Per molte persone, il modo perfetto per rilassarsi dopo una lunga giornata è sdraiarsi sul divano, poggiare i piedi e sgranocchiare qualcosa davanti alla TV; tanti altri, invece, consumano pranzo e cena senza staccare gli occhi dal televisore o dallo smartphone, per ottimizzare i tempi o semplicemente distrarsi un po’. Secondo gli esperti, questi comportamenti apparentemente innocui rischiano di diventare cattive abitudini e, in questo senso, potenzialmente portare a un consumo eccessivo di cibo e, quindi, all’aumento di peso: più precisamente, quando mangiare e guardare la TV diventano cognitivamente collegati applichiamo uno “schema” mentale malsano e ripetuto, perché la distrazione dall’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella percezione (mancata) di appagamento e sazietà, portandoci quindi a mangiare di più.
Mangiare davanti alla TV può diventare un’abitudine sbagliata
Diversi studi condotti negli ultimi anni rivelano che prestare attenzione al cibo che stiamo consumando può aiutare in molti modi la nostra salute, perché ci permette di sviluppare una buona abitudine a mangiare correttamente, masticare bene il cibo e apprezzarne anche i sapori.
Le nostre abitudini alimentari svolgono un ruolo importante perché possono aiutare a stimolare il processo di digestione e l’assorbimento massimo dei nutrienti, e una ricerca dell’Università di Liverpool ha evidenziato che le persone che ricordano il loro ultimo pasto non solo si sentono più sazie e soddisfatte, ma sono anche tendenzialmente portate a mangiare di meno durante il pasto successivo.
Sono un po’ i principi del mindful eating, a cui fanno da contraltare le “cattive abitudini” derivanti dalla mancanza di consapevolezza e attenzione al momento del pasto, che al contrario possono ostacolare la digestione, causare l’accumulo di tossine nel corpo e portare potenzialmente all’aumento di peso.
Tra questi comportamenti sbagliati rientrano appunto il mangiare davanti alla tv, ma anche la consultazione del PC, la lettura, l’uso dello smartphone a tavola e così via: tutto ciò che ci distrae da ciò che abbiamo nel piatto e che stiamo mangiando può diventare un problema, soprattutto se diventa uno schema ripetuto.
Pertanto, va bene a volte fare uno spuntino davanti alla TV, ma quando parliamo del consumo di un pasto completo o di un vero e proprio rito che si ripete a ogni pasto possono sorgere conseguenze negative: innanzitutto, la consuetudine di mangiare davanti alla televisione provoca distrazione e stimola un consumo maggiore di quello abituale, perché aumenta il senso di insoddisfazione e appetito (non percepiamo la sazietà perché quasi non ci accorgiamo di aver mangiato).
E poi, elemento non meno critico, mangiare davanti alla televisione si lega anche a un aumento del consumo di snack e bevande malsane, secondo una recente recensione degli esperti della Loughborough University.
La TV tra le cause dell’obesità?
Ricapitolando, quando mangiamo guardando la TV tendiamo a consumare più cibi e calorie, perché prestiamo meno attenzione a ciò che abbiamo nel piatto e possiamo eccedere con le dosi, e questo può portare anche all’obesità, uno dei grandi problemi di questi anni (anche e soprattutto per i bambini).
Quando mangiamo cibo e guardiamo la TV, il cervello è distratto e invia i segnali sbagliati al corpo, non elaborando correttamente il gusto o la soddisfazione proveniente dagli alimenti. La televisione funge quindi da elemento di distrazione, provocando una mancanza di consapevolezza del consumo effettivo di cibo e facendoci trascurare i segnali di un consumo alimentare eccessivo.
E c’è anche un altro aspetto da non trascurare: guardare la TV mentre si mangia riduce il tasso metabolico, e questo significa anche che i grassi sono bruciati più lentamente, soprattutto in assenza di una attività fisica sia pure moderata. Ancora, c’è una controindicazione “sociale”, perché la TV (o lo smartphone) isolano i commensali e azzerano le classiche conversazioni famigliari, perché tutti sono interessati altrove, a scapito del legame familiare.
A proposito di obesità e TV, poi, resta sullo sfondo il problema dei messaggi veicolati dalle immagini: gli scienziati della School of Sport, Exercise and Health Sciences (SSEHS) della Loughborough University hanno trovato una chiara associazione tra il tempo passato davanti allo schermo e una dieta malsana in bambini, adolescenti e adulti, correlata anche al comportamento sedentario.
In particolare, la visione televisiva è fortemente associata al consumo di snack, bevande e fast food ad alta densità energetica e a un minor consumo di frutta e verdura, e in più i telespettatori sono esposti a numerosi annunci pubblicitari che possono influenzare il tipo di cibo che desiderano e consumano.
Il ruolo delle pubblicità e l’influenza sui bambini
I soggetti più a rischio per queste cattive abitudini sono ovviamente i bambini, e non sorprende che gli studi indichino una forte associazione tra visione televisiva e abitudini alimentari malsane tra i giovanissimi, sulle cui diete influisce pesantemente anche la pubblicità televisiva sugli alimenti, in particolare per quelli per specifiche fasce d’età.
Gli effetti diretti comprovati della pubblicità alimentare televisiva includono un maggiore richiamo, preferenze e richieste ai genitori per i prodotti pubblicizzati, che in genere sono meno salutari di quelli che sarebbero adatti per la corretta crescita e sviluppo.
Secondo gli esperti, più tempo i bambini e gli adolescenti trascorrono sedentari davanti a uno schermo, più è probabile che mangino cibi malsani; inoltre, se i genitori mettono i loro figli davanti alla TV con uno spuntino o un pasto mentre per dedicarsi a faccende domestiche o altri impegni, i bambini potrebbero iniziare ad associare la visione della TV al mangiare, e quindi attivare meccanismi pericolosi.
In definitiva, quindi, anche un’abitudine apparentemente innocua rischia di avere effetti collaterali imprevedibili e contribuire all’aumento dei tassi di obesità e dei problemi di salute associati, influenzando le nostre diete e il nostro modo di alimentarci.