Nuova guida sushi Italia del Gambero Rosso

È il primo volume che fa luce sul settore della ristorazione giapponese nel nostro Paese, creando una vera e propria mappa nazionale dedicata ai migliori ristoranti di sushi in Italia: è stata pubblicata da pochi giorni la guida Sushi di Gambero Rosso, che recensisce ben 250 insegne da Nord a Sud che compongono un panorama molto variegato, fatto di sushi bar, locali dedicati al fine dining, ristoranti asiatici e fusion.

Arriva la “sushi guida” di Gambero Rosso

Come sappiamo, quella della preparazione del sushi è un’arte antichissima, che segue regole ben precise e che ha in specialisti come Jiro Ono dei maestri e punti di riferimento a livello mondiale; da qualche decennio, ormai, questa pietanza (e tutta la ritualità della raffinata gastronomia nipponica) ha conquistato anche il nostro Paese, dove la troviamo proposta in versione ortodossa oppure declinata in mille colorate contaminazioni tra culture e ingredienti, spesso mediterranei.

Per fare ordine in questo panorama così vasto e variegato è nata l’idea di una guida al sushi italiano, realizzata dagli esperti di Gambero Rosso, che hanno valutato e recensito 250 insegne da Nord a Sud: un numero non troppo elevato, se si fanno i conti con la crescita del settore, né troppo risicato “se si pensa che la crescita non è sempre sinonimo di qualità e che non è avvenuta in maniera omogenea nelle varie zone d’Italia”.

Sfogliando l’elenco dei migliori ristoranti sushi d’Italia, ad esempio, si noterà subito la differenza quantitativa tra il numero di recensioni in alcune regioni, come ad esempio la Lombardia, e invece i numeri striminziti di altre, così come l’assenza di locali nel Molise: come spiegano da Gambero Rosso, “non siamo riusciti a trovare ancora in quella regione una o più insegne che soddisfacessero gli standard di qualità che ci siamo prefissi nella selezione alla base della guida”.

sushi

Guida Sushi di Gambero Rosso

Come nella tradizione delle più ampie e generali guide alla ristorazione italiana – come la Rossa Michelin o quella pubblicata sempre da Gambero Rosso – anche questo volume interamente dedicato al Sol Levante raccoglie i luoghi consigliati per chi intende provare la gastronomia nipponica.

E se il rispetto dell’ortodossia è comunque un fattore centrale nella selezione e nella valutazione, nella guida sushi sono presenti anche le declinazioni creative e le contaminazioni di questa pietanza, che ha saputo attrarre varie cucine internazionali, come quelle sudamericane, dimostrandosi quanto mai versatile e flessibile. Pertanto, oltre ai locali “puri” ci sono anche indicazioni per posti che propongono una cucina nikkei peruviana, quella nippo-brasiliana, o ancora indirizzi asiatici, cinesi e fusion, fino ad arrivare alla citazione di chef italiani innamorati della tradizione giapponese e capaci di fondere tecniche orientali e sapori mediterranei.

Guide Sushi, dove mangiare il sushi migliore d’Italia

Realizzata collaborazione con Q-Eat, innovativa startup italiana che certifica l’origine e la qualità dei prodotti utilizzati dai ristoranti, questa guida al sushi tricolore si compone come detto di 250 locali, con valutazione massima di Tre Bacchette (assegnate a 22 referenze). La Lombardia è la regione con più riconoscimenti, con sette locali premiati, seguita da Piemonte ed Emilia-Romagna con tre; da Lazio, Campania e Puglia con due, e da Toscana, Umbria e Abruzzo con uno.

Più precisamente, le Tre Bacchette della guida sushi del Gambero Rosso sono “grandi insegne che uniscono cucina d’autore, servizio accurato, abbinamenti sensati tra vino, cocktail, distillati, fermentati e cibo”

Non mancano poi i premi speciali: oltre alle segnalazioni dei migliori take away, delivery e dark kitchen nipponici, ci sono anche i “Maestri del Sushi”, un riconoscimento che incorona sette fuoriclasse pionieri della divulgazione di sapori che una volta sembravano lontanissimi dai nostri palati (che per questa prima edizione risultano tutti attivi a Milano), e il premio per la miglior proposta di abbinamento sushi bevande, anche questo finito nel capoluogo lombardo.

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