Coldiretti: a scuola basta con le merendine confezionate

Quando si parla di scuola molto spesso ci si collega al tema del cibo spazzatura.

La maggior parte dei distributori che si trovano all’interno degli edifici scolastici, infatti, propongono merendine e bibite ricche di conservanti. Il primo pensiero associato al consumo di questi cibi è sicuramente quello dell’obesità, non sapendo che in questo modo si favoriscono anche diverse malattie cardiovascolari, il diabete e persino alcuni tumori.

Recentemente anche Coldiretti Campania ha lanciato l’allarme sulla pessima alimentazione dei ragazzi nelle scuole.

Mentre da un lato s’impartiscono lezioni sul patrimonio della Dieta Mediterranea, dall’altro si mettono a disposizione distributori contenenti un gran numero di junk food  (cibo spazzatura). Eppure educare al consumo di un cibo sano dovrebbe partire proprio dalle scuole, anche con i fatti e non solo con le parole.

La proposta che Coldiretti Campania suggerisce è quella di vietare i distributori di merendine all’interno delle scuole, vincolando le ditte vincitrici degli appalti di mettere in vendita unicamente prodotti a chilometro zero (o comunque tracciabili) e spremute di frutta fresca, invogliando così i consumatori all’acquisto di prodotti più sani e nutrienti.

Solo in Campania, afferma Coldiretti, il 28% dei bambini di 8-9 anni risultano in sovrappeso, il 13,7% è invece obeso ed il 5,5% ha un’obesità grave. Basti semplicemente pensare che le merendine più semplici forniscono circa 150 calorie al pezzo contro quelle più complesse o farcite che partono da circa 250 calorie.

 

Cosa si è fatto in passato

Diversi istituti di alcune città italiane (tra cui Bari, Bologna e Roma), a partire dal 2009, hanno dato l’opportunità di poter scegliere merendine più sane e contenute nel prezzo all’interno dei distributori presenti nelle scuole. Di conseguenza molte altre scuole hanno seguito l’esempio autonomamente e c’è stato chi ha iniziato ad attivarsi anche per il tema delle mense scolastiche e chi invece ha scritto degli avvisi, diretti ai genitori, in cui a merenda era consentito solo portare un frutto o una fetta di dolce fatto in casa.

Quello che è stato già fatto è sicuramente un passo importante, molti però ne dovranno seguire se di vuole risolvere  questo reale problema che coinvolge i più giovani.

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