Il lockdown imposto dal Governo come misura estrema per arginare la diffusione del Covid-19 ha immediatamente cambiato le abitudini degli italiani nelle loro attività quotidiane, rendendo necessario anche un approccio diverso alla lista della spesa, sempre più densa per limitare le uscite. Alcune indagini hanno provato a raccontare cosa sta succedendo sul fronte consumi e come stanno cambiando in queste settimane.
Lo studio di Nielsen sulla nuova lista della spesa
Partiamo subito dall’indagine Nielsen sui primi effetti della clausura italiana: i prodotti più acquistati in assoluto sono latte e generici alimenti a lunga conservazione (più 62 per cento rispetto alle settimane precedenti) seguiti dal tonno in scatola (più 56 per cento), a dimostrazione di come le notizie di attualità spingano quasi inevitabilmente a fare scorte.
Fuori dalla dispensa, poi, salgono le vendite di tutti i prodotti che possono essere “nemici” del virus, e in particolare guanti per la casa (addirittura 362,5 per cento in più), detergenti generici (più 49,7 per cento) e alcol denaturato (anche qui forte incremento, più 169,2 per cento).
I carrelli diventano più grandi
In particolare, secondo Nielsen le vendite della grande distribuzione organizzata hanno continuato a crescere anche nella settimana tra lunedì 9 e domenica 15 marzo, la prima dopo i decreti anti-coronavirus del Governo Conte: rispetto allo stesso periodo del 2019 e a parità di negozi, gli italiani hanno speso in supermercati e affini il 16,4 per cento in più.
Gli aumenti sono registrati in tutte le aree del Paese, con grandi differenze: al Nord Ovest la spesa è salita “solo” del 10 per cento, mentre al Centro del 16,8 per cento, al Nord Est del 18,6 per cento e al Sud addirittura del 28,4 per cento.
Gli italiani ricorrono alla spesa online
Lo studio Nielsen analizza anche i format distributivi e quindi il nuovo approccio degli italiani ai canali di spesa: il dato più interessante è quello degli eCommerce, che da lunedì 9 a domenica 17 marzo hanno registrato un incremento del 97 per cento sulle spese online di prodotti di largo consumo. Segno più anche per Liberi Servizi (46,3 per cento), Supermercati (30,4 per cento) e Discount (22,5 per cento), mentre calano Ipermercati (meno 3,7 per cento) e Specialisti Drug (meno 18,9 per cento).
Un trend che, secondo Romolo de Camillis, Retailer Service Director di Nielsen Connect in Italia, si spiega proprio con gli effetti della paura di contagio e con la necessità di limitare le uscite: “L’ascesa dell’eCommerce e dei negozi di vicinato rispecchiano l’esigenza di evitare lunghi tragitti casa-negozio, nonché di evitare code e assembramenti, così come il calo degli specialisti drug ha come causa principale la necessità dei consumatori di concentrare gli acquisti in un solo negozio”, dice.
Effetto resto a casa
Un’altra tendenza in atto – e conseguenza dell’obbligo di restare a casa – sembra essere quella di attrezzarsi per fare home bartending o un aperitivo casalingo: si spiegano così i boom di vendite per affettati (più 32,4 per cento), mozzarelle (più 43,4), patatine (più 31,3), birre alcoliche (più 13,8), così come quelli del comfort food. Le creme spalmabili dolci aumentano del 57,7 per cento, la pizza surgelata del 54e tavolette e barrette di cioccolato del 21,9 per cento.
Freccia in alto anche per l’alcol: rispetto all’intero mese di febbraio, alcuni siti di spese online fanno registrare aumenti di consegne a domicilio del 240 per cento a Roma, del 230 per cento a Milano, del 220 per cento a Bergamo.
Nuove strategie di spesa
Nuove strategie per fare la spesa emergono anche dalle rilevazioni degli acquisti monitorate dal Consumer Panel GfK, che evidenzia un’evoluzione molto rapida del modo in cui gli italiani approcciano alla lista della spesa in tempi di Coronavirus. Se la prima settimana di paura per l’arrivo del virus è stata contraddistinta da acquisti “compulsivi” ma poco organizzati e la seconda caratterizzata da un incremento della frequenza degli acquisti, con il lockdown i consumatori hanno elaborato tattiche diverse adattandosi alla realtà.
In particolare, l’importo medio della spesa cresce del 26 per cento e si fanno acquisti più attenti, che quindi durano a lungo e permettono di non tornare spesso in negozio. Si stanno annullando le differenze tra giorni infrasettimanali e sabato (che prima era il principale momento per la spesa) e cresce ancora la penetrazione del canale online (più 16 per cento).
Prima i beni essenziali
Sul versante della lista della spesa, Gfk indica che i consumi si concentrano sempre di più sui beni essenziali: gli acquisti non sono più un’evasione dalle difficoltà quotidiane, ma un momento per fare scorte badando “al sodo”. Nei carrelli, anche online, gli italiani mettono soprattutto alimenti di prima necessità (pane, latte, farina, zucchero), prodotti per l’igiene personale, disinfettanti, acqua e surgelati, e il tempo da trascorrere chiusi in casa ha fatto riscoprire il valore della lettura, con incremento di acquisti per libri.