Menu delle feste

In Italia i piatti legati alla tradizione natalizia sono davvero tanti. Da regione in regione (molto spesso anche di città in città) le preparazioni culinarie cambiano totalmente ma c’è sempre qualcosa che accomuna tutti: durante il cenone della Vigilia di Natale non si mangia carne mentre per il pranzo di Natale è concessa!

Ma perché questa tradizione?

La “regola” di non mangiare carne il giorno della Vigilia di Natale, così come tutti i venerdì del mese, ci arriva dalla religione cattolica che vede il giorno della Vigilia come giorno sacro da rispettare. In realtà non si tratta della carne in sé ma del fatto che durante uno dei giorni più sacri di tutto l’anno si dovrebbero evitare cibi di lusso, praticando magari il digiuno (ahi!). Oggi la carne viene acquistata con facilità ogni volta che lo riteniamo più opportuno, senza dover aspettare un giorno di festa che giustifichi l’acquisto azzardato, come avveniva invece in passato. L’alternativa alla carne è sempre stata quella del pesce ed è quindi da qui che nasce la tradizione di mangiarlo nel giorno della Vigilia di Natale. Ormai le cose sono un po’ cambiate, il pesce è diventato decisamente più caro della carne ma resta comunque radicata in noi (e soprattutto nelle nostre tavole) la tradizione di portarlo in tavola ogni 24 dicembre. A fare da padrone invece il pranzo di Natale è la carne, che non esclude comunque portate a base di mare.

In Piemonte non esiste Natale senza la pasta ripiena più tipica della regione, gli agnolotti.

A Verona raramente si festeggia la Vigilia, ma per il pranzo Natalizio non manca il brodo di carne con bollito misto. Inutile dire che Pandoro e Panettone sono tra i dolci immancabili ma c’è ancora chi prepara il tradizionale nadalìn, il leggero panettone (veronese) a forma di stella.

A Modena gli spaghetti con tonno, acciughe, sgombro e pomodoro si preparano con il pesce in scatola nel giorno del 24 dicembre. Immancabile è il baccalà in umido con la polenta o quello fritto e le anguille cotte alla brace e marinate, dette le stortine.

A Roma si prepara invece una minestra a base di pesce ma è facile trovare anche gli spaghetti con le alici tra i primi piatti. Capitone ed anguilla si preparano fritti, mentre l’insalata di puntarelle si condisce giusto un minuto prima di portarla in tavola. Panpepato, torrone, pangiallo e tanta frutta secca accompagna la fine del cenone.

In Sardegna gli antipasti di verdure e carne sono infiniti! Ciò che non manca mai però sono i piccoli gnocchi di semola fatti di varie forme in tutta la regione, i malloreddus.

A Napoli la Vigilia si trascorre mangiando la pasta con le vongole, baccalà e capitone fritto e pesce al forno. Tra le verdure c’è l’insalata di rinforzo ed i broccoli di Natale (si chiamano proprio così!). Il 25 dicembre c’è il brodo di gallina invece.

In Puglia la tradizione prevede le frittelle di pasta lievitata con pomodoro, ricotta o olive, baccalà e salame. Si chiamano le pettole.

La Calabria resta fedele alla tradizione ed il giorno della Vigilia si portano in tavola preparazioni a base di pesce. Sugli spaghetti di alici e mollica di pane si abbonda di peperoncino (tipico di questa regione) e tra i dolci ci sono degli gnocchi di pasta fritti e poi passati nel mosto cotto e miele oppure quelli con una glassa di zucchero e cioccolato fondente.

A Palermo si aprono le danze con la tipica pizza di cipolle, lo sfincione, ed i cardi in pastella. La gallina in brodo, il manzo cotto con cipolle e l’insalata di aringhe ed aranci sono le preparazioni del giorno di natale. Immancabili i cannoli e le cassate, ma si trova anche del torrone con pistacchi, nocciole e mandorle, la cubbaita, ed i buccellati.

L’Italia è un Paese ricco di tradizioni, ma a quanto pare anche di portate!

 

 

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