a confronto 24 tipologie differenti di prodotto per scoprirne pregi e difetti.
Il test ha coinvolto marche famose e molto diffuse nella grande distribuzione, concentrandosi innanzitutto sul costo: il prezzo medio del tonno in scatola in Italia è di 20 euro al chilo, e nel caso dei prodotti esaminati si va da un minimo di 10 euro (Ardea) a un massimo di 44 euro (Consorcio).
Molto interessanti i risultati delle prove sulla qualità, che in media si attesta su buon livello, pur in presenza di qualche punto critico, soprattutto sulla quota contenuta di sale e mercurio: per il sale, tutti i tonni ne hanno una quantità eccessiva, mentre il mercurio è stato riscontrato in quantità di “allerta” in 3 circostanze (Tonno Maruzzella, Ardea e Rio Mare all’olio d’oliva).
In 16 scatolette su 24 viene utilizzato tonno pinne gialle, mentre solo due casi riportano la tecnica di pesca (che compare anche nel nome del prodotto). Non sono stati ritrovati particolari difetti in nessuna confezione, ovvero avere residui di pelle, lische o squame, macchie scure e simili.
Dopo queste valutazioni oggettive, Altroconsumo ha coinvolto esperti e consumatori per prove soggettive; gli esperti hanno valutato aspetto, odore, consistenza e sapore delle 24 marche, promuovendo a pieni voti 3 prodotti – Angelo Parodi, Mareblu Leggero e Conad – e senza alcuna insufficienza. L’assaggio dei consumatori ha invece premiato i prodotti As do Mar e Selex.