C’è a chi arriva prima e a chi arriva dopo, però il Capodanno giunge sempre… e puntuale!
In ogni parte del mondo questo giorno è atteso con tantissimi preparativi ed usanze, tutto per auspicare un incredibile anno nuovo! La maggior parte di questi riti ha delle origini antichissime, in molti però non lo sanno e non ne conoscono il significato.
Ma facciamo un passo indietro e scopriamo una cosa alla volta!
Storia del Capodanno
Il Capodanno che noi tutti conosciamo oggi in realtà era un po’ differente in passato, ed assolutamente pagano.
I babilonesi, ad esempio, erano soliti festeggiare l’inizio del nuovo anno associandolo al periodo in cui la terra in qualche modo rinasceva, ovvero la primavera. Il Capodanno è arrivato soltanto nel 46 a.C. con il Calendario Giuliano, voluto da Giulio Cesare, dove fu stabilito che il 1° Gennaio doveva essere considerato l’inizio del nuovo anno. Gli antichi romani iniziarono quindi a festeggiare il nuovo anno mangiando assieme ai propri amici e scambiandosi addirittura dei regali! All’epoca era molto comune infatti preparare dei vasi bianchi contenenti fichi, miele e datteri, da accompagnare con alloro e donare per augurare tanta felicità e fortuna. Il nostro calendario invece è stato introdotto a partire dal 1582, da parte di Papa Gregorio XIII, e con esso è nato anche il Capodanno che noi tutti conosciamo oggi.
Riti e Tradizioni
Nel tempo i festeggiamenti sono inevitabilmente cambiati, è vero, ma tantissime cose son rimaste.
Tra le tradizioni più note persiste infatti quella dell’indossare qualcosa di rosso per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. L’usanza arriva dalla Cina, dove con il colore rosso la popolazione era solita spaventare la bestia divoratrice di uomini (Niàn) che usciva dalle profondità marine proprio a Capodanno. Il colore rosso era considerato di buon auspicio però anche nell’antica Roma, dove veniva associato al colore della passione, della fertilità, del coraggio e del potere, e le donne erano solite vestirlo durante i festeggiamenti.
–In molte altre parti d’Italia, ma non solo, c’è poi l’abitudine di accendere i fuochi d’artificio. Molti potrebbero pensare che siano stati introdotti come recente rito, in realtà quest’usanza è nata sempre in Cina nell’ottavo secolo. Lo scopo di riempire il cielo di fuochi d’artificio pare che sia legato al forte rumore che viene scaturito, indispensabile per allontanare gli spiriti malvagi.
-Più o meno simile è anche l’usanza di lasciare, nella propria abitazione, due finestre aperte: una in una stanza illuminata e l’altra in una stanza buia. Così facendo si fanno entrare gli spiriti buoni del nuovo anno e si scacciano via quelli cattivi dell’anno appena trascorso.
–Ed il vischio? A quanto pare era ritenuto fonte di purificazione e indispensabile contro la sterilità già in passato!
–Se gettare le cose vecchie, in alcuni casi anche dal balcone, lo avete sempre visto un rito privo di significato, sappiate che non è affatto così. Buttare via le cose vecchie significa infatti fare spazio a nuovi progetti ed aspettative. Che poi resti un rito che non piace è tutto un altro discorso.
–Per molti invece resta indispensabile prestare attenzione alla prima persona che s’incontra con l’anno nuovo. Si dice infatti che incrociare un bambino non sia poi così positivo, al contrario di una persona anziana che ha il significato della longevità.
Capodanno ed il Cibo
Anche in tavola le tradizioni non mancano mai.
La dimostrazione più eclatante lo sono le lenticchie, lo zampone, il cotechino e l’uva che vengono consumati aspettando l’anno nuovo. Le tradizioni a tavola però continuano anche a Capodanno (da molti confuso con l’ultimo dell’anno), quando soldi, soddisfazioni e salute vengono rappresentate principalmente con bietole, cicorie, frutta secca e carne.
Ma cos’è che le nostre regioni non si fanno mancare?
In Alto Adige, ad esempio, si preparano dei grandi ravioli fritti farciti di spinaci o verza, ovvero i tirtlan, ed i canederli.
In Lombardia, neppure a dirlo, non ci si alza da tavola se non viene affettato un soffice e gustoso panettone.
In Piemonte invece c’è la tradizione del bollito e del pollo alla marengo, accompagnato con funghi e gamberi.
In Liguria non può mancare la preparazione del cappon magro. Assolutamente vietato confonderlo con la carne, stiamo parlando di un pesce!
In Emilia Romagna c’è il cotechino! E’ diffuso un po’ in tutta Italia è vero, ma questa regione ne è la vera patria.
A Napoli viene rigorosamente fritto il capitone ed il baccalà.
In Puglia invece fanno da padrone agnello con lampascioni, cicoria, calzone ripieno e panzerotto fritto.
Che aggiungere più, Buon Anno a tutti!