È da oltre un secolo che Barilla porta nelle case degli italiani (e sempre più anche all’estero) tutto il sapore della tradizione e dell’arte di fare la pasta: ora è arrivato il momento di dare nuova vita a queste tradizioni e in particolare alla linea delle Emiliane Barilla, che saranno sempre più l’ingrediente di chi vuole dare nuova vita alle tradizioni, proprio come spiega il suo nuovo Manifesto.
Ispirazioni dai sei chef emiliani
Sono sei gli chef emiliani, scelti da Barilla per ricettare in modo innovativo la tradizione: Maria Amalia Anedda, Daniele Bendanti, Massimiliano Poggi, Marta Scalabrini, Gianpietro Stancari e Irina Steccanella, ognuno chiamato a mettere un pizzico di sé e della sua storia personale nei piatti creati con le Emiliane.
La tradizione arricchita di Maria Amalia Anedda
Classe 1990, originaria di Parma, Maria Amalia Anedda racconta di aver scelto a inizio carriera la Francia, il tempio del gusto, lavorando prima al ristorante Aux Anges a Roanne e poi entrando nella prestigiosa brigata di Alain Ducasse nel ristorante parigino Jules Verne.
Ha scelto di tornare a Parma, dove guida il Ristorante Les Caves, per raccontare “una tradizione arricchita dai sapori del mondo” all’insegna di una filosofia che vuole “tenere in equilibrio tradizione e innovazione, portando il sapere e le tecniche del presente verso il futuro”.
Ed è proprio ispirandosi a questi concetti che la chef ha realizzato quattro ricette speciali usando la pasta Emiliane Barilla: Ramen con Taglierini, Farfalline con crema di broccoli al curry verde Thai e latte di cocco, Cestini croccanti tex-mex di Lasagne con chili di carne, guacamole e panna acida, Insalata di Stelline, seppioline, edamame e dressing di piselli al wasabi, che rappresentano l’incontro tra ingredienti solo apparentemente distanti.
I ricordi nei piatti di Daniele Bendanti
A ventisei anni era capo partita da Arnolfo, il ristorante 2 stelle Michelin di Colle Val D’Elsa, e poi ha proseguito il suo percorso presso l’hotel 5 stelle Palace in provincia di Ravenna, il ristorante È Cucina di Cesare Marretti, lo Zaranda di Madrid con lo chef stellato Fernando Areljano, prima di tornare nella natia Bologna.
Oggi, dopo le positive esperienze al ristorante Battibecco e all’Osteria Bottega, Daniele Bendanti è di casa a Oltre, un ristorante che ha saputo conquistare sia la clientela più conservatrice che quella più curiosa. Lo chef racconta che la sua “cucina nasce dalla fusione dei ricordi di infanzia nella mia amata Bologna a quelli legati ai miei viaggi zaino in spalla”, e questi echi si scorgono anche nelle sue creazioni per Barilla.
Si parte da un rinnovato piatto di Tagliatelle asparagi e culatello, per poi salire con elaborazione e complessità: finto cous cous di risi Barilla, con cipolla di Tropea e caponata di melanzane e menta, Lasagne con funghi porcini, fonduta al puzzone di Moena, cavolo verza e speck e poi terminare in un “Ricordo dell’appennino tosco-emiliano”, la ricetta di Fettuccine ricce con ragù di fegatini di pollo, cicoria e curcuma.
Massimiliano Poggi e il ritorno alla natura
È lo chef più esperto del gruppo, nato nel 1970 a Bologna ma formatosi professionalmente in Romagna (di cui conserva il calore) e in Francia (dove ha appreso il rigore teorico e tecnico della professione): qualche anno fa ha fatto una scelta controcorrente, lasciando il fortunato e lo storico ristorante Al Cambio per aprire un locale nella periferia bolognese, a Trebbo di Reno, battezzato semplicemente col suo nome, Massimiliano Poggi.
E semplicità è anche la caratteristica del suo stile di cucina, che trova “ispirazione nei ritmi lenti e naturali della campagna, nel vivere a contatto con la terra”, con piatti che evocano “nella forma e nella sostanza i ricordi di infanzia e il pranzo della domenica, fatta di ingredienti genuini”.
Le quattro proposte per Emiliane Barilla ricalcano queste premesse: Treccine funghi e zucca, Cannelloni zucca, salvia, salsiccia, Paglia e fieno al ragù vegetale e soprattutto la Lasagna pizza, che si presenta come una classica Margherita ma che nasconde la sfoglia all’uovo e un sugo simile al ragu.
Marta Scalabrini, creatività in cucina
Arriva da Reggio Emilia Marta Scalabrini, classe 1982: dopo un percorso di studi e formazione orientato alla comunicazione e al marketing, decide di cambiar vita e passare ai fornelli, riscuotendo successo immediato grazie al suo tocco e alla sua inventiva. Le sue preparazioni si basano su una convinzione: “creatività, comunicazione, marketing e cibo si possono fondere insieme nella ricetta perfetta per la felicità”, ed è quello che si prefigge di fare al suo ristorante Marta in Cucina.
Le reinterpretazioni delle Emiliane dello chef raccontano molto del suo stile: Zucchina ripiena di Filini, funghi champignon e ricotta al ginepro, Pappardelle sgombro e finocchietto, Spaghetti alla chitarra salsa di topinambur e polpo, Quadrettini verdi e crema alla lavanda.
L’innovativa semplicità di Gianpietro Stancari
È un emiliano di adozione di classe 1981 Gianpietro Stancari, nato a Mantova ma formatosi umanamente e professionalmente nel territorio di Emilia, dove oggi lavora e dove ha conosciuto gli attuali partner del ristorante ai Due Platani. Lo chef crede in questo territorio e lo trasmette nei suoi piatti, lavorando gli ingredienti della sua cucina per esaltare la qualità della materia prima e per offrire quella che ritiene la chiave per la vera innovazione, ovvero la semplicità e la riscoperta della tradizione.
Tra le sue proposte per Emiliane Barilla ci sono Tagliolini con acciughe del cantabrico, puntarelle, bucce di pomodoro alla paprika e pane all’aneto, Grattini tirati a risotto con rapa rossa, fonduta di parmigiano, timo limonato e porcini fritti, Tagliatelle ai 5 cereali con ricotta misto pecora, trota affumicata, pelle croccante, zucca caramellata e mandorle tostate, Garganelli con crema d’aglio, crema di fagioli, fagioli in umido e pomodorini.
Il tocco contemporaneo di Irina Steccanella
Emiliana e Bolognese, afferma con forza e orgoglio Irina Steccanella: la sua cucina è classica, tradizionale, ma unica, e conserva i ricordi e le tracce delle esperienze presso due straordinari ristoranti tristellati italiani, l’Osteria Francescana di Massimo Bottura (un’esperienza rivoluzionaria, parola di Steccanella) e Casadonna Reale di Niko Romito (illuminante, sempre secondo definizione di Irina).
Oggi guida il ristorante che porta semplicemente il suo nome, Irina, dove porta avanti la sua filosofia di una cucina di “tradizione vista con sguardo contemporaneo, una ricerca della pura essenzialità di questa terra unica”. Per Emiliane Barilla propone Grattoni vellutata di lenticchie e gamberi, Sorprese con cime di rapa fave e peperoncino, Pappardelle con carbonara di asparagi e parmigiano e Fettuccine ai 5 cereali salmone affumicato e asparagi.
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