È entrato nell’immaginario collettivo come tipico dolcetto cinese, ma in realtà ha origini molto differenti e particolarmente complesse, che solo un approfondito studio è riuscito a portare alla luce: scopriamo insieme la storia del biscotto della fortuna e delle frasi beneauguranti che contiene al suo interno!
Che cosa sono i biscotti della fortuna
Sarà capitato a tutti di assaggiare uno di questi biscotti cinesi, divenuto un dessert irrinunciabile nei ristoranti cinesi, frequentemente serviti insieme al conto: si tratta di un piccolo biscotto croccante a forma di mezzaluna, ripiegato al centro, che contiene all’interno una “fortuna”.
Frasi biscotti della fortuna
Dentro questo involucro sfizioso e goloso, infatti, possiamo trovare dei bigliettini beneauguranti, piccoli pezzi di carta che offrono un consiglio filosofico, un messaggio di speranza, motti e proverbi, espressioni profetiche o divinatorie, frasi con la traduzione cinese o una regola da seguire o, in alcuni casi, numeri fortunati.
In questo senso, è storico quanto avvenuto nel marzo 2005 negli Stati Uniti, quando la lotteria del Powerball toccò il record di vincitori per i premi secondari da 100mila a 500mila dollari: in genere, il numero di questi premi è quattro o cinque, ma in quell’occasione furono 110 gli americani che si fecero avanti per reclamare la vincita! Inizialmente si pensò a un errore del sistema o una manipolazione esterna del sorteggio, ma intervistando i vincitori si scoprì la verità: i numeri erano stati proprio suggeriti dai fortune cookies, che mancarono di poco la vincita principale.
Per gli amanti delle statistiche, i bigliettini dei biscotti della fortuna riportavano la sequenza 22, 28, 32, 33, 39 e 40, mentre quella vincente aveva il 42 al posto del 40 e fu indovinata da un uomo del Tennessee, che si portò a casa il jackpot da 13,8 milioni di dollari!
Ecco di seguito alcuni degli esempi di frasi biscotto della fortuna nella versione adulti e nella versione bambini, simpatici, carini e sicuramente super apprezzati come regalini a fine cena tra amici o in famiglia.
Un giorno senza una risata è un giorno sprecato. (Charlie Chaplin)
Se puoi sognarlo, puoi farlo. (Walt Disney)
Apprezza ciò che hai ma aspira al meglio. (Isocrate)
Non è forte colui che non cade mai, ma colui che cadendo si rialza. (Wolfgang Goethe)
La felicità è desiderare quello che si ha. (Sant’Agostino)
Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. (Antoine de Saint-Exupéry)
Il biscotto della fortuna: ecco la vera storia
Già da quanto scritto si intuisce che questi dolcetti della fortuna sono piuttosto diffusi negli Stati Uniti, ma si trovano frequentemente anche nei ristoranti cinesi in Canada e in Giappone, oltre che in Europa.
Curiosamente, fino a qualche anno fa non c’erano tracce di fortune cookies in Cina! Un fatto che destò l’interesse di una ricercatrice giapponese, Yasuko Nakamachi, che è così riuscita a ricostruire la vera storia di questo biscotto croccante.
Si tratterebbe di una invenzione piuttosto recente – tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, quando gli Stati Uniti accolsero tantissimi immigrati provenienti da Giappone e Cina – fatta secondo la tesi più accreditata da Makoto Hagiwara, che lasciò il nativo Giappone (dove faceva il custode nei giardini del tè) per trasferirsi negli Stati Uniti. Proprio qui, e per la precisione a San Francisco, Hagiwara propose una sua versione dei tradizionali cracker nipponici presso il Tea Garden nel Golden Gate Park della città californiana, riscuotendo un immediato successo.
Ci sono stati in realtà anche altri personaggi che rivendicano la creazione del biscotto della fortuna, e in particolare David Jung (che comunque a Los Angeles fondò la prima fabbrica di questi dolcetti, la Hong Kong Noodle Company) ha intrapreso una lunga battaglia legale per il riconoscimento di questa invenzione. Tuttavia, nel 1983 la Corte di Revisione Storica americana si è pronunciata a favore della città di San Francisco, assegnando ufficialmente il merito e la paternità ad Hagiwara.
Biscotti della fortuna giapponesi
I fortune cookies sono quindi di origine americana, ma come detto hanno radici ancora più lontane, che ci riportano in Oriente: esistono infatti dei particolari biscotti della fortuna giapponesi, chiamati tsujiura senbei (letteralmente cracker della fortuna), di forma e ricetta differente da quella dei biscotti della fortuna cinesi.
Si tratta infatti di biscotti molto più grandi di quelli cinesi/americani e fatti con un impasto di sesamo e miso che li rende più scuri; venduti nei pressi dei templi e dei santuari shintoisti in Giappone, riportano nella piega (e non quindi all’interno) un messaggio con la fortuna, che però ha un contenuto poetico e meno incentrato su consigli e auspici.
Le origini dei fortune cookies
Gli studi e le ricerche di Nakamachi hanno rivelato anche che questa tradizione è molto antica, in Giappone: un’incisione su un libro di racconti del 1878 raffigura ad esempio un personaggio intento a cuocere i senbei sulla classica griglia, e in un’opera antecedente di Tamenaga Shunsui (romanziere giapponese attivo tra fine Settecento e metà Ottocento) si descrive una donna che offre tsujiura senbei con messaggio della fortuna per placare gli animi di due signore infuriate.
Non poteva poi mancare un pizzico di leggenda: per spiegare l’origine dei biscotti della fortuna e riportarla in Cina, si narra infatti un mito affascinante ambientato proprio nel Paese asiatico. Qui, nel XIII secolo, scoppiò un amore contrastato tra un povero e la figlia di un potente sovrano, il cui padre l’aveva promessa in sposa al principe del regno confinante per riunire i due paesi; il re esiliò il povero innamorato in una città lontana, ma gli scaltri piccioncini usarono i dolcetti per scambiarsi messaggi d’amore e organizzare la propria fuga, coronando così il proprio sogno d’amore.
La diffusione dei biscotti della fortuna
Un prodotto americano, ispirato al Giappone e attribuito in qualche modo ai cinesi: com’è stato possibile questo giro incredibile per i fortune cookies? Gli studi hanno chiamato in causa la guerra e le vicissitudine seguite al secondo conflitto mondiale, che vide il Giappone contrapposto agli Stati Uniti: dopo Pearl Harbour il governo americano rinchiuse in “campi di internamento” centinaia di migliaia di americani di origine giapponese, soprattutto della West Coast.
Ne risentì anche l’economia delle località e, in particolare, la produzione dei biscotti della fortuna e di altri prodotti, che passò nelle mani degli immigrati di origine cinese, facendone la fortuna (si scusi il gioco di parole). A fine anni Cinquanta la produzione di fortune cookies aveva già raggiunto i 250 milioni di unità, grazie alla distribuzione nei ristoranti cinesi, e oggi si stima una produzione di 3 miliardi di biscotti della fortuna all’anno.
Biscotti della fortuna ricetta
Dopo tanto parlare, è arrivato il momento di scoprire come fare i biscotti della fortuna: la ricetta è molto semplice e prevede pochi ingredienti. Nella versione base, si usano solo zucchero, farina, burro, vaniglia (o vanillina), olio e albumi d’uovo, ma è possibile anche aggiungere del tè solubile o dei coloranti per dare un tocco vibrante e gustoso alla preparazione.
Chi non rinuncia mai al cioccolato, inoltre, può anche rivestire il biscotto con una colata di fondente, per un morso ancor più accattivante.
L’unica accortezza è ricordarsi di inserire il messaggio della fortuna all’interno del biscotto immediatamente dopo il passaggio in forno, quando l’impasto è ancora malleabile.