Il cibo biologico è solo una moda (peraltro molto costosa) oppure ha davvero un senso scegliere questo tipo di prodotti?
Si parla tanto di agricoltura biologica come mezzo ecologico e sostenibile, per permettere alle piante di crescere seguendo i propri ritmi e senza l’aiuto di fertilizzanti, insetticidi e schifezze varie. Siamo abbastanza d’accordo sul fatto che se il cibo biologico costasse di meno lo compreremmo più o meno tutti, quello che è meno chiaro è il perché: lo facciamo per “salvare il pianeta”, un concetto che va abbastanza di moda (di pari passo con “non c’è più religione”, “non ci sono più le mezze stagioni” e queste frasi fatte così carine), oppure lo compriamo perché pensiamo che sia più salutare per noi? In poche parole… siamo consapevoli di ciò che acquistiamo scegliendo il biologico?
Se pensate che comprare un pomodoro biologico farà arrivare su Marte le vostre papille gustative, risparmiate i soldi e compratevi uno yo-yo. Un pomodoro è un pomodoro, che sia stato coltivato nell’erbetta di montagna con acqua purissima e musica classica oppure che sia cresciuto nella zona industriale di Milano. Dal punto di vista nutrizionale non c’è nessuna differenza ed sufficiente lavare la buccia per eliminare antiparassitari vari. Se invece consideriamo l’impatto ambientale, qualche considerazione bisogna farla: forse nella nostra insalata non fa differenza, ma al terreno le coltivazioni intensive fanno malissimo.
Il biologico quindi non serve a vantarvi con i vostri amici di avere speso 40 euro per comprare due chili di verdura, serve a garantire al nostro mondo un futuro (non un futuro migliore, un futuro e basta, dato l’elevato grado di inquinamento del suolo). I principi del biologico sono rispetto dell’ambiente, delle diversità e dei normali cicli produttivi stagionali.
Più che per fare un favore a noi stessi, il cibo biologico favorisce la terra sulla quale camminiamo, che non è poco; inoltre fa un dispetto alle multinazionali avide di denaro che ci propinano prodotti animali e vegetali letteralmente ingozzati di roba chimica, come ormoni e pesticidi, perché la produzione massiva (leggi: il guadagno) è il loro unico obiettivo. Se proprio vogliamo dissanguare il portafoglio acquistando biologico, facciamolo con coscienza: stiamo aiutando l’ambiente e gli animali, non il nostro organismo. Pensate che sia poco? Proviamo a metterci nei panni di una mucca perennemente attaccata alla mungitoia che non sa nemmeno cosa sia un prato, o di una gallina che produce uova in serie nello spazio di un foglio A4, o di un vitello che vive la sua breve esistenza imbottito di ormoni per farlo crescere alla svelta… fareste a cambio? In generale nessuno scambierebbe la propria vita con quella di una mucca, ma tantomeno con una mucca in quelle condizioni.
Il biologico non serve a fare i fighi che si prendono troppo sul serio. Il biologico è un investimento sul proprio pianeta. A me non pare poco, e a voi?