Il pan di zenzero è un mosaico di sapori: lo zenzero fresco e pungente, la cannella avvolgente e la dolcezza del miele si fondono in un equilibrio perfetto, capace di evocare mercatini natalizi e serate al tepore del caminetto. E, in occasione del Natale, questo impasto aromatico diventa la base per golose e sfiziose decorazioni, e in particolare dà forma ai mitici omini di pan di zenzero, veri e propri simboli delle feste. Scopriamo tutto ciò che c’è da sapere su questo speciale “biscotto” natalizio, noto e amato in tutto il mondo, che ha raggiunto una popolarità tale da aver ispirato storie, film e canzoni e diventare un’icona della cultura popolare.
Che cosa sono gli omini di pan di zenzero
Un omino di pan di zenzero è un biscotto fatto con pan di zenzero che viene poi modellato e sagomato a forma di essere umano stilizzato, anche se non mancano altri disegni e personaggi, come renne, calze per i doni o alberi di Natale.
Questi gingerbread men – nome con cui sono noti in lingua inglese, mentre in tedesco sono Lebkuchenmann – si preparano con un impasto a base di farina, miele o melassa, e un caratteristico mix di spezie tra cui spiccano zenzero, cannella, chiodi di garofano e noce moscata; dopo aver steso l’impasto è il momento dell’intaglio, effettuato servendosi di appositi stampini che consentono di ricavare la forma desiderata, che precede la cottura in forno.
Quando i biscotti raggiungono la consistenza perfetta, che oscilla tra morbidezza e croccantezza, possiamo spegnere il forno e attendere il raffreddamento: a questo punto, i biscotti diventano tele bianche (in realtà, di colore ambrato) per le decorazioni, con glassa reale, confettini colorati e cioccolato che si trasformano in occhi, bocche e abiti, dando vita a una moltitudine di personaggi.
Come sono gli omini di pan di zenzero
La forma più classica e iconica di questi biscotti è quella immortalata anche nella saga di Shrek (che a sua volta ha attinto alla fiaba chiamata proprio “L’omino di pan di zenzero”): un personaggio di conformazione approssimativamente umanoide, con piedi tozzi e senza dita, come se fosse disegnato da un bambino; nella maggior parte dei casi, poi, la faccia si ricava semplicemente facendo degli intagli nell’impasto per i due occhi e il sorriso, e la superficie (il “corpo”) può essere liscia o adornata con intricate decorazioni di glassa. Se questa è la decorazione basic, le varianti e le aggiunte sono pressoché infinite: ad esempio, possiamo fare dei dettagli più precisi del volto usando caramelline, cioccolato fuso o glassa, oppure “vestire” l’omino con capelli, polsini della camicia e scarpe, o limitarci a disegnare i bottoni della camicia, che sono tradizionalmente rappresentati da gocce di gomma , glassa o uvetta.
Se queste sono le tecniche per soddisfare gli occhi e la vista, il morso ha il compito di stuzzicare il palato: il gusto degli omini di pan di zenzero è unico, un equilibrio tra il dolce del miele e il pungente dello zenzero, con le altre spezie che danzano in sottofondo, creando un’esperienza sensoriale che riscalda e conforta, soprattutto nelle fredde giornate invernali.
La storia degli omini di pan di zenzero
L’origine di questi biscotti non è certa, ma è dopo il Medioevo che trovano la loro consacrazione, quando le spezie divennero più accessibili in Europa grazie al commercio con l’Oriente. Secondo alcune ricostruzioni, la produzione di biscotti figurativi veniva praticata già nel XVI secolo, e la regina Elisabetta I d’Inghilterra avrebbe promosso la realizzazione di biscotti di pan di zenzero a forma di figura umana per “omaggiare” alcuni degli ospiti di riguardo alla sua corte.
In Italia, gli omini di pan di zenzero non vantano una tradizione antica come in altri Paesi, ma negli ultimi anni, grazie anche alla “globalizzazione” dell’immaginario collettivo, sono diventati una parte rilevante dei riti delle festività natalizie, come da sempre avviene in Paesi come l’Inghilterra e la Germania, dove questi biscotti sono un must-have che si ritrova in ogni casa, appesi all’albero di Natale o poggiati sulla tavola imbandita per le feste.
A proposito di rito, un’altra tradizione molto intensa è quella della costruzione delle casette di pan di zenzero, che diventa l’occasione per una divertente attività familiare durante le festività, che stimola la creatività e il lavoro di squadra, unendo persone di tutte le età nel creare qualcosa di magico e delizioso. Queste strutture tridimensionali sono fatte interamente di pan di zenzero, assemblato e incollato con glassa reale e decorato con una varietà di caramelle e dolciumi.
Queste casette non sono solo un piacere per gli occhi, ma anche protagoniste di concorsi e mostre dedicate che mostrano elaborate creazioni architettoniche. E addirittura a Bergen, in Norvegia, raggiungono dimensioni urbane: qui sorge infatti “Pepperkakebyen“, la più grande città di pan di zenzero al mondo con casette, treni e navi, tutti realizzati in pan di zenzero.
Le altre curiosità sui gingerbread men
Le curiosità che circondano gli omini di pan di zenzero non si fermano all’uso architettonico o come ritratti commestibili. In alcune culture, questi biscotti sono avvolti in un alone di superstizione e magia: si narra, ad esempio, che mordere la testa di un omino di pan di zenzero possa portare fortuna o che mangiare un omino possa trasferire le qualità della persona che rappresenta.
Parliamo di dimensioni invece con la creazione fatta nel 2009 dallo staff del negozio IKEA Furuset di Oslo, in Norvegia, dove è stato preparato un omone di pan di zenzero del peso di 651 chili, che ha richiesto un’organizzazione degna di un’impresa ingegneristica e una quantità di ingredienti che avrebbe riempito intere dispense.
Ma non è tutto: nel corso dei secoli, gli omini di pan di zenzero hanno avuto anche un ruolo politico. Nel Sedicesimo secolo, i panettieri europei di pan di zenzero erano considerati figure di spicco nella società e i loro prodotti divennero un mezzo per esprimere opinioni politiche. Le decorazioni sui biscotti potevano essere interpretate come commenti satirici o supporto a determinate cause, tanto che in alcuni casi furono soggetti a censura.