È una curiosa e saporita eccezione nel mondo delle bevande alcoliche: se, infatti, di solito è la ricetta casalinga a precedere la produzione industriale, per il VOV siamo di fronte a un liquore che è stato pensato direttamente per la commercializzazione, e solo dopo il suo successo sono nate le varianti domestiche. Scopriamo qualcosa in più sulla storia di questo liquore all’uovo che da oltre 150 anni dà la carica e rappresenta la versione alcolica dello zabaione.
Che cos’è il VOV, liquore all’uovo
Nella sua formulazione più nota, il Vov è un liquore alla crema d’uovo di media gradazione alcolica, di origine veneta: questa bevanda alcolica è stata inventata nel 1845 da Gian Battista Pezziol, che per primo ebbe l’intuizione di avviare la produzione industriale e commerciale di uno “zabaione alcolico”, dal potere rinvigorente e dal sapore caratteristico. Per antonomasia, poi, questo nome è stato usato anche per indicare i preparati casalinghi di zabaione liquoroso e gli analoghi prodotti della concorrenza.
Questo liquore è molto gustoso, calorico e riscaldante, ed è perfetto come fine pasto nella stagione invernale (e infatti una sua variante, il Bombardino, è stata di gran moda nelle zone di montagna per gli appassionati di sport invernali) ma può essere gustata anche a temperatura ambiente o frozen.
Il gusto ricorda immediatamente quello dello zabaione, ma con una consistenza più liquida e una percentuale alcolica più alta; oltre che per il consumo assoluto, il Vov è adatto ad accompagnare molte tipologie di dessert, anche come guarnizione, ed è molto usato come ingrediente nelle ricette del gelato affogato allo zabaione.
La storia del Vov
Come detto, c’è una data precisa per l’invenzione del Vov come lo conosciamo oggi: era il 1845 quando il pasticcere padovano Gian Battista Pezziol, attivo nella produzione di torrone, inventò la ricetta di questo liquore per risolvere un problema di natura economica e pratica. Per il suo lavoro, utilizzava numerose uova fresche, servendosi però solo degli albumi: ogni giorno, quindi, era costretto a smaltire o gettar via tantissimi tuorli inutilizzati fino a quando, con grande spirito innovativo e in pieno rispetto degli attuali criteri di recupero, pensò di convertirli in qualcosa di buono.
Pezziol utilizzò quindi i tuorli d’uovo come base della sua versione industriale del liquore a base di zabaione, a cui diede il nome di vov (da vovi, ovvero uova in dialetto veneto), incontrando da subito grande successo.
Il primo riconoscimento arrivò infatti a breve, perché già nel 1856 il liquore fu presentato agli arciduchi di Vienna Francesco Giuseppe I e della Principessa Elisabetta di Wittelsbach (la celeberrima Sissi, eroina di tante storie e film), che attribuirono all’invenzione di Pezziol il solenne brevetto con l’aquila a due teste. Un altro momento importante è durante la seconda guerra mondiale, quando la bevanda fu fornita alle truppe come energizzante, con il nome di “VAV2” – acronimo di “Vino Alimento Vigoroso”, in uno speciale packaging di cartone pressato e vetrificato all’interno che ne rendeva possibile il trasporto.
Boom, declino e riscoperta del Vov
Il periodo di benessere del dopoguerra portò a una continua diffusione del Vov, che ebbe la fase di massimo consumo a cavallo degli anni Sessanta e Settanta, insieme agli altri liquori a base di tuorlo d’uovo e zucchero suoi concorrenti che intanto erano stati lanciati sul mercato.
La bevanda era apprezzata soprattutto nelle baite di montagna per il suo effetto energetico e riscaldante, ideale per una pausa tra una discesa e l’altra, e in generale il Vov diventa indiscusso protagonista nei bar e locali, arrivando addirittura a sostituire nelle case il tradizionale uovo sbattuto, grazie alla praticità del prodotto dal gusto accattivante.
A dare una spinta a questo successo è anche il mitico Bombardino, progenitore di tutti i cocktail energetici che si prepara proprio partendo da una base di Vov, molto richiesto sulle piste da sci e d’inverno anche nei vecchi bar di città.
In concomitanza con i cambi di stile di vita e con le evoluzioni del mercato – maggior attenzione alla salubrità e diete ipocaloriche da un lato, avvento di bevande energizzanti quali Red Bull dall’altro – il Vov e i suoi fratelli hanno vissuto un periodo di crisi prolungato; in particolare, sin dagli anni Ottanta si perse l’abitudine di sorseggiare questo liquore in compagnia al bar, così come la tradizione dello zabaione a merenda non ha fatto presa sulle generazioni più giovani.
Dopo questo declino, però, il marchio Vov è ritornato in auge grazie (anche) alla Molinari, che l’ha acquistato nel 2012 rilanciandone l’immagine senza alternarne la storia: ne è un esempio il fatto che non è stata modificata la storica etichetta della bottiglia, su cui campeggia la scritta tridimensionale Vov gialla su sfondo blu, sovrapposta ad una stilizzazione della Basilica di Sant’Antonio di Padova in onore alle origini di Pezziol.
Per la Molinari, il marchio Vov “negli adulti porta alla mente l’infanzia e rappresenta l’interpretazione in chiave moderna dello zabaglione fatto in casa; ai giovani, invece, il liquore all’uovo piace, poiché evoca consumi legati allo sport della neve, al divertimento, alla vacanza”.
Come fare il Vov in casa
La ricetta del Vov è molto semplice anche da preparare anche in casa, anche perché richiede l’uso di ingredienti limitati e facilmente reperibili: per fare questa cremosa bevanda servono uovo, zucchero, latte, limone, vaniglia e, per la parte alcolica, marsala e alcool puro.
In particolare, per preparare 1 litro di Vov occorrono:
- 40 cl di latte
- 400 grammi di zucchero
- 4 tuorli di uovo
- 10 cl di Marsala secco
- 10 cl di Alcol a 90°
- Vaniglia in bacca o estratto di vaniglia
Cominciamo portando a ebollizione il latte con metà dello zucchero e la vaniglia, poi portiamo la fiamma al minimo e mescoliamo, facendo intiepidire il latte lontano dal fuoco. Intanto, sbattiamo i tuorli con l’altra parte di zucchero fino a quando saranno spumosi e gonfi; aggiungiamo il latte versandolo lentamente sul composto, senza mai smettere di mescolare, e lasciamo raffreddare il composto. Ora possiamo aggiungere gli altri ingredienti e mescolare con cura; eliminiamo l’eventuale schiuma in eccesso e travasiamo il liquore in una bottiglia precedente sterilizzata, da chiudere ermeticamente. Possiamo conservare il Vov così prodotto in luogo fresco e buio per 6/8 mesi.
Le ricette di cocktail con Vov
Come detto, oltre che la versione classica da degustare in modo assoluto, possiamo usare il Vov come base per la preparazione di alcuni cocktail molto famosi e apprezzati.
Il Bombardino è sicuramente il più famoso: nella versione più semplice, si prepara con 3 cl di VOV caldo, rum e panna montata fresca a piacere.
Il Calimero invece mette insieme il gusto dello zabaione con quello del caffè, perché si prepara con 3 cl di VOV, 1 tazzina caffè espresso, panna montata e polvere di cacao amaro come guarnizione.
Infine, Molinari presenta anche un altro cocktail di abbinamento uova/caffè, ma in chiave alcolica e da bere rigorosamente a freddo: si chiama Vov & Coffee e unisce appunto il Vov con la Molinari Caffè, aggiungendo panna liquida e creando tre livelli distinti.