Differenza tra barista, barman, bartender: tutto quello che c’è da sapere!

Non tutti i banconi sono uguali e non tutte le professioni che iniziano con il prefisso “bar” indicano le stesse attività. La differenza tra barista, barman, bartender esiste e ancora troppo spesso si fa confusione, affidando ruoli e responsabilità a figure lontane tra loro.

La gente della notte

Il barman non è il barista inglese. Il bartender non è l’amico fidato delle serate in discoteca. O almeno non solo. Si tratta, infatti, di tre figure professionali diverse. Ognuna presenta delle caratteristiche e delle specificità ben precise e sovrapporle non è altro che un errore.

Il barista, made in Italy e non solo

Dicevamo, il barista non è il barman ma con un nome italiano. Questa figura, infatti, molto spesso si occupa quasi esclusivamente di preparare bevande e cibi da consumare al bancone del bar. Si tratta di cafè, aranciate, prodotti di caffetteria più in generale. Dalla colazione all’aperitivo, dai cornetti al caffè del nonno. E’ l’accogliente e familiare figura della giornata di molti di noi. Prima del lavoro, a un buon caffè nel bar di fiducia non si può proprio rinunciare e quattro chiacchiere con il barista di sempre, quello che conosce a memoria ogni richiesta per un caffè perfetto, sono doverose. Il barista è una figura ben nota nella cultura italiana, in quella napoletana in particolare. Quasi un amico di famiglia. In molti bar il suo ruolo si svolge tutto dietro il bancone, in altri, invece, è anche presente alla cassa e ai tavolini.

Le doti di un buon barista

Il barista perfetto è dotato di tanta pazienza, è comunicativo, aperto agli altri ed estroverso. Non nega una chiacchiera a nessuno e non protesta nonostante le numerose richieste di una clientela sempre più esigente e frettolosa.

Il barman, l’uomo dei cocktail e dei long drink

Le sue specialità sono i cocktail e i long drink. E’ il mago del mix e conosce a perfezione le dosi giuste per un drink perfetto. Negli Stati Uniti è conosciuto anche come mixologist, proprio perché è intorno a questo termine “mix” che ruota la sua principale abilità. Troppo alcol? Troppo zucchero? Poco alcol? Poco zucchero? No, il vero barman conosce le dosi giuste e con sapienza le miscela senza sprecare nemmeno una goccia del prezioso cocktail. Prepara gli aperitivi o i drink per una serata in discoteca. E’ protagonista delle attività di discoteche, pub e locali notturni.

Il  bartender

Il bartender potrebbe essere considerato un’evoluzione della figura del barman ma sarebbe a tratti una limitazione. E’ una figura più modera e per certi versi spregiudicata, amante della rapidità e delle acrobazie, è la figura che non può mancare in discoteche e pub. E’ parte integrante del divertimento. Barman acrobatici e freestyle rientrano di diritto in questa famiglia di artisti del drink. Sono consapevoli di ogni dettaglio e padroneggiano con maestria il flair, l’insieme delle tecniche acrobatiche capaci di affascinare e ammaliare i consumatori. La preparazione di cocktail e drink con loro si fa spettacolo. Il bartender c’è in ogni locale di tendenza, è lo show che si presenta a una clientela capaci di sorprendersi e pronta a richiedere drink su drink pur di contemplare le acrobazie che l’uomo dietro il bancone riesce a dipingere con miscelatori e bottiglie. Esistono vere e proprie competizioni nazionali e internazionali chiamate a eleggere il più bravo di tutti, perché in questo caso si va ben oltre la consumazione, si sfiora il campo dell’arte. Oggi, tra l’latro, i corso per bartender che puntano proprio sull’apprendimento delle tecniche acrobatiche si moltiplicano e cresce la platea di ragazzi che si appassionano a questa professione.

Ritorno all’Ottocento

Il bartender fa tendenza, è vero. Quello che molti non sanno, però, è che questa particolare figura è nata circa 150 anni fa. Il flair bartending, infatti, affonda le sue radici nella seconda metà dell’Ottocento e nasce dalla fantasia e dall’intuizione dello statunitense Jerry Thomas, il primo a dare una dimensione professionale e creativa al lavoro di barista. E’ a lui che si deve la nascita del primo ricettario di cocktail e i primi esperimenti per realizzare drink in modo creativo, con bottiglie volanti e miscelatori trasformati in giochi di prestigio. Un vero appassionato del suo mestiere che ha introdotto innovazioni importanti, che ancora oggi fanno parte della cassetta degli attrezzi di ogni bartender: dai metal pour ai dosatori metallici. Se è passato alla storia è anche per la sua capacità di fare di se stesso un vero e proprio marchio, proprio come farebbe un perfetto imprenditore. Riconoscerlo all’opera nei principali salotti e bar statunitensi era davvero un gioco da ragazzi: bastava seguire la luce. Lui per lavorare, infatti, ha sempre scelto di brillare, grazie  a gemelli, anelli e spille vistose. Proprio perché il bartender è un artista e non solo un sapiente miscelatore di dosi per un cocktail perfetto. Il bartender è protagonista della sua arte, un principio sul quale si fonda tutta la professionalità di un mestiere che però non può esser fatto senza una sana dose di divertimento.

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