Spaghetti con polpette, fettuccine Alfredo e ovviamente la pizza: parlare di cucina italo americana significa entrare in una tradizione gastronomica che – pur partendo da radici storiche e territoriali ben definite – in realtà rappresenta un genere diverso, a sé stante, e assolutamente degno di dignità.
Insomma, lasciamo da parte i pregiudizi e la difesa strenua del patrimonio culinario italiano e apriamo la mente – e il palato – verso piatti curiosi, originali, contaminati, ma anche gustosi e tutti da scoprire.
La storia della cucina italo americana
Bisogna innanzitutto uscire da un equivoco: non parliamo della (spesso cattiva) interpretazione di ricette italiane fatte dagli americani, come siamo abituati magari a vedere nei film – e quindi, pasta scotta, sugo fatto con ketchup e altre aberrazioni simili – ma di una cucina di origine povera, nata dalla nostalgia degli immigrati che cercavano di adattare le proprie memorie di gusto agli ingredienti trovati nella nuova patria.
È verso la fine del Diciannovesimo secolo che inizia a diffondersi questa gastronomia: è l’epoca delle migrazioni dall’Italia verso gli States, e i nostri (antichi) connazionali provano a tener vivo almeno il ricordo dei piatti lasciati a casa. Ma ritrovare le materie prime tipiche della cucina italiana – in modo particolare quelle del Sud Italia, come pasta di grano duro, conserve di pomodoro, olio d’oliva o pizza – è impresa quasi impossibile (sia per logistica che per costi), e quindi serve attrezzarsi di inventiva e adattamento.
Invenzioni di nostalgia e inventiva
Inoltre, a questo fattore si aggiunge anche l’influenza della cultura locale e l’incontro con le tradizioni degli altri gruppi etnici presenti sul suolo statunitense: una contaminazione multiculturale ante-litteram che produce piatti capaci di imporsi nel tempo come comfort food per generazioni di americani, non solo per quelli di origine italiana.
Queste creazioni spesso fantasiose sono riuscite a conquistare un intero Paese: da cucina di recupero e della memoria di una minoranza di persone ai margini della società americana per questioni sociali ed economiche, la cucina italoamericana è stata capace di raggiungere i ristoranti più esclusivi di New York e in generale di inserirsi nei circuiti dell’alta ristorazione, estendendosi anche a località in cui la quota di immigrati di origine italiana era nulla, come Minneapolis, città in cui gli abitanti erano prevalentemente scandinavi o tedeschi.
Le più famose ricette italo americane
I nomi di queste creazioni fantasiose sono davvero famosissimi: oltre agli spaghetti con polpette di carne e braciole (gli spaghetti with meatballs che mangiano a cena Lilli e il Vagabondo nella arcinota scena al ristorante Tony’s che si conclude col bacio tra i due, nell’omonimo classico Disney), ricordiamo la muffuletta di New Orleans, un sandwich di pane al sesamo siciliano, e anche i ravioli tostati del Missouri.
Ma l’elenco dei piatti italoamericani comprende tantissimi esempi di primi piatti con pasta, di secondi con verdure, carne o uova, e ancora preparazioni con pesce, zuppe, prodotti da forno, salse e dolci: un vero ricettario esteso e gustoso, che in molti casi di italiano ha solo la radice.
I piatti della cucina italoamericana
È quello che capita con le Fettuccine Alfredo: se in Italia questo piatto prevede l’uso di fettuccine condite con burro e parmigiano, negli Stati Uniti non si usa la ricetta di Alfredo Di Lelio, ma una variante che prevede la panna al posto del burro e l’aggiunta di altri ingredienti, a iniziare dal petto di pollo.
Oppure con le penne alla vodka, dove il condimento è fatto con una salsa a base di panna e pomodoro sfumata con la vodka, che hanno un’origine piuttosto controversa e che hanno avuto il periodo di massima diffusione negli anni Ottanta, come icona del decennio più modaiolo ed eccessivo della storia recente.
E che dire poi della pepperoni pizza, il gusto di pizza preferito della gastronomia italoamericana a base di salame piccante (la traduzione corretta di pepperoni), della wedding soup (reinterpretazione della minestra maritata napoletana con ingredienti diversi) o della polenta con sugo di pomodoro, salsiccia e fagioli, che mette insieme vari pezzi di cucina regionale italiana, da Nord a Sud?
Gli esempi di contaminazione tra Italia e Stati Uniti
Ma, come dicevamo, ci sono ancora tante altre ricette italo americane che mettono insieme una base nostrana e un’interpretazione molto più “a stelle e strisce”: il Chicken Parmesan è una sorta di “pollo alla pizzaiola”, con fettine di pollo impanate, fritte e poi passate nel sugo di pomodoro, in abbinamento a mozzarella e parmigiano reggiano (e quindi niente melanzane!); il Chicken Scarpariello ricorderebbe almeno nel nome un piatto napoletano (la pasta allo scarpariello), ma è molto diversa nella preparazione, perché mette insieme pollo cotto in padella con vino, salsiccia, patate, peperoni e cipolle.
Una menzione la meritano anche il Cioppino Stew – una zuppa di pesce con il pescato del giorno, quasi una rielaborazione del caciucco – e la pasta e fagioli, la pasta e fasul cantata anche da Dean Martin nella celeberrima “That’s Amore”, la lasagna con la ricotta al posto della besciamella, che unisce l’anima bolognese con quella partenopea. E simile è anche il discorso per Italian dressing (una vinaigrette per condire le insalate che di italiano ha poco, a parte il nome) e la rice pie, una variante americana della pastiera napoletana ma con riso cotto al posto del grano.
Ristoranti italo americani New York
La patria riconosciuta della cucina italoamericana è ovviamente New York, simbolo stesso del melting pot di tradizioni e culture: e quindi un viaggio in questa gastronomia parallela alla nostra territoriale non può non fare tappa nella Grande Mela e in alcuni dei suoi ristoranti.
Tra gli chef che più si sono spesi (con successo) per dare dignità alla tradizione italo americana c’è senza dubbio Lidia Bastianich, volto noto anche dalle nostre parti, che nel 1981 apre a New York il Felidia e mette il turbo a una carriera davvero fortunata, culminata con Eataly New York, terzo luogo più visitato di tutta la città dopo i grandi monumenti!
Si chiama Emilio’s Ballato uno storico ristorante a SoHo, amato da molti personaggi noti tra i quali l’ex presidente americano Barack Obama, la cantante Rihanna, Lenny Kravitz, Danny de Vito, e ritenuto il più autentico locale italoamericano degli Stati Uniti.
A Coney Island c’è invece Gargiulo’s, attivo da oltre un secolo e sempre punto di riferimento di chi ama gli echi della gastronomia napoletana, mentre Carbone nel Greenwich Village è riuscito a conquistare anche una stella Michelin, premiato come “ode alla cucina Italoamericana”.