La Tradizione della Fellata Napoletana: storia e curiosità dell’antipasto pasquale

È uno dei simboli della Pasqua napoletana, in cui si mescolano sacro e profano, ed è addirittura definito “piatto benedetto”: scopriamo cos’è la fellata napoletana, come si prepara e perché è molto più di un semplice tagliere di salumi e formaggi.

Che cos’è la fellata napoletana?

La fellata è una delle portate più ricche tra gli antipasti di Pasqua a Napoli: si compone di un insieme di salumi di vario tipo, formaggi e uova sode servite secondo un rito ben preciso.

Tutti gli ingredienti, infatti, devono essere tagliati a fette, ed è proprio da questo che deriva il nome del piatto: “fella”, in napoletano, significa fetta, e quindi fellata è un piatto di affettati, per così dire, in cui nessun ingrediente è lasciato nella sua interezza.

Nella versione più classica, la fellata si fa con prodotti tipici locali: tra i salumi, di solito di origine suina, non mancano capocollo, pancetta, salame napoletano e salame piccante; a loro si accompagnano vari tipi di formaggi tagliati sempre a fette, come ad esempio ricotta salata, provolone fresco, caciocavallo o anche formaggi stagionati e mozzarella, e infine le uova sode, tagliate generalmente a metà.

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Come si prepara la fellata napoletana?

Non esiste una vera e propria ricetta per la fellata, perché molto dipende dai gusti e dall’estro di chi prepara questo antipasto pasquale.

Come dicevamo, ciò che conta è che tutti gli ingredienti siano tagliati a fette, quindi l’unica accortezza è procedere ad affettare i salumi e i formaggi nella maniera più regolare possibile, se vogliamo impiattare in maniera particolare e curata. Se festeggiamo la Pasqua in compagnia di parenti, possiamo anche dividere i compiti per velocizzare le operazioni: è infatti preferibile preparare le pietanze poco prima del suo consumo, nella stessa giornata della Domenica Santa.

Un’altra regola è che la fellata non si serve in singole porzioni, ma crea un senso di comunione e familiarità perché i commensali devono prendere dal piatto comune. Ciò significa, quindi, che dobbiamo preparare un grande vassoio o piatto capiente per riunire tutti gli ingredienti, provando ad alternare i salumi a spicchi di formaggio o a formare una doppia raggiera (prima con i salumi e poi con i formaggi, posizionando le uova sode al centro) di impatto cromatico, oppure suddividere i salumi in un piatto e i formaggi e le uova sode in un altro.

Se vogliamo aggiungere un tocco di originalità a un piatto piuttosto tradizionale e “antico” possiamo servire in accompagnamento altri ingredienti – magari allestiti su un tagliere in legno – come confettura di cipolle, marmellata di agrumi, miele da abbinare ai formaggi, e ancora olive di Gaeta e fave fresche per creare contrasti di sapore con la sapidità dei salumi.

Antipasti di Pasqua e benedizione

C’è un altro aspetto legato alla tradizione da cui non si può transigere: come per gli altri piatti e antipasti napoletani di Pasqua, non si inizia a consumare la fellata senza la preventiva benedizione del capo famiglia.

La liturgia pasquale si compone, infatti, anche di un rito che si celebra nell’intimità familiare, che è appunto quello della benedizione della tavola imbandita per il pranzo domenicale: il capo famiglia recita la preghiera specifica e, intingendo il ramoscello di ulivo raccolto durante la domenica delle palme e l’acqua santa, benedice la tavola con tutte le pietanze e, ovviamente, i commensali.

Questo momento, molto sentito e denso di significato speciale in quella che è l’occasione più importante della fede cristiana, ha una valenza cruciale e non ci sono “deroghe” ammesse, e quindi anche i più golosi e affamati devono attendere prima di poter iniziare a consumare i piatti.

E la fellata napoletana, essendo un antipasto, si chiama anche “piatto benedetto” perché in genere si trova sempre sulla tavola al momento della benedizione, e solo dopo questo passaggio si può iniziare a servirsi dai vassoi comuni.

Il significato della fellata

La fellata un antipasto ricco di sapori e di ingredienti e, di solito, si “esagera” anche con le dosi, come auspicio di abbondanza. Gli ingredienti che compongono il piatto non sono del tutto casuali, ma sono prodotti semplici e contadini, e racchiudono un particolare significato simbolico di fondo, anche religioso, che i napoletani continuano a ravvivare, Pasqua dopo Pasqua.

Concentriamo l’attenzione sui tre ingredienti di base, gli immancabili: salame, ricotta salata e uova.

  • Il salame è elemento simbolo della ricchezza e della fertilità del terreno contadino, appena tornato in vita grazie alla primavera, e quindi ha un valore propiziatorio e di buon augurio anche per il futuro.
  • La ricotta salata, per la sua consistenza particolare dura che deriva dalla maggiore sapidità, ricorda e invoca l’unione e la compattezza della famiglia o della comunione religiosa, in senso più ampio.
  • Le uova, infine, sono un classico simbolo di vita e rinascita, a maggior ragione in riferimento alla Resurrezione di Cristo.

La Fellata, regina degli antipasti napoletani

La Fellata può essere considerata quindi uno dei più particolari, amati e ricchi antipasti napoletani, contendendo lo scettro pasquale a casatiello e tortano: e come i due lievitati, anche gli ingredienti della fellata diventano protagonisti delle scampagnate di Pasquetta, perché salumi e formaggi avanzati dal pranzo domenicale possono essere riutilizzati come farcitura di panini veloci, perfetti per il consumo rapido del lunedì in Albis.

In aggiunta al valore religioso, simbolico e metaforico, quindi, la fellata napoletana ha anche un senso più pratico perché permette di arricchire la tavola per più giorni – c’è anche chi la consuma al sabato santo, prima quindi del canonico servizio domenicale – in perfetta armonia con la saggezza popolare e tradizione contadina di cui è “figlia”, dove si mischiano alla perfezione sacro e profano, concretezza e religiosità, economia e filosofia.

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