Prugne e Susine: conosci le differenze?

Per i botanici derivano dalla stessa pianta, ma per i dizionari le due parole e i due frutti sono ben distinti, così come lo sono concretamente per noi consumatori: ecco quindi qual è la differenza tra prugne e susine, da cosa deriva e quali sono le caratteristiche distintive di queste due versioni del frutto che cresce dal Prunus Domestica.

Differenza tra prugne e susine

La pianta su cui concentriamo l’attenzione si chiama pruno europeo, Prunus domestica nella denominazione di Linneo, che viene comunemente chiamato prugno o susino, a riprova di una generale confusione e ambiguità rispetto a questi termini, che si riversa ovviamente anche sui frutti.

Sgomberiamo subito il campo da questi dubbi: prugna e susino sono nascono sì dallo stesso albero (anche se non tutti sono concordi, come vedremo), ma si distinguono per lo stato di conservazione del frutto. In tal senso, conferma la Coop, la susina è il frutto fresco, mentre invece prugna è il nome del frutto essiccato (le famose prugne secche) o cotto.

In pratica, quindi, tutte le prugne sono state una volta susine (da fresche), ma non tutte le susine diventeranno prugne, perché non tutte le tipologie sono adatte a questa tecnica di conservazione.

Susine e prugne sono la stessa cosa? Ecco cosa le distingue

C’è anche chi suggerisce un’altra differenza tra prugne e susine, questa più legata a questioni botaniche e in particolare all’aspetto dei frutti: la susina è il nome attribuito alla qualità tonda e morbida, di colore chiaro, mentre prugna è il nome del frutto dalla forma allungata di colore blu-violaceo (sfumatura che nel linguaggio comune si definisce proprio prugna, appunto).

Più nello specifico, la susina è il frutto colto dalle varietà di pruno europeo a finalità alimentare, per il consumo fresco; la parola prugna indica in generale tutti i frutti prodotti dalle innumerevoli varietà di pruno, ma anche la versione essiccata delle comuni susine.

albero prugne

Com’è l’albero di prugne e susine

La pianta di pruno europeo (o susino, ribadiamo) ha tronco contorto e corteccia spessa e può raggiungere dimensioni notevoli; nonostante le tante varietà, in genere tutti producono fiori bianchi e delicati e foglie ovali. Secondo gli esperti, deriva da una fortunata unione tra un pruno selvatico e un ciliegio.

Questo albero preferisce climi caldi e temperati ed è presente in tre continenti, America, Asia ed Europa, ed è proprio nel Vecchio Continente che c’è maggiore diffusione; in Italia, il pruno è un albero molto comune in campagna, nei giardini e negli orti, e le zone di maggior coltivazione sono Campania ed Emilia Romagna.

Le caratteristiche dei frutti del susino

I frutti sono disponibili da giugno a settembre si distinguono in varietà a buccia gialla, come le famose susine goccia d’oro, che sono apprezzate per il consumo fresco, e in varietà a buccia violacea che invece possono anche essere destinate all’essiccazione.

Più precisamente, le prugne si dividono in due grandi gruppi:

  • Euro-asiatiche, caratterizzate da forma ovoidale e da un nocciolo che si stacca facilmente dalla polpa, che è soda e compatta.
  • Cino-giapponesi, distinguibili per forma più arrotondata e dal nocciolo che aderisce alla polpa, che è molto succosa.

In Europa ne esistono più di mille varietà di susine, i cui colori che possono andare dal giallo al violaceo scuro; tra le varietà di susine più famose ci sono Boccon del Re, Coscia di Monaca, Favorita del Sultano, Fiocco del Cardinale, ma anche la Reine Claude (in onore della prima moglie di Francesco I) e le Monsieur (dal fratello di Luigi XIV, che le amava molto).

Ricordiamo poi anche le varietà rusticana, a frutti molto piccoli; florentia, che unisce buccia acidula e polpa molto dolce; Stanley, la varietà più coltivata, con frutti violacei e ovoidali; California Blu, contraddistinta da dal tipico color blu-violaceo.

Tra le varietà orientali, invece, citiamo la Santa Rosa, con frutti piuttosto grandi, di forma sferica e buccia color rosso scuro, e la Shiro, che ha frutti di colore giallo dorato.

Le caratteristiche delle prugne

In linea di massima, susine e prugne condividono le stesse proprietà nutrizionali: questi frutti sono ricchi di potassio e calcio, e si fanno apprezzare anche per il rilevante potere depurativo e lassativo, noto sin dall’antichità.

Questa qualità deriva dall’elevata presenza di acqua e fibre nel frutto, e si mantiene inalterata sia nel consumo fresco che nella versione essiccata. Ma susine e prugne contengono anche zuccheri, calcio, fosforo, potassio, vitamina C e K, fenoli e carotenoidi, e si rivelano alimenti nutrienti, rinfrescanti, protettivi di ossa, denti e sistema nervoso, ma anche capaci di stimolare il metabolismo e favorire il riequilibrio acido-base, grazie alla presenza di sorbitolo, tannino, sali di calcio e tanti altri oligoelementi e minerali.

Inoltre, elemento non meno rilevante per la nostra salute, questi frutti hanno importanti qualità antiossidanti per il contenuto di antocianine, che producono il tipico colore blu-viola: questo fitocomposto contribuisce tra l’altro al mantenimento della normale funzione del sistema immunitario e alla protezione della normale funzione di ossa, cartilagini, gengive, pelle e denti.

plum-cake prugne

Prugne e susine in cucina: consigli e ricette

Le prugne e le susine hanno una lunga storia di utilizzi gastronomici: oltre a essere perfetti per gli impieghi nei dolci – ingrediente per torte, confetture, frutta sciroppata, ma anche distillati – si possono consumare al naturale in macedonie o in yogurt, e hanno un sapore accattivante che ben si sposa ad abbinamenti a piatti salati.

Ad esempio, le prugne sono un classico abbinamento di contorno alla carne di selvaggina e sono usate in particolare per alcune ricette particolari, l’arrosto di maiale e prugne o lo Shizifiadah, un piatto israeliano a base di manzo e prugne, ma possono anche servire a insaporire in modo originale risotti o altri primi piatti.

Altrettanto tipico e storico è l’utilizzo delle susine per fare lo slivovitz, l’acquavite caratteristica delle regioni balcaniche, oppure l’umeboshi in Giappone (ricavato da speciali prugne acide messe in salamoia per preparare questo condimento unico) o ancora la pflaumenkuchen tedesca, una sorta di pizza agrodolce che ha alla base una pasta di pane, condita in superficie con susine e prugne fresche tagliate a metà e ricoperte di zucchero.

Infine, una curiosità: il classico plumcake che conosciamo oggi deve il suo nome proprio alle prugne (plum in inglese), perché originariamente si preparava proprio con prugne secche, aggiunte al classico impasto.

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