Lo stile vintage sta dominando ormai da anni le scelte dell’home decor, e sono sempre più numerose le aziende che costruiscono specifici modelli o intere linee di prodotti ispirandosi alle linee in voga nei decenni passati: ma se gli odierni elettrodomestici vintage restano sostanzialmente degli accessori iper moderni e tecnologici, oggi invece andiamo davvero indietro nel tempo per riscoprire quali erano i genitori e gli antenati di questi prodotti, ovvero gli utensili da cucina utilizzati nei secoli scorsi, che magari abbiamo ritrovato anche nelle eredità dei nostri nonni!
Vecchi utensili da cucina: ecco quali sono
Schiacciapatate, frullino per le uova, cucchiaino per ricavare palline di gelato o di melone, forchette per olive, tagliabiscotti di latta sono solo alcuni dei vecchi utensili da cucina che attraggono le attenzioni di collezionisti e appassionati di prodotti vintage!
Si tratta in genere di prodotti in legno o metallo, costruiti nei secoli passati e ancora in condizioni “accettabili” vista l’età (si potrebbe dire, per usare un luogo comune, che sono l’ennesima conferma del fatto che, al contrario di ciò che avviene oggi, “una volta” le cose erano fatte per durare e per resistere anche all’uso quotidiano a cui erano sottoposte nelle cucine), a volte impreziositi da manici speciali dipinti o dal nome del produttore impresso sull’attrezzo.
Tutti sono caratterizzati dall’essere semplicemente utensili manuali, che per funzionare necessitano di olio di gomito e sforzo fisico, senza (ovviamente!) alcun cavo di collegamento alla presa elettrica.
Utensili antichi da cucina, quelli più particolari
E facciamo quindi un salto nel passato per riscoprire alcuni dei più antichi utensili da cucina, che nel tempo hanno ispirato anche la creazione dei moderni elettrodomestici.
È il caso ad esempio dei vecchi frullatori manuali per sbattere le uova o gli altri composti, che poi si è evoluto (lentamente) negli attuali frullatori elettrici o sbattiuova, che comunque conservano e conservano il principio di base – così come anche le fruste manuali sono ancora in commercio, anche se in effetti le fruste elettriche sono decisamente più rapide e comode da usare!
Ad ogni modo, il fascino di questi utensili storici è innegabile, e basta tenere tra le mani un antico macinacaffè in legno per sentire sprigionare tutto il profumo e l’aroma della polvere del caffè.
I macinini da caffè antichi servono proprio a questo, a ridurre in polvere i chicchi di caffè oppure, in epoca precedente, a polverizzare le spezie: secondo le ricostruzioni, i primi modelli furono inventati in Turchia e applicavano (in scala ridotta) lo stesso meccanismo della comune macina da grano, consentendo di ridurre una grana di media grossezza in polvere uniforme. Bisogna però attendere il 1799 per vedere il primo vero modello di macinino, inventato da un fabbro inglese e apprezzatissimo in Francia, seguito pochi anni dopo dal primo macinacaffè a muro (brevettato negli Stati Uniti da Increase Wilson nel 1818).
La madia da cucina per impastare
La cucina di una volta era dominata dalla madia, un mobile completo in legno che, nella parte superiore, ospitava un cassettone con coperchio che aveva una doppia funzione: impastare il pane e conservare farina, lievito e altre sostanze alimentari necessarie alla preparazione (e, inoltre, nella parte bassa chiusa con ante o cassetti si potevano stipare i fiaschi e l’olio).
Dal punto di vista lessicale, il termine deriva dalla radice greca μαγίς, che significa pane e ha attinenza al verbo impastare, e quindi definisce la caratteristica basilare di questo antico utensile: la madia serve proprio per impastare il pane e per conservare la pasta madre.
Per estensione, poi, la parola madia (in alcuni dialetti anche maidda) indica anche la sola parte superiore di questo “mobile”, e quindi il contenitore di forma rettangolare ricavato da un unico blocco di legno, che ha bordi rialzati utili a preservare l’impasto del pane e il lievito dall’azione degli agenti atmosferici o da altri “nemici”.
Gli antichi utensili da cucina per fare la pasta
Un capitolo a parte lo meritano gli antichi attrezzi manuali per fare la pasta fresca, elemento immancabile nelle cucine italiane di una volta.
Il più diffuso – anche se forse ne ignoriamo il vero nome – è la speronella, che è semplicemente la rotella tagliapasta, fatta con il manico in legno e la testa rotante in metallo, che serviva (e serve!) a ritagliare in maniera precisa la sfoglia di pasta. La sua storia è antichissima, con alcune testimonianze che risalgono addirittura al IV secolo a.C, mentre la prima fonte certificata è il volume di Cristoforo di Messisbugo in cui si elencano, tra l’altro, le masserizie da cucina. Tra di loro compare appunto lo “sperone da pasta” o speronella, così chiamato per la forma che ricorda appunto lo sperone usato dai cavalieri per stimolare (spronare) il cavallo.
Più grande e fascinosa è la chitarra per spaghetti o telaio per pasta alla chitarra, altro utensile in legno di forma rettangolare simile a una piccola scatola, con corde sottili alle due estremità che servono per ottenere pasta all’uovo e, tipicamente, i maccheroni alla chitarra. In questo caso, l’invenzione risale alla seconda metà dell’Ottocento, a seguito dell’introduzione in Italia del tedesco cavo in acciaio, e tra i primi a produrre questo accessorio ci sarebbero stati i setacciari abruzzesi, che svilupparono questo “carratore per pasta” (in dialetto”lu carraturə”) per facilitare le massaie nel taglio preciso degli spaghetti.
Può sembrare un semplice ferro da cucito, ma racconta una lunga storia anche il classico ferretto per fusilli: si tratta appunto di un bastoncino di acciaio, ottone o altro metallo, di lunghezza media di 30 centimetri, intorno a cui si avvolgeva la pasta fresca per ricavare la classica forma contorta del fusillo.