Strofinacci, rubinetti, maniglie, alimenti crudi, ma anche smartphone e soprattutto spugnette: è qui che secondo gli esperti si annidano milioni di batteri che rischiano di contaminare soprattutto la cucina e, quindi, la nostra alimentazione. In particolare, si stima che quasi il 10% dei focolai di malattie di origine alimentare si verificano in casa, provocando conseguenze che possono andare da dolori addominali a febbre, vomito e diarrea, perché un’ampia varietà di batteri patogeni come Salmonella, E. coli, Campylobacter, Shigella e Listeria si sviluppano in maniera invisibile a occhio nudo su superfici e oggetti presenti in cucina.
I batteri in cucina
Gli studi scientifici lo confermano: la cucina è la stanza più sporca della casa, o per essere più precisi è quella in cui può svilupparsi la maggior parte dei batteri, miliardi di microrganismi nocivi che ritroviamo su piani di lavoro, lavello, taglieri e frigorifero, ma anche su rubinetti, maniglie, sullo smartphone che consultiamo nel corso delle preparazioni e, infine, strofinacci e spugnette.
Alla base c’è soprattutto problema di igiene e di pulizia non adeguate, che trasforma molti di questi utensili e accessori in un ricettacolo di germi anche pericolosi, che rischiano di contaminare inevitabilmente il cibo che consumiamo. Un dato può aiutarci a comprendere il fenomeno: il CDC (i centri di salute pubblica federali) stima che ogni anno circa 76 milioni di persone negli Stati Uniti si ammalano a causa di agenti patogeni o sostanze che causano malattie presenti negli alimenti, e circa cinquemila sono le morti conseguenti.
Dove si annidano i batteri in cucina
La lista degli oggetti che favoriscono la proliferazione dei batteri in cucina è piuttosto lunga, ma con alcuni accorgimenti e regole di igiene si possono ridurre i rischi.
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Spugne da cucina
Questo comune utensile, presente in tutte le case, è probabilmente l’oggetto maggiormente pieno di germi di tutta la casa, perché resta frequentemente umido e non correttamente pulito: secondo gli esperti, sono in grado di ospitare fino a 54 miliardi di batteri per centimetro cubo, e quindi quando usiamo una spugnetta da cucina per pulire i piatti, i ripiani o il lavello non facciamo altro che accumulare e poi spostare questi agenti patogeni da un punto all’altro.
Per fortuna, per ridurre i rischi possiamo badare a lavare e risciacquare accuratamente le spugne dopo ogni uso (utilizzando una soluzione di acqua e aceto o addirittura candeggina) e soprattutto non lasciandole mai bagnate sul fondo del lavandino. Inoltre, per la nostra sicurezza la spugnetta va cambiata periodicamente (anche ogni mese).
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Strofinacci
Un discorso simile vale per gli asciugamani di stoffa, i classici strofinacci che usiamo per pulire il piano dopo aver cucinato o asciugare le mani dopo averle lavate: comportamenti sbagliati, che possono essere risolti semplicemente usando dei rotoloni di carta monouso. Se vogliamo continuare con gli strofinacci, dobbiamo cercare di riservarli a una sola finalità e poi assicurarci di lavarli con candeggina o altri disinfettanti prima di riutilizzarli.
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Alimenti crudi
La gran parte dei batteri e dei microrganismi entra nelle nostre cucine attraverso il cibo crudo: uova, carne, pesce, frutta e verdure sono potenziali ricettacoli di batteri e, senza le dovute precauzioni, rischiamo una contaminazione ampia di tutte le superfici della cucina.
I batteri comuni trovati in cucina includono E.coli, salmonella, shigella, campylobacter, norovirus ed epatite A, che sopravvivono a lungo sulle superfici (ad esempio, Escherichia coli può sopravvivere per alcune ore, la salmonella per circa quattro ore e l’epatite A addirittura mesi): toccare il cibo crudo con le mani e usare subito dopo il rubinetto del lavello, il frigorifero, la maniglia del forno, il cestino della spazzatura o posate e utensili aumenta il rischio di trasferirvi questi agenti patogeni, che possono poi proliferare e “trasferirsi” fino agli alimenti che consumiamo.
Possiamo ridurre le possibilità di contrarre questi germi disinfettando ogni superficie con cui i batteri potrebbero essere entrati in contatto, igienizzando gli utensili lavandoli a mano con acqua calda e sapone e una soluzione igienizzante.
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Taglieri
Il suggerimento degli esperti è di diversificare i taglieri destinati a carni crude, pollame e altri alimenti crudi da quelli riservati a prodotti alimentari e pane, per ridurre i rischi di contaminazione. Per disinfettare correttamente questi utensili non basta usare la sola lavastoviglie, ma sarebbe consigliabile di metterli precedentemente in ammollo in una soluzione di acqua e aceto o candeggina per circa 30 minuti, sciacquando poi abbondantemente con acqua calda e sapone e poi proseguendo con un altro lavaggio più rapido (anche in lavastoviglie).
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Smartphone
Portiamo gli smartphone dappertutto con noi, magari anche al bagno, e li appoggiamo in modo distratto anche su superfici sporche (soprattutto all’esterno di casa): se li usiamo anche in cucina – per seguire una ricetta, rispondere a una telefonata o inviare un messaggio – possiamo contaminare gli alimenti che stiamo manipolando. Anche in questo caso, una igienizzazione del dispositivo ci può mettere al sicuro, chiaramente facendo attenzione a non rovinare lo smartphone usando prodotti chimici aggressivi.