Quanti di voi sanno che il più conosciuto tra i piatti giapponesi ha in realtà origini cinesi???
Avete letto bene, il tanto amato ed odiato sushi è stato introdotto in Giappone solo intorno al 1800. Nel IV secolo a.C. invece nacque in Cina con lo scopo di conservare il pesce facendolo fermentare avvolto con riso e sale. Fatto sta che il sushi attuale, come lo conosciamo noi, è comunque nato grazie a Yohei Hanaya, un uomo giapponese.
Ad ognuno di noi sarà capitato almeno una volta di sentirsi spaesati nel dover scegliere la varietà di sushi da prendere. Niente paura, è una cosa normalissima. Per evitare di incorrere nuovamente in questa brutta sensazione proviamo ad apparire come degli esperti di cibo giapponese imparando a distinguere le diverse tipologie.
Le 7 varietà più famose di sushi:
–Nigiri o Nigirizushi: è una polpetta ovale di riso sulla quale si adagia del pesce o delle sue uova oppure delle verdure. Può essere anche stretta con dell’alga nori nella parte centrale. E’ probabilmente la tipologia più nota di sushi.
–Gunkan: molto simile al Nigiri, questa tipologia di sushi prevede la stessa polpettina di riso avvolta di alga nori, con la differenza che non ha un ripieno ma una guarnizione di uova di pesce.
–Hosomaki: polpettina cilindrica di riso avvolta dall’alga nori. Al centro può esserci del pesce oppure della carota, del cetriolo oppure avocado.
–Futomaki: è la versione ingrandita dell’Hosomaki ma formato da quattro ingredienti a scelta.
–Uramaki: chiamato anche California roll perché il primo fu fatto da un giapponese in America, è una polpetta ben diversa dalle altre. La sua particolarità sta nel fatto che il riso, ricoperto di uova di pesce o sesamo, si trova nella parte esterna mentre l’alga nori è all’interno, pronta ad avvolgere il ripieno di pesce, verdura oppure formaggio.
–Temaki: sfiziosi da mangiare questi coni di alga nori, tradizionalmente lunghi dieci centimetri, contengono riso accompagnato da pesce o verdure. Da mangiare rigorosamente con le mani.
–Sashimi: sono fette di pesce crudo, talvolta cotto o in salamoia, da assaporare con salsa di soia e wasabi. I più conosciuti sono quelli di tonno (maguro), salmone (sake) , ed il branzino (suzuki).
–Chirashi Sushi: il suo nome può essere scritto anche senza “h”. Parliamo di una ciotola di riso dove si trova sparpagliato del pesce, delle uova, delle verdure e dei crostacei. Chirashi in giapponese significa proprio “sparpagliato”.
Sicuramente non tutti sanno che un apprendista “Sushiman” nell’arco di due anni potrà solo osservare il proprio maestro all’opera e non gli sarà mai consentito toccare gli ingredienti per la preparazione di questo piatto. Successivamente gli verrà insegnata l’arte del taglio del pesce e soprattutto imparerà a scegliere al mercato la materia prima. Che dire, i giapponesi si confermano un popolo mooooooooooolto paziente.
Bene, ora che abbiamo tutti le idee più chiare sul mondo del sushi, ma soprattutto sulle sue diverse tipologie, non posso che augurarvi “お食事をお楽しみ下さい!”Ehm… volevo dire: “Buon appetito!”