Pane: si spreca ancora, ma un po’ meno

Quotidianamente in Italia si producono 72mila quintali di pane e sul fare della sera ne vengono buttati via 13mila quintali. La colpa è da attribuire sia alle esigenze di marketing ma anche alle cattive abitudini che comportano uno spreco enorme di pane e non solo. Immaginatevi una montagna di pane mandata al macero: non è uno spreco enorme che fa rabbrividire? Tuttavia gli italiani poco a poco stanno diventando più virtuosi riuscendo a ridurre il pane buttato nei cassonetti.

Pensate un po’: il pane invenduto di una sola delle 41mila panetterie e rivendite presenti sul territorio nazionale, si potrebbero alimentare dalle dieci alle dodici persone al giorno. Facendo un rapido calcolo e sommando il surplus di pane di tutti gli esercizi commerciali che lo vendono, si arriverebbe a sfamare addirittura mezzo milione di persone e non è certo un dato trascurabile o da prendere alla leggera.

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Meno sprechi con la crisi economica?

Con la crisi economica di questi ultimi anni c’è stato un leggero cambio di tendenza e sembra che gli italiani stiano gradualmente abituandosi a evitare di sprecare un bene alimentare così prezioso come il pane. Michette, baguette, filoni, rosette ma anche focacce e altri prodotti da forno: solo a parlarne viene l’acquolina in bocca! Le varietà di pane presenti sul territorio nazionale sono innumerevoli. Il pane appena sfornato ha un sapore unico ma non è detto che quello avanzato debba essere buttato: ci sono così tanti modi per riadoperarlo fino all’ultimo boccone!

 

Il marketing e le sue debolezze

Il marketing certo non aiuta a tagliare gli sprechi. Infatti, sia i discount che i supermercati, devono mantenere gli scaffali sempre pieni di prodotti dalla mattina fino all’orario di chiusura per spingere i clienti a comprare quanto esposto. Che succede al pane invenduto? Probabilmente verrà buttato assieme ad altri generi alimentari ancora buoni ma vicini alla data di scadenza. Pochi supermercati virtuosi invece hanno stabilito dei rapporti oramai consolidati con alcune onlus a cadenza periodica raccolgono sia il pane avanzato che tutti gli altri prodotti alimentari vicini alla scadenza che andrebbero altrimenti a finire direttamente in discarica. Le onlus provvedono poi a ridistribuire i prodotti alle famiglie meno abbienti oppure a cucinarli direttamente per preparare un gran numero di pasti a costo zero per chi si trova in difficoltà.

Il riciclo del pane avanzato

Nonostante i dati fino a adesso forniti facciano rabbrividire, la tendenza a sprecare pane si sta lentamente modificando. Gli italiani a quanto pare fanno economia non solo scegliendo prodotti alimentari meno costosi ma anche evitando di sprecarne.
Chi non ama mangiare pagnotte, filoni e altri formati di pane avanzato dai giorni precedenti perché non è più fragrante, può riscaldarlo in forno per qualche minuto e tornerà buono come appena comprato. In alternativa si possono fare fettte sottili, abbrustolirle e gustarle con marmellate e creme a base di cioccolato durante la prima colazione. Il pane è anche un ingrediente base per preparare tortini, polpette e golosi gnocchi da condire poi con sughi a base di carne, verdure o pesce. C’è chi preferisce surgelare quello che non mangerà in giornata e chi invece lo lascia seccare per poi grattugiare: sarà perfetto per impanare filetti di pesce e polpette ma anche per rendere meno morbidi i polpettoni. Chi vive in campagna e ha un’aia con tanto di galline, papere, conigli e magari anche un asinello o un cavallo può darlo a loro anche se è sempre meglio non eccedere con dosi massicce di pane per evitare problemi seri all’intestino degli animali appena citati.

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