Si chiama Movimento Grandi Minuti, è un progetto nato online e ha ottenuto una grande vittoria, spingendo alcuni brand produttori di pasta a rendere più visibile l’indicazione dei tempi di cottura sulle confezioni di pasta. Ecco la storia di questa iniziativa e perché ci piace tanto!
Le origini dell’iniziativa
Il progetto nasce da un’intuizione di Marco Faccio, titolare dell’agenzia Hub09 – Brand People, che ha deciso di impegnarsi a risolvere uno dei problemi che più affliggono le persone ai fornelli, ovvero la (scarsa) leggibilità dei tempi di cottura indicati sulle confezioni di pasta. Un’informazione che dovrebbe essere di immediata visibilità, percepibile al primo sguardo, ma che spesso invece richiede una ricerca prolungata ed estenuante.
È lo stesso faccio a raccontare su FB la sua “epifania”, il momento che ha fatto scattare la scintilla del Movimento: “A fine settembre sono a casa e sto cucinando, giro e rigiro il pacchetto di spaghetti tra le mani mentre chiedo a mia moglie: «Tu vedi dove c…o è il minutaggio?». È stato un fulmine”, che gli ha fatto comprendere che quello poteva essere un focus per una possibile campagna.
Un successo immediato
In poche ore l’iniziativa prende vita e forma, producendo un vero e proprio Manifesto, un logo che rappresenta un fusillo pieno di sugo e anche uno slogan che fa rapidamente presa, “Pasta la Victoria Siempre”: nel giro di poche settimane, il Movimento Grandi Minuti fa incetta di like e condivisioni, superando i 2 milioni di contatti in un paio di giorni e ottenendo l’attenzione di vari mezzi di comunicazione, anche fuori dai social.
Ne parlano La Stampa, poi Caterpillar Radio2 RAI, RDS, Radio Deejay, la Repubblica, Linkiesta.it, Vanity Fair Italia, Propaganda Live e decine e decine di altre radio, testate giornalistiche e pagine social iniziano a parlare di MGM e di HUB09, consentendo all’iniziativa di diffondersi ulteriormente e di conquistare un “peso” inizialmente forse impensabile.
La richiesta del Movimento: tempi di cottura più visibili per i tipi di pasta
E così, in meno di un mese questa campagna comunicativa supera il confine dei social e sparge il suo messaggio – chiedere ai brand produttori di pasta di rivedere il packaging per indicare il minutaggio di cottura in caratteri grandi e facilmente leggibili, in una posizione ben visibile sulla confezione – su tutti i canali possibili. Inizialmente, è la stessa agenzia creativa Hub09 Brand People a fornire qualche esempio pratico, realizzando degli esempi grafici di confezioni “rivisitate” per andare incontro alle esigenze dei clienti, per “dare ascolto a tutti i milioni di italiani che da sempre chiedono che i numeri di cottura vengano messi maggiormente in risalto sulle confezioni di pasta”.
Battaglia vinta, arrivano le nuove confezioni
Ma poi arriva un risultato insperato: l’azienda Pasta Garofalo prima e il Pastificio Fabianelli di Castiglion Fiorentino hanno ufficialmente esaudito il desiderio dei consumatori, proponendo nuove confezioni che riportano i minuti di cottura chiari e visibili.
In particolare, la Pasta Garofalo ha lanciato una versione “speciale” dei suoi tipi di pasta, proponendo dal 3 novembre scorso una variante al classico packaging in cui i tempi di cottura sono scritti in grande sul fronte e riportati anche sulla parte posteriore della confezione, con tanto di freccia e di messaggio dedicato ai “cercatori di tempi di cottura”. Il pack speciale – ironicamente definito a “grande” richiesta – riporta nell’angolo a destra anche un timbro con la scritta “MGM approved”, a riprova dell’impatto che il Movimento Grandi Minuti ha avuto nella realtà. Per ora, comunque, la rivoluzione interessa solo un formato di pasta Garofalo, ovvero i “Fusilloni 13 Minuti”, disponibili in questa edizione limitata nei principali supermercati e sul sito www.shop.pastagarofalo.it.
I Fusilloni 13 minuti di Garofalo, edizione limitata per MGM
Il direttore commerciale Italia del Pastificio Garofalo, Emidio Mansi, ha spiegato le mosse aziendali e rivelato che erano al lavoro già da qualche tempo sulla modifica alle indicazioni sui minuti, apprezzando comunque la spinta avuta da MGM: “La questione dei minuti per noi è antropologica e sulle nostre confezioni i minuti sono scritti sia sul fronte sia sul retro, ma evidentemente non basta”, ha detto.
Riguardo a MGM, poi, definisce “apprezzabile” l’iniziativa “anche per l’ironia con la quale è stata portata avanti e, di questi tempi, un po’ di leggerezza è quanto mai necessaria”, ribadendo che comunque la campagna non ha colto Garofalo impreparati perché stavano “lavorando alla stessa idea da un po’ di tempo”.
Il Movimento Grandi Minuti non ha comunque concluso il suo lavoro, pur esultando per il traguardo raggiunto e per essere riuscito a convincere (per ora) due aziende a produrre un pack espressione della Rete. Eppure, anche al suo interno c’è una forte divisione tra “cronometristi” e “assaggisti”, che rappresentano due anime tipiche dell’italiano in cucina.
Come si calcolano i tempi per fare la pasta asciutta?
Da un lato infatti ci sono le persone che rispettano i tempi di cottura riportati sulla confezione e che quindi si attengono alle indicazioni per fare i loro piatti di pasta asciutta, ma dall’altro lato – e almeno dai commenti, appaiono molto “agguerriti” – c’è il partito degli assaggisti, i puristi della preparazione della pasta. Per loro è inconcepibile rinunciare all’assaggio, unico metodo per scoprire se e quando la pasta è pronta effettivamente (rigorosamente al dente) e può essere scolata.
Anche Marco Faccio ha confidato la sua posizione, quanto mai mediana, autodefinendosi cronometrista assaggista, perché “rispetto i minuti indicati ma assaggio perché non mi fido, ma poi dipende da che tipi di pasta e sugo sto facendo”. Ad ogni modo, per lui “l’indicazione dei minuti di cottura consigliati è utile, particolarmente oggi che si usano formati di pasta sempre diversi e vari tipi di semola”.
L’importanza della Rete e dei social
In definitiva, un progetto nato quasi per scherzo online è riuscito, al grido “Pasta la Victoria Siempre”, a diventare un Movimento vero che ha convinto alcuni brand ad assecondare le richieste e trasformare le loro confezioni di pasta per renderle più vicine alle esigenze degli utenti a cui MGM ha dato voce.
Come conclude Faccio, “non è più solo un’operazione di new business” anche perché “la gente ha bisogno e voglia di leggerezza e di partecipazione”, di cui i comunicatori dovrebbero tenere conto. In più, quello che ha imparato (o ricordato) è che “se parti da una necessità reale delle persone le storie volano”, e questa lezione è utile non solo ai pubblicitari, ma anche ai brand che si rivolgono al pubblico.