Adesso è ufficiale: Starbucks sbarca a Milano, c’è anche l’indirizzo

Tutti coloro che si sono recati almeno una volta all’estero non hanno potuto fare a meno di notarla: lungo le strade principali delle capitali europee, spesso quasi a ogni incrocio, c’è una insegna di Starbucks, l’inconfondibile logo che mostra una mitologica sirena a due code, modellato su un’incisione nordica del Quindicesimo secolo, che richiama migliaia di persone ogni giorno nei locali sparsi in tutto il mondo.

Caffè, frappuccini (il simbolo dell’azienda, bevanda fredda a metà tra un cappuccino e un frappè), biscottoni, morbide brioche e wi-fi gratuito ovunque sono solo alcuni degli ingredienti del successo di quella che è la più grande catena distributrice di “caffeina” e derivati nel mondo, con oltre 24 mila negozi sparsi in 70 Paesi, dal Brasile al Brunei, dall’Inghilterra agli Stati Uniti. A cui, tra qualche mese, si aggiungerà finalmente anche il nostro Paese.

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È infatti ufficiale: Starbucks sbarca anche in Italia, e per la precisione a Milano. Dopo anni (sì, anni!) di false notizie, smentite, bufale e speranze interrotte, ora invece non ci sono più dubbi: agli inizi del prossimo anno, presumibilmente settembre 2017, ci sarà l’inaugurazione del primo locale italiano targato Starbucks, con tutte le caratteristiche tipiche della catena.

Dopo il quando, ora c’è anche il dove, perché è stato rivelato un indirizzo: a fare da scenario preferenziale per tutti gli amanti di queste bevande dal gusto deciso e dagli abbinamenti sfiziosi (e dimensioni anomale) sarà l’ex palazzo della Poste di Palazzo Cordusio a Milano, a pochi metri dal Duomo, dove sono stati già avviati i lavori di ristrutturazione. Una collocazione prestigiosa che sicuramente aggiungerà un ulteriore motivazione alla semplice curiosità di provare il caffè tipico americano. L’ambientazione sarà quella delle nuove “Roastery” recentemente inaugurate a Shanghai e New York, che rimanda alle antiche torrefazioni reinterpretate ovviamente in chiave moderna.

Ma c’è anche un’altra notizia, che testimonia l’attenzione speciale che l’azienda intende dedicare all’Italia: Starbucks a Milano, infatti, non sarà una semplice replica dei modelli e dei locali che si possono vedere in giro per il mondo, perché la caffetteria avrà delle caratteristiche completamente rivisitate che garantiranno una fusione tra gli elementi “stelle s strisce” e alcuni tratti tipici dell’italianità.

Se, infatti, resta immutata la zona relax, dove potersi sedere a sorseggiare con calma le bibite a base di caffè o gustare uno dei prodotti da forno americani (approfittando magari della connessione Wi-Fi gratuita o delle prese elettriche cui collegare laptop o altri dispositivi tecnologici) la vera novità è nella creazione di un bancone all’italiana dedicato agli espressi veloci, pensato per chi – pur andando di fretta – non vuole rinunciare alla tazzina fumante. Il tutto sarà accompagnato da un’offerta di pane e lievitati artigianali sfornati dal mitico Rocco Princi (considerato l’Armani del pane milanese), da una piccola biblioteca free e da un look delle sale che punta sul connubio di eleganza, design e cura degli interni.

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“Non abbiamo l’ambizione di insegnare agli italiani come si fa il caffè, ma vogliamo mostrarvi quello che abbiamo imparato”, ha dichiarato il patron della catena, Howard Schultz, che con il nostro Paese ha un legame assolutamente particolare. Che sia realtà o leggenda metropolitana, il Corriere della Sera ha riportato infatti la notizia che la “folgorazione” per avviare l’attività di Starbucks sia arrivata proprio a Milano, più di trenta anni fa, quando il signor Schulz stava degustando un caffè in piazza Duomo: fu allora che ebbe l’idea di esportare quel modello in tutto il mondo e, una volta tornato a Seattle, si affrettò ad acquisire quella che era solo una piccola realtà di 6 caffetterie locali, e che oggi, invece, è diffusa in tutto il mondo.

Starbucks a Milano chiude quindi un cerchio, e ritorna alle origini di quella che Schulz descrive come una “magnifica rappresentazione teatrale che va in scena ogni volta che in un bar italiano viene servito un caffè”, dove ovviamente dovrà fare i conti con la dura concorrenza di una secolare tradizione molto differente, fatta di un caffè ristretto e concentrato, servito in tazzine, che appare quanto di più lontano possibile dai tazzoni in plastica che invece vengono venduti nei locali del brand americano.

Proprio questo è stato spesso citato come il motivo della mancata presenza di Starbucks in Italia, che evidentemente però Schulz ha deciso di battere, puntando a intrigare i possibili clienti con un mix di elementi di richiamo: il locale meneghino, racconta l’imprenditore, “sarà elegante, la quintessenza del design nel centro di Milano. Sono molto coinvolto, in ogni dettaglio. Per me è anche una realizzazione personale”. Inoltre, l’occasione merita anche una celebrazione del tutto particolare: difatti, Howard Schulz ha già annunciato che dedicherà a Milano “un caffè speciale, una miscela premium, ricca e forte”, che sarà il suo omaggio definitivo al capoluogo lombardo e all’Italia intera.

La scommessa è dunque capire se basteranno un nuovo gusto di caffè e l’atmosfera modaiola a rappresentare motivo di interesse per i milanesi (e per tutti gli italiani): ma, come detto, Starbucks non vuole entrare in diretta competizione con le caffetterie e i bar presenti a migliaia sul nostro territorio nazionale, quanto piuttosto offrire un’esperienza differente al cliente/consumatore, che sarà accolto in un ambiente nuovo e differente dal solito, uno spazio di aggregazione e riconoscimento, nel quale potrà stringere relazioni, intrattenersi e interagire, grazie anche al wi-fi libero.

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