È un dolce piuttosto semplice ma di sicuro impatto scenico e di altrettanto sicuro gradimento, ha un nome che ne ricorda le origini ed è considerato un dolce regale: scopriamo qualcosa in più sulla Charlotte, la preparazione golosa che si basa su una corona di savoiardi che cinge una crema bavarese e poi arricchita con tanti ingredienti.
Che cos’è la Charlotte
Ricca, dolce e deliziosa, la charlotte è un dolce gourmet che mette insieme una presentazione spettacolare e un gusto che conquista tutti.
Può essere preparato a caldo o a freddo e solitamente si compone di pochi elementi, e in particolare di un guscio di impasto secco di forma semisfera o circolare (savoiardi, pan di Spagna, sponge cake o addirittura pane, inzuppati in liquore o ammorbiditi con burro o confettura), un ripieno (frutta cotta o crema bavarese, fatta unendo crema, panna e un addensante, solitamente gelatina o anche agar agar) e una guarnizione, tradizionalmente fatta con frutta, canditi o cioccolato.
Per fare una Charlotte perfetta si può usare lo stampo omonimo, considerato in Francia un elemento essenziale della cucina francese: solitamente, lo stampo Charlotte ha la forma bombata che ricorda quella di una cuffia antica.
Storia della torta Charlotte
Pur essendo tradizionalmente collegata alla Francia, l’origine di questo dolce non è probabilmente francese, ma britannica.
Secondo varie ricostruzioni, infatti, una versione originaria di Charlotte (non ancora così chiamata) sarebbe comparsa già alla fine del 1700 in Inghilterra, trovando spazio tra i dolci serviti all’ora del tè: a quel tempo, era sostanzialmente un impasto imburrato di pane messo in uno stampo con bordi svasati, ripieno di composta di frutta (mele o prugne), poi cotto a lungo e mangiato caldo.
Questa sorta di budino viene dedicato alla regina Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, moglie del re britannico Giorgio III e nonna delle celebre regina Vittoria, che fu particolarmente popolare tra gli inglesi: denominata “Patrona della botanica e delle arti“, contribuì tra l’altro alla creazione degli attuali Royal Botanic Gardens di Kew e conobbe grandi artisti come Bach e Mozart (che, a 8 anni, gli dedicò 6 sonate per clavicembalo con accompagnamento di violino).
La prima citazione su carta stampata del dessert charlotte risale al 1796, quando la regina era ancora in vita, nella poesia “Hasty Pudding” di J. Barlow, e bisogna aspettare qualche anno e il nuovo secolo per arrivare a una forma più moderna di Charlotte: l’intuizione si deve al grande chef francese Marie-Antoine Carême (divenuto intanto chef de cuisine del figlio di Charlotte Meclemburgo-Strelitz, il futuro re Giorgio IV), che rielabora la ricetta, foderando lo stampo con savoiardi e crema bavarese e proponendo un consumo a freddo, e chiama la sua versione “charlotte à la parisienne”. Lo stesso Carême, poi, passerà al servizio dello zar Alessandro I di Russia e metterà ancora mano a questo dolce, chiamandolo “charlotte à la russe” o Charlotte russa, nome ufficiale che porta ancora oggi.
Come si fa la Charlotte?
Sono tre attualmente le forme più comuni che può assumere la Charlotte, a seconda del tipo di “guscio” che andremo a preparare.
La prima versione si fa con pane imburrato (che fodera lo stampo) e composta di frutta cotta, insaporita con liquore, confettura ed eventualmente canditi: è l’erede della ricetta originale inglese e va servita tiepida.
La versione più famosa è quella che riprende l’elaborazione di Carême – e quindi la charlotte a freddo, detta anche Charlotte à la parisienne o Charlotte russa: serve uno stampo bombato (o una teglia a fondo piatto) in cui mettere una corona di savoiardi (che in francese si chiamano biscuit à la cuillère e in inglese lady finger) al cui centro troneggia una bavarese (o una crema che si solidifica) decorata con frutta. Se non vogliamo vivere il brivido di capovolgere la Charlotte per servirla, possiamo usare uno stampo a cerniera e comporre la torta “al contrario” rispetto alla ricetta classica. Tipicamente, al momento del servizio la charlotte con i savoiardi viene impreziosita da un nastro, che serve anche a legare tra loro i biscotti, e può anche essere preparata in porzioni individuali.
Negli ultimi tempi, infine, si stanno facendo strada delle versioni alternative di charlotte, che riprendono un po’ il concetto del classico dolce zuccotto e che giocano molto sull’estetica, e che rientrano sotto la denominazione di Charlotte Royale: lo stampo a cupola viene foderato con pellicola alimentare su cui adagiamo in modo serratissimo delle spirali di pasta biscotto o genoise ripieni di confettura, e l’interno del dolce viene farcito con una crema ed, eventualmente, rafforzato da uno strato di torta in mezzo. L’effetto wow è assicurato al momento di servire il dolce, che non deve mostrare neanche un pezzettino minimo di farcia tra i rotoli.
Le varianti del dolce Charlotte
Abbiamo quindi incontrato già almeno tre tipi di charlotte, ma in realtà le varianti possibili sono molto più numerose, a seconda degli ingredienti che decidiamo di usare per la crema e la composizione- e che poi danno il nome all’intero dessert.
Pertanto, possiamo preparare una charlotte alle fragole, al cioccolato, alla mela, ma anche con confettura di lamponi (usati soprattutto nella versione Charlotte Royale, di cui rappresentano la farcitura classica), mirtilli, ciliege e tanta altra frutta.
Un’idea originale potrebbe essere quella di preparare un impasto di genoise al cioccolato, così da preparare una Charlotte Royale di colore e gusto diversi dal solito.
Per quanto riguarda la crema bavarese (che può comunque essere sostituita da confettura di frutta, frutta fresca, yogurt o mousse), solitamente è aromatizzata alla vaniglia o al lampone, ma possiamo anche prepararla con fragole o cioccolato.